La Rabbia
di Pier Paolo Pasolini e Giovannino Guareschi Fino a qualche anno fa esistevano ancora le grandi ideologie. C’erano le tradizioni del pensiero, le visioni del mondo ed i punti di vista assiali. Il mondo che si vive oggi, sebbene tenda a levigare gli spigoli ed a smussare gli angoli, proviene direttamente da quel periodo. Era il Millenovecentosessantatre quando Pier Paolo Pasolini e Giovannino Guareschi girarono il documentario
La Rabbia (riproposto oggi da Minerva Rarovideo in un Dvd con una lunga ricostruzione di Tatti Sanguineti sulle origini della pellicola). Era un periodo, quello dei primi anni Sessanta, di guerra fredda, di decolonizzazione, della conquista dello spazio, del riassestamento politico degli equilibri mondiali. L’Italia si trovava, bene o male, al centro di tutto questo: a metà strada tra l’Europa e l’Africa, e tra l’Urss e gli Usa; tanto viva nella sua radice cattolica, quanto affascinata dalla moderna laicità. Ma la domanda che si ponevano tutti, quelli che stavano dalla parte conservatrice dei vecchi e solidi valori e quelli che non paventavano la conquista di un moderno progressismo, era la stessa. Ci si chiedeva del perché le cose fossero tanto tremende, perché la facessero da padrone l’odio, il rancore, la miseria e, soprattutto, proprio la rabbia. Eccoli Pasolini e Guareschi, il poeta omosessuale e l’umorista conservatore, in una pellicola che legge dall’Italia le vicende di un mondo stupefatto di se stesso. La guerra d’Algeria, l’avventura siderale di Jurij Gagarin, la rivoluzione a Cuba, la bomba atomica ed il processo a Norimberga. C’è lo sguardo doppio di una nazione ancora giovane come l’Italia ne
La Rabbia, c’è la testimonianza irrinunciabile del doppio spirito propulsivo, quello fatto tanto delle donne di campagna quanto dei giovani proletari della periferia. Ma questa, ancora oggi, a più di quarant’anni di distanza, è forse ancora l’Italia in mezzo al mondo.
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titolo La Rabbia
regia Pier Paolo
Pasolini
e Giovannino Guareschi (Tatti Sanguineti per i contenuti extra)
casa di produzione RaroVideo
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Wall-E
di Andrew Stanton Il nono lungometraggio d'animazione realizzato da Pixar Animation Studios in coproduzione con Walt Disney Pictures, è una favola ecologistica estremamente attuale ambientata nel futuro. Wall-E (Waste Allocation Load Lifter Earth-Class), il protagonista del film, è l’ultimo robot che continua a svolgere il suo compito di spazzino in una metropoli desolata (che richiama Leonia da
Le città invisibili di Italo Calvino), da secoli abbandonata dagli umani. La vita del robot trascorre tranquilla fin quando un giorno, mentre compie le sue consuete mansioni, s’imbatte in un’astronave che arriva dallo spazio e da cui sbarca EVE, la robot–ricercatrice il cui compito è quello di trovare tracce di vita naturali come segno della ritrovata vivibilità della terra. Intanto gli umani vivono in un’enorme navicella spaziale, dediti al consumismo sotto il controllo di un sistema tecnologico evoluto. La trama del film incrocia la storia d’amore tra i due robot e le vicende del ritorno sulla terra degli umani, reinstaurando un rapporto di fiducia, interrotto molti secoli prima, nell’equilibrio tra natura e uomo. Il film apre una riflessione molto attuale sulla sostenibilità del modello di sviluppo, mostrando lo scenario di un pianeta saturo, ormai inadatto ad ospitare gli uomini, dove le tecnologie offrono nuovi ambienti artificiali in cui si avverte il rischio di una profonda trasformazione antropologica dell’uomo. |
titolo Wall-E
regia Andrew Stanton
casa di produzione
Buena Vista Home Entertainment |
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Il cavaliere oscuro
di Christopher Nolan Costruito, come il precedente, sulle forti personalità degli interpreti secondari, che poi alla fine risultano non esserlo affatto,
The Dark Knight può essere considerato come una sorta di manifesto della modernità, ossia di quel magmatico insieme di contraddizioni, opacità ed insicurezze che caratterizza l’evo nel quale viviamo. Il film infatti si struttura su un susseguirsi serrato di avvenimenti in cui i personaggi, specie quelli positivi, sviluppano dubbi e incertezze che pian piano li portano addirittura a tradire se stessi. Così il procuratore distrettuale Harvey Dent, efficace e intransigente paladino “istituzionale” della giustizia, trasformatosi nel terribile Due Facce, alla fine di un breve monologo, pronuncia, senza troppe recriminazioni, una frase impensabile fino a pochi minuti prima: “Pensavi che potessimo essere persone per bene in questi tempi in cui tutto è male, ma ti sbagliavi, il mondo è spietato e l’unica moralità in un mondo spietato è il caso... imparziale, senza pregiudizi... equo”. In tale contesto assume un ruolo centrale la figura di Joker che esalta quel senso di transitorietà che riguarda non solo la vita degli individui, ma anche le loro idee e i loro principi. Joker simboleggia la parte irrazionale dell’essere umano, una irrazionalità che però trova la sua realizzazione solo nel suo opposto, ossia in quel Batman rappresentante, sempre più tormentato, del bene. Non deve dunque sorprendere se, in uno dei momenti più suggestivi della pellicola, Joker, rivolgendosi al Cavaliere Oscuro, gli dica: “Non voglio ucciderti. Tu mi completi”. Del resto il film si chiude sull’amara riflessione del commissario Gordon che sottolinea come Batman, in realtà, non possa essere considerato un eroe in termini assoluti, ma solo l’eroe che la degradata città di Gotham si merita.
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titolo Il cavaliere oscuro
regia Christopher
Nolan
casa di produzione Warner
Home Video
principali interpreti
Christian Bale, Heath Ledger, Aaron Eckhart, Michael Caine, Maggie Gyllenhaal, Gary Oldman, Morgan Freeman |
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