Il romanzo inizia infatti con un giovane Ferdinand,
“vergine di atrocità”, che si arruola rocambolescamente per partecipare
alla I Guerra mondiale, forse in preda all’euforia che allora aleggiava
attorno al conflitto in fieri, e, vivendolo, dirà che “la guerra era
tutto quello che non si capiva”, espressione che evidenzia un doppio
significato. Da un lato è un risvolto dell’incoscienza del
protagonista, che si troverà ad obbedire agli ordini di individui
esaltati, patrioti della morte, eseguendo sempre compiti di
rifornimento, senza mai vivere in pieno l’angoscia immobile della
trincea. Dall’altro, dichiara che la guerra è infinita espressione
dell’Io umano e dei suoi incubi, uccisione reciproca senza motivazioni. Il
terzo grande tema è la fabbrica, luogo di produzione di ricchezze
nazionali, ma anche di macchinizzazione delle capacità umane, che
Ferdinand sperimenta quando si trasferisce negli Stati Uniti. A prima
vista, il Nuovo Mondo aveva suscitato nel protagonista grande
ammirazione, per la dinamicità degli abitanti e la grandiosità delle
forme urbane, completamente protese verso l’alto, città verticali,
totalmente diverse da quelle d’Europa, adagiate, stanche e apatiche. Un
tema caro alla sociologia, che negli anni Trenta, scopriva la città
come laboratorio di analisi grazie alla “Scuola di Chicago”. Ma la vita
veloce che Ferdinand osserva nella metropoli assume una nuova forma
quando lui viene impiegato in una fabbrica Ford, a Detroit. Gli viene
affidata una mansione che lo tiene lontano dai compiti ripetitivi della
catena di montaggio, ma ugualmente Céline vede ridotto il suo stato a
quello di un primate, e fugge, ritornando in Francia. In lui, i grandi
temi sono delle cornici minime nello spazio dell’opera, che sono però
enormi nel discorso delle loro conseguenze sugli atti umani. Attraverso
un percorso ciclico l’immondo della forma umana diventa poi radice dei
grandi canoni e canone costante.C’è fine all’immondo? Forse no; ma qualcuno non ne è pervaso
pienamente. In Africa Ferdinand conosce Alcide, un funzionario
francese, con una nipotina rimasta orfana che vive in patria, che lui
mantiene a distanza. “L’amore per la vita degli altri fa grande un
uomo, di più della sua povera vita”: il protagonista concepisce
l’esistenza e la fattibilità della solidarietà umana, si commuove per
il coraggio del collega. Non è nemmeno indifferente alle potenzialità
di esistenza dell’amore, come dimostra il congedo da Molly, una
prostituta conosciuta a Detroit, che rivela come la concezione di amore
del protagonista coincida con l’atto di aver cura dell’altro,
mantenendone intatto il corpo. Spesso il dono agli altri è
involontario. Nel manicomio parigino dove lavora, Céline dà delle
lezioni di inglese all’apatico e taccagno dottor Baryton, che comincia
così a scoprire il bello del viaggio, della fuga costruttiva verso la
conoscenza, ma anche quella negativa, lontano dalle responsabilità che
lo legavano alla figlia affetta da un grave ritardo psico-fisico.
Il
resto dei sentimenti provati da Ferdinand non sarà che “appena
abitabile”, ed egli vedrà, nelle dinamiche umane vissute, soprattutto
lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dalle colonie alle fabbriche Ford,
fin nella squallida periferia di Rancy. La sezione del romanzo
dedicata ai sobborghi operai parigini, la più lunga dell’opera,
presenta un’umanità affollata di esseri gretti, meschini. I coniugi
Henrouille, che vogliono far rinchiudere in ospizio la vecchia madre
del marito per poterne gestire la ricca pensione, il sudicio Don
Protiste, parroco del quartiere, che organizza il finto incidente
domestico in cui uccidere la vecchia Henrouille, che, accortasi dei
traffici attorno alla sua persona, ha ripreso vigore ed inveisce contro
il mondo. Ferdinand mantiene un atteggiamento di sdegnoso distacco,
assume ippocraticamente il ruolo di medico, anche se in un modo molto
comico, infatti non accetta onorario durante le prime visite, perché ha
vergogna di chiederlo. In seguito, ogni paziente lo congeda
garbatamente dopo ogni visita medica. Anche il mondo accademico che
vede è abitato da individui grami. Qui conosce Parapine, scienziato
velatamente voyeur, desideroso di fare una scoperta scientifica
sensazionale, qualsiasi essa sia, per poter finalmente lasciare
l’istituto di ricerca dove lavora e il suo odiato capo, rinomato barone
universitario. |