Memoria 3.0: dalla pagina web al database totale di Dario De Notaris

 


 

La seconda è la nascita, a partire dalla fine degli anni Novanta, di pagine web più elaborate, che poggiano già su un database e che organizzano i contenuti: è la nascita dei gruppi di discussione, poi dei forum, infine dei blog. Le informazioni sono catalogate e reperibili. Inoltre, è questa la vera novità, sono indicizzate. I motori di ricerca si muovono anch’essi su una struttura a database sondando la rete con degli Spider, ovvero software che analizzano il contenuto di tutti i siti che vengono pubblicati sulla rete. Con gli anni questi software si sono migliorati, cercando di affinare la ricerca. Ma un aiuto è arrivato anche da coloro che inserivano i contenuti nella rete: l’invenzione dei tag, ovvero parole chiave rilevanti associate ad una particolare informazione, come un’immagine, un testo, un video, e che ne descrive le proprietà. In un suo incontro a Napoli[3], due anni fa, David Weinberger[4] propose un sistema informatico che, automaticamente, mettesse insieme immagini, testi, audio, video, basandosi solo sulle descrizioni che erano state associate a tali oggetti. Il risultato era una pagina dinamica che univa, in una connessione logica, prodotti mediali diversi. Il suo motto era: Everthing is miscellaneous. Con questa affermazione, Weinberger tendeva a sottolineare come tutto sia mescolabile, in un unico grande calderone, ma – al tempo stesso – ordinabile e catalogabile, secondo logiche umane.

La nostra mente può non ricordare tutto: allora usiamo rubriche, elenchi, agende. Ma quante volte ricordiamo di avere un’informazione, scritta da qualche parte, ma non sappiamo dove. Utile sarebbe quindi l’archiviazione della nostra vita. Ed è, nei fatti, una condizione già esistente, forse non del tutto manifesta. Quando usiamo una carta di credito o una semplice tessera al supermercato, quando effettuiamo una ricerca su internet, se vediamo dei prodotti, quando visitiamo un sito, tutte le nostre azioni vengono tracciate e registrate. Viene creato un nostro profilo in quanto consumatore-utente. Tutto qui? Il passo al pensare che anche altre informazioni, ancor più professionali, vengano registrate, è breve. Si rifletta sulla questione della privacy, tornata fortemente in auge negli ultimi dieci anni, proprio in seguito all’evoluzione della tecnologia informatica e alla nostra partecipazione con essa[5]. Ma torniamo al Web e alla sua evoluzione: la terza fase, auspicata e ancora non realizzata, è – proprio grazie ad un’organizzazione dei contenuti migliore attraverso i tag – la creazione di una rete di informazioni semantiche. Secondo questa visione, dovrà essere possibile per noi trovare esattamente l’informazione che cerchiamo, semplicemente fornendo una domanda: uno degli esempi che viene fornito è il fissare un appuntamento con un dentista. Il nostro compito sarà semplicemente quello di inserire giorno, ora, luogo, figura professionale – quale il dentista – e il computer ci restituirà una schermata con tutti i dentisti che in quella data ora di quel dato giorno, in quel determinato luogo, sono disponibili per farci una visita: successivamente dovremmo solo provvedere alla prenotazione o meno.

Affidare la nostra memoria a qualcosa di sicuro e che senza problemi ci restituisca le informazioni che cerchiamo quando ne abbiamo bisogno. Un tempo era demandato ai ritratti il ricordo nella storia; poi la fotografia, poi il video; oggi il bit. E non solo, tutte queste informazioni dobbiamo poterle portare con noi, sempre. Le memorie di massa, lo abbiamo scritto, hanno raggiunto dimensioni enormi, in byte; fisicamente inoltre stanno diventando sempre più piccole. Si pensi alle schede di memoria: piccole piastrine che contengono milioni di informazioni. E non solo: computer dedicati esclusivamente alla conservazione della memoria. Con un semplice strumento, quale è ormai il telefonino, ovunque noi siamo possiamo collegarci a questi computer, cercare e scaricare le nostre informazioni: rivedere foto, video, ascoltare musica, contattare delle persone (telefonicamente e via mail/sms), navigare su internet, fissare appuntamenti, etc. etc. etc. In più noi stessi siamo testimoni, meglio reporter, di tutto quanto accade: possiamo in qualsiasi momento raccogliere un frammento di vita con una foto e con un video, metterlo su internet e renderlo disponibile a tutti. Si torna all’ideale del Panopticon, questa volta digitale, nel quale il punto centrale è ogni singolo individuo che può tenere sotto controllo ogni angolo del mondo.


[3] Ciclo di incontri Advanced Dis-Course on Digital Culture - Arcipelago Web Public lecture di David Weinberger (Facoltà di Sociologia “Federico II”, Napoli 5 maggio 2005)

[4] Di recente pubblicazione, il suo volume Everything Is Miscellaneous: The Power of the New Digital Disorder, Times Books 2007

[5] Per un approfondimento sui temi del diritto alla privacy nonché sulla possibilità di registrare i consumi dell’essere umano attraverso un chip sottopelle, si veda Rodotà S. La vita e le regole, Feltrinelli 2006

 

 

    [1] (2) [3]