White Bird Release
di Pan American Robert Goddard nacque nel Milleottocentottantadue, il suo sogno era quello di raggiungere la Luna e le stelle. Immaginava che, in un modo o nell’altro, l’uomo avrebbe potuto inventare qualche strumento in grado di portarlo lassù. Immaginava e, a scanso di equivoci, progettava missili. Quello che poi è successo, noi lo sappiamo, ma Goddard, morto nel Millenovecentoquarantacinque, non ha potuto vederlo. Si legga adesso di un sol fiato la tracklist di
White Bird Release, ultimo lavoro di Pan American per la Kranky. Le aspirazioni di Goddard sono scritte tutte lì, nel frammento di una lettera inviata nientedimeno che ad un certo Herbert George Wells. Ed ora Mark Nelson, che quando suona si fa chiamare Pan American, traspone queste aspirazioni, come d’altronde ha sempre fatto, in musica. È un viaggio sulle stelle questo nuovo album, è una tenue ricerca degli astri, è una tranquilla passeggiata siderale, sfumata come le immagini indistinte della copertina. Un poco malinconico certo, come negarlo? Provate voi a girare intorno alla Terra, in orbita sulla Mir o sull’Apollo 11, e non sentire una sottile nostalgia dolciastra guardando dabbasso. Ma dato che, per un motivo o per un altro, oltrepassare l’atmosfera terrestre non è impresa di tutti i giorni, ci si potrebbe accontentare di far girare un disco un po’ elettronico e un po’ ambientale (e molto intimista) per immaginare ad occhi chiusi il senso minimale di un’immagine che si affievolisce all’orizzonte, che diventa sempre più piccola. Ed allora ci si trova da soli, a spasso nel vuoto ripetendo con calma, e con una certa strana beatitudine un famoso motto forse alla fine non troppo ambizioso.
Per aspera ad astra. |
titolo White Bird Release
di Pan American
etichetta Kranky
distributore Goodfellas
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Green and Blue
di Dave Stewart & Barbara Gaskin Era dal 1991, anno della release di Spin, che i fan aspettavano un segno di vita da parte del duo post canterburiano. Dopo esattamente 18 anni, ecco finalmente un nuovo cd (il quinto della scarna discografia ufficiale di Stewart e Gaskin, escluso singoli e raccolte varie) che non fa che confermare lo stato di grazia di due artisti che sembrano inossidabili al passar del tempo e impermeabili alle mode musicali. Il loro “pop per adulti” colpisce ancora: il canto celestiale della Gaskin valorizza i sontuosi arrangiamenti del compagno che più che armeggiare il suo parco tastiere sembra essersi ormai calato completamente nel ruolo di one man band: direttore d’orchestra ed esecutore di quasi tutte le parti. Solo due i contributors: Andy Reynolds alle chitarre e Gavin Harrison alla batteria. Questa concentrazione di potere, musicale ovviamente, penalizza la varietà timbrica dei brani inclusi in
Green and Blue che avrebbero risaltato maggiormente se ad affiancare i nostri ci fossero stati dei bravi solisti (e, visto l’ambiente, ci sarebbe stato solo l’imbarazzo della scelta). Accontentiamoci, anche perché il piatto è ricco. Nove brani, di cui due, sono certamente da iscrivere in una prossima compilation della serie “il meglio di”. Partiamo dal brano che dà il titolo al cd: una struggente ballad senza tempo di quelle che hanno reso famosi, si fa per dire, il duo. Da antologia il solo di Stewart, dopo la prima strofa cantata, che sembrerebbe preludere all’ingresso di un’ancia o di una chitarra elettrica, ma niente… Meno autarchico
The Sweetheart Sea (Part1- Part 2). Anche in questo caso, il perno su cui ruota l’intera composizione è uno di quei motivi che riescono a fare breccia già al primo ascolto. Geniale anche la seconda parte di questa mini suite con la voce narrante di Peter Blegvad che conduce al climax finale con tanto di backing vocals da parte dell’angelico Amorphous Choir. Un pezzo finalmente corale. Da acquistare insieme al cd, anche un cd-r messo a punto per l’occasione da Stewart intitolato
Hour Moon con cinque brani di cui due bonus track rimaste fuori dalla release ufficiale (Shakin’ All Over e
This Wind Blows Everywhere), un inedito (la cover di Telstar dei Tornados di Joe Meek) e due composizioni già, in parte, conosciute:
Your Lucky Star (tributo a Meek apparso su Spin) e Henry&James (B side del singolo
I’m in a Different World) nella versione speciale allegata al magazine americano Keyboard uscita nel dicembre 1985. Insomma, tanta carne al fuoco. Buon ascolto, sperando di non dover darci di nuovo appuntamento tra altri vent’anni. |
titolo Green and Blue
di Dave Stewart &
Barbara Gaskin
etichetta Broken
Records
distributore Burning
Shed
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Heavy Ghost
di DM Stith Ecco un altro bell’esempio di cantautorato nordamericano che sa reinventarsi anche al di là delle classiche linee folk più care all’indie da esportazione. Di DM Stith, al secolo David Michael Stith, si potrebbe dire certamente che ha le idee chiare. E forse, si aggiunga, proprio perché dimostra il contrario.
Heavy Ghost è un album incredibilmente ampio e frammentato, nel senso che accoglie in sé una quantità innumerevole di passaggi tra loro differenti al punto da far quasi perdere la bussola della situazione. I riferimenti sono tantissimi: psichedelia, post-rock, elettronica, songwriting e folk apocalittico su tutti. Ma a tenere insieme l’intero lavoro ci sono due linee costanti lunghe per tutta la durata del disco: la voce garbata di DM Stith, e un’ininterrotta vena ironica che accompagna continuamente lo scorrere delle dodici tracce. E sono entrambi elementi che si mescolano come fossero fatti di una sostanza fuggevole, come se si rincorressero giocando con le variabili di una nota protratta di chitarra, come nel vuoto, oppure con quelle degli ululati che fanno da sfondo (al modo di
Pigs, ad esempio). Tutto questo mentre compaiono leggeri inserti di rumore che all’ascolto diventano catene di fantasmi (Spirit Parade), oppure mentre le note del piano fanno il verso a quelle di un carillon quando ormai tutti intorno dormono, un carillon solitario che per qualche istante prova a rilassarsi e anche ad ascoltarsi (si prenda come esempio
Pity Dance). Heavy Ghost gioca con le atmosfere come farebbe un qualsiasi sognatore senza il fardello del tempo a spasso tra il riverbero di una percezione subacquea ed il sibilo del vento in mezzo alle dune d’un deserto. |
titolo Heavy Ghost
di Dm Stith
etichetta Asthmatic
Kitty
distributore Goodfellas
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