Jade Warrior

Floating Word
Waves
Kites
Way Of The Sun

Eclectic

 

 

 





 

Floating Word - Waves - Kites - Way Of The Sun di Jade Warrior

 

La Eclectic prosegue la preziosa opera di recupero e restauro dei lavori firmati dalle formazioni meno celebri della scena musicale inglese degli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta. A fianco agli album degli High Tide e dei Khan, tra gli altri, arrivano ora le ristampe dei quattro dischi pubblicati per la Island dai Jade Warrior (e segnaliamo anche il recupero dello splendido 1969 di Julie Driscoll, a un lustro di distanza dalla ristampa della Disconforme).

I Jade Warrior nascono nel 1971 dalle ceneri di una formazione minore dell’underground britannico, i July, con un solo album all’attivo. Dai July infatti provenivano Tom Duhig (chitarre) e Jon Field (flauti).

Insieme al bassista cantante Glyn Havard formano il nucleo centrale del gruppo al quale successivamente e soltanto in particolari occasioni si uniscono il chitarrista Dave Duhig, fratello di Tony, ed il batterista Alan Price. Vengono ingaggiati dalla Vertigo, etichetta in cui militarono gruppi come i Black Sabbath (vedi “Quaderni d’Altri Tempi” 4) incidendo due album e mezzo, poiché dopo l’omonimo disco d’esordio e Released, pubblicarono Last Autumn’s Dream a metà, perché venne concepito come doppio ma la Vertigo impose l’uscita di un singolo disco.

Il doppio album successivo rimase inedito per 25 anni. Fifth Element (Background, 1998) e Eclipse (Acme, 1998) contengono le registrazioni originali di quel materiale. La rottura fu inevitabile e il guerriero di giada venne ingaggiato da un’altra etichetta allora di frontiera, la Island. La formazione divenne un duo con i soli Duhig e Field e accentuò il carattere etnico della musica del gruppo, marcata dai flauti di Field.

Con Floating World (1974) si aprì dunque una nuova stagione, che vide la definitiva messa a punto di un sound originale, molto in anticipo sui tempi per l’incondizionato amore per le musiche non occidentali. Il disco si apre con un coro celestiale e una breve citazione della Sagra della primavera, per poi avventurarsi in un suggestivo viaggio esotico con un paio di aperture al rock: Red Lotus, che però poi svolta e chiude con una coda dai toni pastorali e l’ossessivo Monkey Chant. Un progressive etno/rock energico e melodico, che oggi suona straordinariamente attuale.

Il secondo album, Waves (1975), è un'unica suite, con Field e Duhig impegnati con una miriade di strumenti. Ospite prestigioso, Steve Winwood al piano e al sintetizzatore, una presenza indice dell’attenzione che il gruppo si meritò in casa Island, dal momento che Winwood e i Traffic erano allora all’apice del successo.

Sebbene Waves sia il solo album dichiaratamente realizzato come un concept sul tema del mare, in realtà anche gli altri tre album sono delle suite a tema, con brani legati, mixati in modo da terminare uno nell’altro.

Anche qui solo rari sprazzi di rock in senso stretto, specie nel settimo movimento. La sequenza è riportata nelle note di copertina, fedelmente riprodotta nella ristampa, ma come indice i brani sono due: Waves Part 1 e Part 2. Probabilmente il masterpiece del gruppo.

Kites (1976) ripropone la struttura a suite, anzi due. Nella prima parte mentre i toni si fanno ancora più tenui, acquerelli sonori, animati da piccole scosse elettriche come in Wind Borne dall’elegante arrangiamento jazzy. Nella seconda parte del disco, la suggestione della Cina medioevale, rafforzò l’espressionismo musicale del gruppo: atmosfere tese, quasi cinematografiche, concluse dall’epica

In Way Of The Sun (1978) i Jade Warrior si fecero suggestionare dai miti solari dell'antico Egitto e dell'America pre-colombiana. Musicalmente si notano segni di stanchezza (già emersi in qualche occasione), e una difficoltà ad andare oltre, rimasticando un po’ delle soluzioni sperimentate in precedenza. Un prodotto sempre ben confezionato, dove spicca Heaven Stone, la title track, ma un po’ meno emozionante.


 

     Recensione di g.f.