Rubor
Maximus
#01,
la graphic
novel
scritta e
disegnata da Claudio Franchino ed edita dalla Cagliostro
E-Press, si inserisce nel filone del genere fantascientifico
cosiddetto
Steampunk,
che ha nel romanzo
La macchina della realtà (The Difference Engine, 1992) di William Gibson e
Bruce Sterling e nell’antologia Steampunk (The
Steampunk Trilogy, 1995) di Paul Di Filippo i due punti di
riferimento più evidenti. Il genere propone un futuro
alternativo al nostro nato dalla diffusione delle tecnologie
prima di quanto si siano diffuse nel nostro universo. In questo
genere di storie, dunque, è facile imbattersi in un Ottocento
alternativo e più tecnologico di quello che noi conosciamo, in
cui le macchine vapore sono alla base delle tecnologie più
avanzate, come rudimentali computer analogici o macchine
volanti, prototipi dei nostri aerei moderni.
Sul fronte
del fumetto citiamo un riferimento su tutti per dare il segno
dell’operazione compiuta da Franchino: La Lega degli
Straordinari Gentlemen (titolo originale The League of
Extraordinary Gentlemen) di Alan Moore (storia) e Kevin O’Neill
(disegni). Come è noto, la graphic novel del grande Moore
rivisita i grandi romanzi della letteratura vittoriana,
riproponendo personaggi come il capitano Nemo, Henry Jekyll,
Mina Murray, Allan Quatermain, l'Uomo invisibile, Mycroft Holmes,
riuniti in un gruppo di stampo supereroico (non a caso il nome
richiama la Justice League of America della DC Comics).
Su questo
genere narrativo si basa anche la graphic novel
Rubor
Maximus #01, e la trama ne ricalca l’idea di fondo, ma con
un’originalità che sta tutta nei personaggi e nel complesso
delle vicende narrate.
La storia
si snoda su più piani temporali: 1912, 1847, 1751, 1855. La
Congiura dei Rosamunda percorre la storia. Il dualismo
fratricida tra Galvano e Mesmer – due esseri dotati di poteri
straordinari – si consuma attraverso i secoli in cui si
intrecciano mistici intrighi che ruotano attorno alla ricerca e
al possesso del Rubor Maximus. Nel 1912 il Dottor Jung studia
uno strano paziente. Nel 1847 una spedizione segreta ritrova una
misteriosa sfera meccanica al polo artico. Nel 1751, a Chambery,
si aggira un oscuro figlio di Atlantide. Nel 1855 si combatte la
sanguinosa Guerra di Crimea e i cieli sono solcati da potenti
macchine da guerra volanti inglesi e prussiane che con i loro
cannoni possono cambiare il destino del mondo.
Galvano e
Mesmer sono i protagonisti della storia e in qualche modo sono
loro a manipolare – nel bene e nel male – gli eventi storici.
Entrambi sono alla ricerca di un congegno denominato il Rubor
Maximus, in grado evidentemente di concedere grande potere al
suo possessore. La struttura della storia si dipana in varie
epoche storiche che sono ben tratteggiate nel disegno di
Franchino. Il rischio in questo genere di storie è quello di
essere superficiali e di abbozzare, più che tratteggiare, sia le
epoche, sia gli scenari. Un rischio che Franchino evita
accuratamente, restituendo al lettore una credibilità sia nella
ricostruzione storica sia nella presentazione dei personaggi
principali e secondari.
Un saga a
fumetti molto bella, dunque, di cui non si può non attendere con
una certa impazienza gli albi successivi.
Questo
primo volume è preceduto da un’introduzione di Gianluca Piredda
e da una postfazione di Matteo Carnevale, nonché da una cospicua
appendice ricca di contenuti speciali, come i disegni e le
schede dei personaggi principali e articoli su personaggi e
vicende storiche reali che fanno da scenario alla trama.
Claudio Franchino è nato nel 1969 a Torino, città dove tuttora
risiede. Pur compiendo studi di tipo scientifico, non disdegna
fin dalla giovane età di coltivare il suo lato artistico,
stimolato dalla magia dei luoghi che lo circondano, come i bei
palazzi barocchi intrisi di storia della sua città natale, e da
una invidiabile attività onirica, che lo costringe spesso a
sognare ad occhi aperti. Così nasce la sua passione per l’arte
figurativa. Passione che lo costringe spesso a lavorare di
notte, ma si sa, la notte porta consiglio... Dopo un periodo
dedicato alla pittura e caratterizzato da una serie di
partecipazioni a mostre e collettive a livello nazionale, dal
2000 inizia un percorso dedicato al fumetto. Rubor Maximus è il
suo più recente lavoro.
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