|
Flashback,
tra l’Inghilterra e la Francia. Una è la patria dei tre malandrini nascosti
dietro la sigla Melody Four; l’altra è la sede dell’etichetta Nato,
responsabile delle loro bravate. Il gruppo è composto da Tony Coe,
Steve Beresford e Lol Coxhill e dopo omaggi ai Marx Bros. e alle
sigle televisive, all’insegna del seriamente buffo, il trio chiude bottega nel
1988 con Shopping for Melodies, florilegio dei lavori realizzati per
varie occasioni, cinema compreso.
Fiction
al quadrato. Messa in scena perfetta con brani dosati per le singole commissioni
e soprattutto, strepitosa anticipazione della resurrezione lounge.
Coxhill non sazio del grande schermo immaginario, organizza qualche anno dopo un
intero film, finto per intero. Soci Mike Cooper e Roger Turner: i
Recedents. Il film (il disco) si intitola Zombie Bloodbath on the Isle
of Dogs e narra del bagno di sangue sull’isola dei cani da parte degli
zombie risvegliati da lavori in corso per trasformare l’isola dei Docklands
in località turistico-commerciale. Splatter con happy end che
frulla rock n‘roll, jazz, elettronica e qualche conato, alternando
improvvisazioni e diligenti canzoni.
I toni noir invece
sono quelli prediletti da Barry Adamson, che sul finire degli anni
Ottanta molla Nick Cave e intraprende una carriera solistica, imbevuta di
omaggi/rimandi al cinema, di lavori per il cinema e di un film immaginario,
Moss Side Story, album d’esordio datato 1989. Un thriller
autobiografico “girato” in una oscura e inquietante Manchester. Due prestiti, da
Gounod (il celeberrimo motivo dei telefilm di Hitchcock) e da Bernstein (L’uomo
dal braccio d’oro) mirabilmente trattati, il resto a firma Adamson che
conosce e ama tanto Morricone quanto John Barry e Lalo Schifrin. Stupendo, forse
la prova migliore dei filmakers immaginari degli anni 80.
A ltro lavoro dei primi
anni Novanta che ingloba una traccia prelevata da un film reale è 4. Film Ton
del musicista tedesco C-Schulz. Riprende Il portiere di notte di Danielle
Paris in chiusura di un disco ben ambientato. Elettronica discreta, diretta
discendente dei lavori di Eno, resa evoluta dalla presenza di strumenti come
l’oboe e il trombone. Tedesco pure Holger Czukay, figura storica con i
Can del rock di Germania. Esordirono con un album chiamato (per caso?)
Monster Movie, realizzarono soundtracks, ad esempio per Deep End
(La ragazza del bagno pubblico) di Skolimowski e nel 1993, Czukay
pubblica Moving Pictures, un album di virtuale musica per films. Non
esaltante come le opere storiche dei Can o il suo album d’esordio Canaxis,
ma anche i grandi registi non sempre partoriscono capolavori. Tre anni dopo, in
Australia, si gira The Inner Cinema firmato Soma, progetto
musicales del duo composto da David Thrussell e Pieter Bourke. Una fine sintesi
di Cabaret Voltaire e Clock Dva con innesti di trip-hop, tex-mex,
country. Convincente lungometraggio sonoro.
Dissolvenza poi “seduta
davanti a me cominciò lentamente a spogliarsi. Con un sorriso dolce allargò le
gambe”. Il testo è di Stefan Winter e funge da preludio a Au Bordel,
il disco che inaugura la collana degli Audio Film prodotti dall’etichetta Winter
& Winter. Protagoniste le città, in questo caso Parigi. Riprese in interno. Un
set semi vero in un bordello. In scaletta composizioni originali e brani dalla
storia del cinema, dall’Angelo azzurro a La Habanera. La Dietrich
si aggira dietro le quinte, mentre vanno in scena l’orchestrina di Noël Akchoté
e le deliziose star della casa, Sonia, Lydie, Geraldine. In primo piano
malinconia e sensualità, partner difficili che qui si intendono a meraviglia.
|