Un’altra
incursione di Valerio Evangelisti in uno dei territori
dell’immaginario più ricchi e stimolanti: il West
americano.
Trent’anni
di storia americana (dal 1859 al 1890 circa) visti attraverso gli
occhi freddamente cronachistici dello scrittore bolognese, che ci
offre la sua personale visione dei rapporti – mai sufficientemente
esplorati – fra gli americani “bianchi” e gli altri: neri,
meticci, indios, criollos.
Un altro
tassello della storia dell’Occidente ricostruita a partire dal
sangue, dalla sofferenza, dalla guerra da Evangelisti, una
riscrittura che parte dal Medio Evo, passa per il West americano,
per proiettarsi – per ora solo attraverso accenni – in un futuro
realisticamente cupo e disastroso
Questo
romanzo, cui ne seguirà un altro (speriamo presto) è indipendente
dai precedenti lavori dello scrittore bolognese (anche se en
passant si cita Pantera, l’eroe del ciclo di Black Flag),
ma la qualità e le caratteristiche della scrittura del cantore di
Eimerich sono sempre le stesse: la crudezza e la esclusione di
qualsiasi pudore e renitenza nei confronti del cinismo e della
crudeltà dei potenti nei confronti dei deboli.
Seguendo le
vicende biografiche di un gruppo di personaggi realmente esistiti,
anche se trattate liberamente, con la sua scrittura prosciugata e
referenziale, quasi soltanto descrittiva, Evangelisti ci narra lo
sviluppo della storia del Messico di quegli anni, e ci fa
intravedere il disegno di dominio che cominciava a delinearsi
attraverso le scelte dei governi e dei potentati statunitensi.
I personaggi
del romanzo sono spesso cinici quanto utili idioti, violenti e
primitivi, manovrati dietro le quinte dai potenti del Nord:
industriali, affaristi, militari. E dall’altra parte, poveracci e
disperati che cercano una dimensione di dignità e riscatto
attraverso atti e tentativi di ribellione destinati,
sistematicamente, al fallimento. Niente di nuovo sotto il sole,
alla fine.
Vengono alla
mente Peckinpah e il suo Mucchio Selvaggio e il Giù la
testa di Sergio Leone, ma anche la saga di Tex Willer, con
tutti i vilains al loro posto di combattimento, ma,
purtroppo, senza nessun eroe del carisma di Aquila della Notte e
dei suoi pards a difendere gli umili. Come nella maggior
parte dei casi avviene in realtà.
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