Una
poesia capace di anticipare l'attuale Babele mediatica che
vacuamente sovrappone e diffonde piani linguistici ed espressivi
differenti e finanche incompatibili, senza che alcuna operazione di
discernimento e di analisi ponga le basi di una qualche
responsabilità della comunicazione, mettendo insieme
– si pensi per esempio ad uno spot televisivo di parecchi
anni fa – Beethoven, vita famigliare, e consumo di distillati
in un frullatore letale che, irrimediabilmente corrompe i materiali
eventualmente nobili che utilizza. Una poesia che è dunque
quasi metafora di questo contemporaneo torrenziale magma, privo di
contenuti e di valori, imposto con l'arroganza della presunzione e del
potere. Linguaggio televisivo, linguaggio pubblicitario, Estetizzazione
del mondo che trova simbolicamente forza nello slogan
‘L’immaginazione al potere’ (Gennaro
Fucile, Se Una Notte dell’Inverno 1968 Un
Viaggiatore, Quaderni d’Altri Tempi n. 14
– maggio/giugno 2008), poteri economici che controllano le
masse attraverso l’estetica del consumo (coatto), invadendo
spazi di libertà e di cultura con lo slogan ed il
design. Ma posti di fronte al graffito ci troviamo
al cospetto di un affastellamento grafico-letterario-contenutistico
espressivo in modo così impressionante, nel suo fluire
caotico e determinato, di un disordinato, mastodontico volume
lessicale, capace però di arrestarsi di colpo, con gesto
artistico grandioso, per lasciare apparire perle di intensa meditazione
interiore ed esistenziale come nel cupo La morte deve suonare
da sé. E qui vale la pena
soffermarsi sul mistero di quel sito e sul suo comunicare oltre
l’oggettivo espresso dal segno. Il verso
succitato è suggerito da Manoni ne I Graffiti
della Mente, e pare che si tratti di una ricostruzione
(mirabile nella sua capacità di captare un significato
evidentemente implicito) di un frammento non completo. Sul muro infatti
troviamo rte deve suonare da sé e a
sinistra delle lettere rte il muro è
intatto, liscio; il margine sinistro della pagina (tutto il graffito
è contenuto in pagine di diversa dimensione incise sul muro)
non si chiude, contro il bordo superiore, immediatamente a margine di
quella r, per pochi centimetri. Seguendo quella
piccola via di fuga si scivola, a sinistra, verso un’altra
piccola pagina che non contiene nulla, sul piano verticale,
all’altezza delle lettere rte.
Più in basso però appare l’inquietante
immagine di un pianoforte a coda con uno sgabello vuoto. Diventa
possibile ora ricostruire le lettere che si trovano appena sopra il
disegno e che terminano contro il margine destro della pagina che
contiene le lettere e l’immagine, e contemporaneamente
sinistro della pagina di provenienza: Il pianofo.
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