Necroelogio della stupidità | di Desdemone Vitale | |
Tra la baldoria e il silenzio, la stupidità e
l’idiozia, s’annoda, dunque, la fune
penzolante da cui s’impiccia spesso l’intelligenza
– e le sue protesi – incatenata alla
realtà, ma come un debitore a un cambiale.
L’intelligenza lo scova. Allora il problema non è tanto l’identità indurita (idiota) o liquida (stupida), ma il lavoro quotidiano dell’intelligenza stessa che si esercita non sulla … paura che il mio fragile equilibrio vada in frantumi, che il mio io si disfi, ma invece il terrore che il mio io sia definitivamente compiuto, sia per sempre senza diversità (ibidem, p. 37). Esiste un sentimento dell’intelligenza, mentre non ne esiste uno della stupidità o dell’idiozia. L’unica che si dolga del nostro stato è l’intelligenza che, nel tentativo di liberarsi dalla colla della stupidità, di non darle “spazio ulteriore per l’esercizio dei suoi talenti”, direbbe Cipolla, impara col tempo a fare gli errori giusti. Insomma, stiamo morendo, ma… niente di serio. | ||
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— Cantalupo P., Carotenuto A., Masullo A., Piro S., L’Io mancante, Loggia de’ Lanzi, Firenze, 1997. |
— Cipolla C., Allegro. Ma non troppo, il Mulino, Bologna ,1998.
— Dostoevskij F., Idiot, 1869, trad. it. L’idiota, Garzanti, Milano,1990. |
— Nietzsche F., Morgenröte, 1881, trad. it. Aurora - Frammenti postumi 1879-1881, Adelphi, Milano, 1964. | — Strada V., Le veglie della ragione, Einaudi, Torino, 1986. | |||