Le
testimonianze,
invece, sono
racconti auto-biografici, lasciati direttamente dalla persona che ne
è
protagonista, ma, come il caso precedente, riguardano storie di vita
che si fanno testimoni del cambiamento storico e sociale vissuto dalle
città e dai piccoli centri italiani. Il referente della
narrazione
continua ad essere la comunità della rete. Il lettore, sia
nel caso
delle memorie che delle testimonianze, assolve il compito del
testimone, nell’accezione descritta da Paolo Jedlowski3
,
referente,
custode e affidatario di quel particolare racconto. Il
terzo gruppo
di ricordi on-line individuato è quello dei monumenti
virtuali4
. Si
tratta in prevalenza di pagine personali realizzate in maniera
amatoriale, dai familiari del defunto, dedicate alla vita del soggetto
ma soprattutto alle cause della sua morte, agli eventi che hanno
determinato la sua scomparsa. L’oggetto
della narrazione è, dunque,
un particolare episodio che riguarda la vita del defunto e spesso tale
avvenimento ha una rilevanza sociale e culturale. La grafica
è
utilizzata, pur nella sua semplicità, per sottolineare il
tono luttuoso
dei contenuti e per marcare il dolore che spesso accompagna la
prematura scomparsa del soggetto, protagonista della
narrazione. In
questi casi emerge chiaramente il bisogno profondo di tenere memoria,
di impedire che venga dimenticata quella che si vuole proporre come
verità taciuta.
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I
ricordi sono brevi
narrazioni, spesso composte da
poche righe, postate in prevalenza in quegli ambienti definiti cimiteri
virtuali5
. I pochi
casi presenti sul web italiano hanno grosso modo le
stesse caratteristiche: l’uso di terminologie tipicamente
legate
all’ambiente cimiteriale per indicare le varie sezioni del
sito, un
impianto grafico che evoca in maniera più o meno palese le
iconografie
e l’ambientazione del “classico”
cimitero, la possibilità di costruire
gratuitamente o a pagamento uno spazio dedicato alla memoria del caro
estinto. Vi sono immagini o semplicemente raffigurazioni che richiamano
la passione di Cristo, i classici lumini o le candele, dominano i
colori scuri ed è spesso possibile vedere le fotografie
opportunamente
incorniciate del defunto. Nel caso dei ricordi il vero
referente
della narrazione è il proprio caro, quasi a volere
instaurare con lui
un dialogo diretto e personale, superando i limiti della
“distanza”
fisica. La rete, lo strumento in grado di abbattere le frontiere
spazio-temporali, sembra permettere di raggiungere anche chi
“non c’è
più”. In questo caso
l’obiettivo è quello di tenere traccia di un
proprio pensiero, una dedica personale al ricordo di chi si ama, che
lascia un segno concreto, non tangibile ma rileggibile nel
tempo. Molto
simili ai ricordi sono gli aggiornamenti, con cui indichiamo quei
particolari messaggi direttamente rivolti alla persona estinta, che
fanno riferimento all’immediato passato di cui lei non
è più parte.
Quasi al fine di metterlo al corrente degli avvenimenti che
caratterizzano i suoi gruppi di appartenenza, chi frequenta questi
spazi di interazione riporta fedelmente gli accadimenti più
significativi della sua vita ed anche, possiamo dire, del contesto
sociale. Un esempio è offerto da questo messaggio:
“Il 6 ottobre si
è laureato Marco con ottimi voti. È stata una
giornata indimenticabile,
abbiamo avuto la sensazione che anche tu fossi accanto a noi. Siamo
certi che tu partecipi a questa grande gioia. Mamma e papà”. Gli
epitaffi sono invece narrazioni biografiche legate a particolari
interessi della persona scomparsa, solitamente pubblicati a seguito
della morte o per ricordarne l’anniversario. Non
sono dei siti ma
delle pagine o sezioni presenti all’interno di spazi dedicati
ad
argomenti specifici, come ad esempio i siti delle associazioni, di enti
pubblici o di corporazioni e albi. |