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Come succede nel film di Weir in
maniera iperbolica e traslata, la serialità si inserisce perfettamente nella vita quotidiana,
dandole forma e senso. È la ripetizione di situazioni all’infinito, è una
ripetizione che non stanca mai in quanto la meccanica successione degli eventi
viene rinnovata di tanto in tanto dall’introduzione di un elemento nuovo che
tende a mantenere alta la tensione. Questo si ripete fin quando non si
inserisce nella quotidianità un elemento che mette in crisi l’intero sistema. La stessa dinamica è seguita dal Truman Show, tanto che il protagonista vive immerso nell’apparente
semplicità e nella quotidiana ripetitività degli eventi fin quando qualcosa non
mette in crisi le apparenze e lo spinge al di la della fabbrica di sogni e di
idoli che lo ha generato. Dietro il Truman Show
possiamo intravedere una critica al sistema televisivo che con la sua invadenza
al contempo ci infastidisce ma sa anche coinvolgerci col suo luminoso fascino. La televisione nasce con la serialità
incorporata, anzi è essa stessa un medium seriale organizzato sulla base di un
palinsesto quotidiano, in cui tutti è nella natura dei generi televisivi essere
soggetti ad una serializzazione. Perchè la serialità è una
caratteristica inscindibile dalla modernità, è in qualche modo l’essenza stessa
della modernità, che ha spinto la quotidianità ad assumere connotati seriali. Secondo Edgar Morin[2]
la cultura di massa si trova dinanzi all’ingrato compito di rispondere per vie
industriali e seriali a bisogni che sono per loro natura personali, profondi e
affettivi. Inoltre osserva che nello studio dell’industria culturale ciò che
salta all’occhio è la contraddizione tra il carattere burocratico e
standardizzato della produzione da un lato e la dimensione individuale del
consumo dall’altra.
L’uomo della cultura di massa e dell’industria culturale è
allo stesso tempo produttore e consumatore, e questa tipologia di uomo nuovo
s’incarna perfettamente nella figura di Truman, un
uomo contemporaneo ridotto a consumatore da un lato e produttore dall’altro: - consumatore perché è l’oggetto di spot pubblicitari contenuti
nel programma di cui lui è il protagonista, che lo spingono al consumo di prodotti che lui crede di consumare per sua
scelta - produttore perché la sua stessa vita è funzionale ad una
catena di consumi più grande di lui e del suo mondo, che di lui si alimenta
così come l’industria si alimenta del nostro consumo che diventa prodotto. Tutta l’America impazzisce per il programma, le persone
parlano del protagonista come fosse un loro caro, investendo su di lui
sentimenti ed emozioni, ed è proprio in questa sfera che si colloca la serialità: nella sfera pratica,
irrazionale, così che le persone si lascino travolgere dalle immagini
provenienti dalla “scatola magica”.
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