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NEL CUORE E NELL'ANIMA | |
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[ ORTA SAN GIULIO ] | |
di Marco Bertoli
Caro Quaderni, Solo
che non c’è mica da giurare che, tesa fra i
vertici che tu metti avanti, “autore del
pezzo/opera/luogo”, quella figura riesca in fin dei conti un
triangolo. Almeno, non uno di quei triangoli che sappiamo tutti, le
punte dure affilate, da girarci intorno cauti per non prenderci dentro
e farsi male. Ma forse la tua metafora gemoetrica sarà
abbastanza lasca da permettere di immaginarlo, questo triangolo, un
triangolo aggiustabile? Per intendersi: con due punte fisse e la terza
mobile, le semirette incernierate agli estremi del lato opposto per
variare, secondo necessità, la ripartizione degli interni
180°? È possibile immaginare che uno dei vertici,
quello detto dell’opera, non se ne voglia restare fisso a
un’opera e a quella sola? Non sarebbe anzi interessante
supporlo (meglio ancora che mobile) molteplice, cioè
addirittura porre in revoca il proposto triangolo per favorire un
profilo giocondamente dentato, genere corona o catena montuosa? Non
sarebbe più rimunerativo per chi legge? Vertice
primo, il Luogo – Il Lago d’Orta
(http://snipurl.com/kg5bc), cioè i rilievi e
l’abitato circostanti, a lungo nell’anodina
provincia di Novara e or non è da molto in quella
artificiosa di Verbania (glossa storico-turistica: il Lago
d’Orta, Cusio, il panoramicissimo monte Mottarone lo separa
dal Lago Maggiore, Verbano; all’intendente il Lago
d’Orta suggerisce Riccardo Wagner, Federico Nietzsche e
l’amica sua Lou Salomé; laddove, il Maggiore,
Piero Chiara*). - Thomas Mann, La montagna incantata (1924). Assorbito, molto a proposito, per intero sui cocuzzoli e di preferenza su quello poco frequentato del colle Saccarello, a cui si ascende dal borgo di Quarna Sopra, che dispone del più ameno – stupefacente, di fatto – belvedere sul lago, a circa mille metri, v. infra. Meno a proposito il clima soffocoso di quel mese di luglio 1982 (campioni del mondo!). Allergie e febbri da fieno fecero modesto parallelo alle più tragiche e simboliche affezioni polmonari degli inquilini del sanatorio di Davos. Un vallone oscuro, o forra, restò per sempre correlativo oggettivo dell’intero romanzo, proprio come un anziano e scontroso ex-alpino, pure frequentatore abituale del colle quell’estate, prestò fattezze caprine e un piede torto in dentro a Leo Naphta, lo sventurato ex-gesuita di Mann. - James Ellroy, White Jazz (1992). Lettura peripatetica, come tutte le altre, ma associata indelebilmente e al contrario al sole battente e all’aria pura del santuario della Madonna del Sasso, altra vista mozzafiato del lago, ma più meridionale, stavolta di fronte al promontorio stesso di Orta. California immensa, assolata anch’essa a dire il vero, ma sordidissima, arida se non per gore e altri liquidi e liquami innominabili; reimmaginata e sterilizzata dal bosco alle spalle e sopra, dal blu del lago sotto, e dal minuto e rassicurante nitore del paesino di Boleto. - Walter Piston, Harmony (1948). Episodio di un’educazione musicale frammentaria, conflitta e per buona parte autodidattica. Nei giardinetti del Comune di Orta San Giulio e poi presso il diminutivo imbarcadero dell’isoletta omonima, all’ombra della chiesa del Santo, sempre con il lappare sommesso del lago a contendere al tentativo arrogante e un po’ insensato di sentire nella testa le “risoluzioni irregolari” e l’impiego delle dominanti secondarie. Orta era ed è città musicalissima, per quanto di rado vi si senta risuonare una nota. - Capitan America, L’Uomo Ragno, I Fantastici Quattro (1972-1974). Dovunque capitasse, ma soprattutto su una panca verde nel cortile di casa, o nella casa stessa piccolissima e buia, durante le pioggie torrenziali e infinite che, passato Ferragosto, erano la norma (strano a dirsi, ma oggi non è più così). - Thomas Stearns Eliot, Four Quartets (1943). Footfalls echo in the memory / Down the passage which we did not take / Towards the door we never opened / Into the rose-garden**. La scoperta, in una, del senso della poesia e del senso del tempo (Time present and time past / Are both perhaps present in time future***) un pomeriggio di Pasqua trascorso al belvedere di Quarna Sopra, al riparo dal sole nel casotto in disuso del tiro al piattello, seduto su una cassa, con fra i piedi frammenti antichi di piattelli e, da un finestrino-feritoia, vista di una betulla e dei monti. - Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore (1963). Germe di una vocazione letteraria dolorosamente equivocata ma dalle conseguenze palesi ancora oggi, nata fra le cappelle barocco-spaventose del Sacro Monte di Orta (con appendice in quelle, assai più belle, del vicino omologo a Varallo Sesia). Un’autopsia minuziosa o anche cursoria duole ancora troppo. Un’altra volta, magari.
* È anche vero che la Salomé e tutto l'episodio con Nietzsche e quell’altro, al fondo del fondo, sono un po’ roba alla Piero Chiara. ** Passi echeggiano nella memoria
*** Tempo presente e tempo passato
:: letture :: — Eliot T.S., Four Quartets, Harcourt-Brace, New York, 1943. Tr. ital. di Filippo Donini, Quattro quartetti, in Opere (1939-1962), Bompiani, Milano, 2003. — Ellroy J., White Jazz, Alfred A. Knopf, New York, 1992; White Jazz, Mondadori, Milano, 1995. — Gadda C.E., La cognizione del dolore, Garzanti, Milano, 2008. — Mann Th., Der Zauberberg, S. Fischer Verlag, Berlin, 1924, La montagna incantata, Corbaccio, Milano, 1992 — Piston W., Harmony, W.W. Norton & Company, New York, 1948; Armonia, a c. di G. Bosco, G. Gioanola, G. Vinay, EDT, Torino, 1989. — Soldati M. Orta mia e altre pagine novaresi e piemontesi disperse, a c. di Roberto Cicale, Interlinea, Novara, 2008.
:: visioni :: — Captain America, The Amazing Spiderman, The Fantastic Four, ®Marvel Comics Group; edizioni italiane Panini Comics, Modena. |