UN’ALTRA RAGIONEVOLE PROPOSTA | ||
di Gennaro Fucile |
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Jonathan Swift è autore amato da generazioni di bambini. I viaggi di Gulliver è stato tagliato, cucito, confezionato, riassemblato per poter essere letto a età diverse, proposto in diverse taglie, proprio come l’abbigliamento per i più piccoli: 3-6 anni o 6-9 anni, ad esempio. Swift, per la verità, non pensava di rivolgersi ai bambini con Gulliver, ma pensava ai bambini quando scrisse A Modest Proposal, suggerendo un pratico, efficace ed economico sistema per risolvere il problema della fame nella sua patria, l’Irlanda. A chi manca la lettura di questo prezioso esempio di humor noir pubblicato nel 1729, tre anni dopo i Gulliver’s Travels, accenniamo brevemente al contenuto del pamphlet. La questione è semplice: Swift pensò di prendere due piccioni con una fava, proponendo di sfamare i miserabili dell’epoca, trasformando in cibo i pargoli che quegli stessi poveri avevano messo al mondo e che non erano in grado di sfamare, non avendo neanche di che nutrirsi essi stessi. Cifre alla mano, con serietà ineguagliabile, buttò anche giù due conti dimostrando che la sua ragionevole proposta per evitare che i bambini degli irlandesi poveri siano di peso ai loro genitori ed al paese e per renderli utili al pubblico, come recita per intero il titolo, era un affare che avrebbe portato in attivo le finanze e le coscienze. Oggi nessuno muore più letteralmente d fame, non in Irlanda, non in Europa, non nelle nazioni fondate su un capitalismo tardomoderno più o meno evoluto. C’è gente che se la passa male, ma praticamente nessuno muore di fame. Fuori da questi confini, invece, si continua a perire di stenti, di denutrizione e sono cifre impressionanti. Stiamo parlando delle vite di scarto, come le ha definite, con profonda pietas, Zygmunt Baumann, quelle masse di disperati che tentano con ogni mezzo di transitare dall’inferno alla società del benessere, seppure collocandosi poi ai margini di una modesta condizione di vita. Un tentativo disperato e reiterato di sbarco, un’invasione, o almeno il tentativo di compierla, che comporta problemi di ogni genere. Eppure un rimediuccio ci sarebbe, pratico, economico, rapido, una soluzione quotidiana alla fame dei poverissimi. In Italia abbiamo le cifre che ci confortano sulla sua fattibilità, perché gli italiani, nonostante la crisi, continuano a volere bene ai loro pet, gli animali domestici. |
La loro compagnia è irrinunciabile e per consolidarla si spendono cifre sempre maggiori. I numeri sono eloquenti: il giro d’affari del petfood nel 2008 ha superato i 1.200 milioni di euro, secondo dati elaborati da IRI per il Rapporto Assalco 2009 (il rapporto sul settore elaborato dall'Associazione Nazionale Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia). Eppure un tempo gli animali domestici mangiavano gli avanzi dei loro proprietari, oppure in una variante più solidale, ne condividevano il pasto. Oggi, più che ieri, continuiamo a mangiare; nel (più o meno) ricco Occidente si mangia sempre di più e meglio e di conseguenza si continuano a produrre avanzi, rimasugli, che inevitabilmente finiscono nella spazzatura, creando anche non pochi problemi di smaltimento. Diamine, ecco una soluzione sostenibile che sotto il profilo economico non fa una piega: sfamiamo i lerciosi affamati con i nostri avanzi, prendiamo tutto dai piatti, lische, ossicini mal rosicchiati, condimenti, fondo di pentola o di padella, pezzetti di pane, torsoli, briciole, ma anche tutto quello che non utilizziamo dell’ortofrutta, ad esempio, oppure interiora non cucinate, e avremo di che saziare questo fabbisogno alimentare supplementare, risolvendo anche il problema dello smaltimento dell’umido. Non solo, ci consente anche di essere soggetti con uno spiccato senso di interazione con le merci lungo l’intero loro ciclo di vita, evolvendo da consumatori a neo produttori, dando addio al consumo statico, così come ci si sta allontanando dal web 1.0. La soluzione pone problemi logistici, è vero. Come convogliare queste derrate alimentari, come vogliamo definirle? di seconda mano?, usate? verso luoghi di approvvigionamento sicuri? Le dimensioni sono notevoli, non c’è dubbio, l’intera Europa mangia e scarta tanto e i grandi volumi, migliaia e migliaia di tonnellate, relativi al recupero e allo smaltimento sono lì a ricordarci che al mondo non c’è niente di facile, ma anche a confortare questo suggerimento. Pensiamoci, una soluzione eco-solidale, a basso costo, in grado di regalarci una sicurezza garantita al 100%: mal che vada non verranno più a disturbarci non perché sazi, ma per un’alimentazione scorretta. Pensiamoci, distrattamente, carezzando il nostro gatto. | |