La strana coppia a caccia X-Files
di Emilia Di Furia

 



L’interazione fra Mulder e Scully è incisiva e gustosa, ma si è cercato di evitare in ogni modo di sprofondare nella trappola dell’attrazione romantica che ha fatto inciampare tante altre serie televisive. Invece, si è preferito che i rapporti tra i due personaggi, pur essendo estremamente stretti, rimassero su un piano professionale: elementi chiave sono la fede appassionata di Mulder (il quale ricorda sia l’agente Cooper di Twin Peaks sia Dylan Dog di Tiziano Sclavi) nel paranormale, motivata dal rapimento di sua sorella quando era bambina; la fiducia di Scully, laureata in medicina, in mezzi più scientifici e razionali per spiegare l’ignoto. Anzi, il compito originale assegnato a Scully dai suoi superiori, nell’episodio pilota, consisteva nel riferire sull’operato di Mulder e, quando possibile, ricondurlo a conclusioni meno azzardate. Lo scontro fra i due è inevitabile, ma quando i fatti superano ogni fantasia e ogni logica, allearsi diventa l’unico modo per vincere e sopravvivere.

Anche se l’episodio pilota e il successivo si occupavano di UFO, la serie ha rapidamente dimostrato di saper affrontare una gamma molto ampia di temi. Il secondo episodio, per esempio, Omicidi del terzo tipo, introduceva il personaggio di E. Tooms, un mutante genetico che si risveglia dalla sua ibernazione ogni trent’anni per divorare i fegati di cinque vittime; Bruciati vivi e Morte fra i ghiacci, due altri memorabili episodi della prima stagione, riguardavano un uomo in grado di controllare il fuoco e una storia di paranoia e claustrofobia ambientata fra i ghiacci dell’Artico[4].

In breve, The X-Files, che sulle prime era sembrata una serie televisiva dalle premesse piuttosto limitate, si rivelò essere invece una delle più espandibili, capace di incuriosire, attirare l’attenzione, e di abbindolare in qualche modo l’interesse di chi guarda e che, c’è da scommetterci, mentre ostenta indifferenza  al suo vicino di divano, tra sé e sé pensa: “E chi lo dice che è solo un film?”.

Poste queste premesse appare chiaro come questo sia diventato il fantacult degli anni 90 e come sia riuscito a raccogliere nel mondo un numero (circa duecento milioni, di cui quattro milioni circa in Italia) sempre maggiore di appassionati. Ciò che caratterizza questi fan è la loro eterogeneità: dallo stimato professionista appassionato di fenomeni insoliti, alla ragazza innamorata di Duchovny, allo spettatore casuale che si trova alla fine di un episodio a volerne sapere di più, tornando immancabilmente a sintonizzarsi la domenica successiva. Costoro hanno permesso al serial di vincere moltissimi premi come il prestigioso Golden Globe Award (come migliore serie drammatica del ‘94) e il Saturn Award (assegnato dalla Academy of science fiction), ma anche di conseguire un successo talmente grande da provocare un insieme di iniziative parallele: a partire dai 504 siti Internet, dove si trovano decine di migliaia di documenti e dozzine di gruppi di discussione che coinvolgono migliaia di persone. Fra questi, vari sono dedicati a fantasticare una potenziale relazione amorosa fra i due eroi, cosa che ripugna alla stragrande maggioranza  dei “fedeli” e agli stessi due agenti dell’FBI che insistono a chiamarsi per cognome. Una tale K. Rocherolle ha scritto diciannove episodi di torrido sesso, e li ha messi in circuito su Internet per diletto dei relationshippers, cioè i sostenitori dell’ “inevitabile” storia d’amore fra Scully e Mulder. Ma la maggioranza ha ingiunto a Chris Carter, autore ed ideatore della serie, di non rovinare tutto con i sentimentalismi.

Dopo ogni episodio i fans sommergono Carter e gli attori con una valanga di messaggi elettronici per esaltare, supplicare, protestare e soprattutto pignoleggiare. Per esempio nel primo episodio, Scully dice che “il tempo è una costante universale” “... Vergogna! Una che ha scritto una tesi su Einstein dovrebbe sapere che solo la velocità della luce è una costante ...” e così via.

Il delirio si è esteso anche al commercio. Nell’estate del ‘95 si è riunita la prima convention di patiti in California. Si autonominano gli X-Philes o Filo-X. Qui sono stati messi in vendita i primi berretti, magliette e tazze. Rapidamente il merchandising è diventato un’industria. Valore? Centinaia di milioni dollari.

 

 

[4] “Tutti argomenti che inchiodano al video i fan adolescenti: secondo ricerche americane e anche secondo i responsabili di Italia 1 che curano il seguitissimo ciclo Notte Horror i temi del terrore e del paranormale sono amatissimi da questa fascia di pubblico. Sul Daily Telegraph si legge che gli autori più seguiti dai ragazzi di oggi non sono più, come negli anni ‘70, A. Christie e Dickens, ma piuttosto S. King e R. Dahl” ( tratto dalla Stampa ,del 16/3/96, pag. 19).  

 

    [1] (2) [3]