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Non sono in grado di rispondere a questa domanda, cioè non so se la realtà che io descrivo nei miei romanzi corrisponde alla realtà americana. Vivo in un paesino dove non c’è tanta violenza come quella che descrivo. I bambini mi interessano molto perché rappresentano sempre un punto d’osservazione particolare e sono protagonisti di storie assolutamente interessanti. La fase di passaggio dall’infanzia all’adolescenza è di per sé molto intrigante, perché l’essere umano scopre cose nuove su di sé, sul mondo che lo circonda e si rende conto che spesso quella che è la sua idea del mondo non corrisponde alla realtà. È il periodo in cui c’è la perdita dell’innocenza e si cominciano a fare i conti con la realtà in cui si vive. Tu sei un autore molto prolifico e sicuramente ti costa molta fatica scrivere tanto: ci sono dei rituali particolari che segui quando scrivi? Quando scrivo mi infilo delle pantofole molto comode…… A parte gli scherzi, scrivo da oltre trent’anni, ma in Italia si ha la sensazione che io scriva tantissimo perché stanno uscendo molte cose che io ho scritto tanti anni fa. Però è vero che scrivo molto, diciamo che scrivo tutti i giorni, per cinque giorni la settimana, con una media di tre-cinque pagine al giorno. Capita anche il giorno in cui scrivo quindici pagine e allora mi senso un supereroe, ma purtroppo accade di rado. Per scrivere usi il computer o la macchina da scrivere? Oggi uso il computer, ma una volta usavo la macchina da scrivere. Di sicuro non posso scrivere con la penna perché mi sono spezzato le dita della mano diverse volte (Lansdale è un maestro di arti marziali, ndr) ed ho una pessima grafia che non riesco nemmeno a leggere. Parliamo dei tuoi romanzi. In L’anno dell’uragano c’è una terribile scena in cui due genitori, per salvare il loro figlio appena neonato dalla furia di un uragano, lo inchiodano ad un palo della luce. È vero che si tratta di una storia reale? In effetti, si tratta di una storia vera. Quando ho fatto ricerche per scrivere il romanzo mi sono imbattuto in questo episodio che è presente in uno dei libri più famosi scritti a proposito di questa tragedia. Vorrei aggiungere che L’anno dell’uragano è stato opzionato da Ridley Scott e nella sceneggiatura che ho scritto ho inserito questo episodio e a quanto pare i produttori non l’hanno tagliata. Quindi se il film si farà, la scena dovrebbe essere realizzata, ma sono curioso di vedere come verrà girata. Ci sarà un altro capitolo della saga di Hap e Leonard? Ci saranno sicuramente altre storie di Hap e Leonard, forse non per quest’anno, ma sicuramente per il prossimo. Al momento non sto scrivendo storie su questi due personaggi per due motivi: il primo è che volevo prendermi una pausa da Hap e da Leonard per evitare di scrivere una storia scontata. Vorrei che la prossima avventura sia tosta. Il secondo è di ordine pratico: ho cambiato editore e i diritti della serie sono in via di acquisizione da parte del nuovo editore. Quando questo processo sarà terminato penso che ci sarà anche una nuova storia di questi due personaggi. Il fatto che Leonard sia un uomo di colore, repubblicano dal punto di vista politico e omosessuale, in una regione come il Texas, storicamente razzista, è una provocazione?
L’idea di avere un
detective gay e repubblicano mi è sembrata particolarmente intrigante per
cercare di dare più pepe alla narrazione e per raccontare storie in cui ci
sono dei conflitti più interessanti. Tieni presente che quando io ho
creato i personaggi di Hap e Leonard gli Stati Uniti non erano divisi come
oggi, quindi questa conflittualità democratici/repubblicani non era
sentita come oggi. Non credo che il Texas sia particolarmente razzista,
non più di tanti altri posti nel mondo. Direi che è più omofobico che
razzista: l’idea di avere un personaggio come Leonard nero, repubblicano e
per giunta gay mi è sembrato un modo come un altro per rendere la storia
divertente ed esprimere certi punti di vista contrapposti. | |