Viandra
di Lars Hollmer
Il
songbook di Lars Hollmer si
arricchisce di sedici nuove composizioni dove tutti gli ingredienti
della sua musica trovano un ideale amalgama. Lo aiutano
nell’impresa un
pugno di musicisti tra cui il fido Michel Berckmans. Hollmer
è stato
tra i protagonisti di quel circuito musicale europeo attivo negli anni
Settanta, Rock In Opposition, (RIO), che ruotava intorno agli inglesi
Henry Cow. In Italia vi aderirono gli Stormy Six, in Svezia i Samla
Mammas Manna poi ribattezzati Zamla Mammaz Manna e infine Von Zamla.
Insomma, le varie versioni del gruppo fondato e diretto da Hollmer, che
poi negli anni Ottanta intraprese la carriera solistica, anche alla
guida di nuovi ensemble come la Looping Home Orchestra.
Iniziò lì a
delinearsi il contorno particolare del sound hollmeriano, che
contribuì
non poco a riscattare la fisarmonica dal ruolo di strumento plebeo, di
pianoforte dei poveri, affidandogli spesso il ruolo di strumento
solista, anche se Hollmer agisce con altrettanta disinvoltura sulle
tastiere. Anche qui Hollmer, dunque, ripropone quella sua singolare
miscela fatta di marcette e filastrocche (Lilla Bye)
per feste di qualche paese fiabesco, melodie (Moldaviska)
e danze (Strutt) per luna park di surreali
periferie. Gioia (Alice) e malinconia (Viandra).
La singolarità di questa musica consiste
nell’essere sempre sul punto
di precipitare tra le braccia del rock più avantgarde con il
ricorso a
poliritmi (Snabb e Konstig) e
timbri più rannuvolati, come in Paztema e
nella conclusiva Folkdron Menad. Il ritorno di un
artista maturo. Gennaro Fucile |
di Lars Hollmer
titolo Viandra
etichetta Cuneiform
distributore Ird
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An Aerial View
di Oophoi
Nuova divagazione su gelidi
temi licenziata dall’etichetta di Alessandro Tedeschi (vedi
Quaderni
D’Altri tempi numero XI) . Questo episodio inaugura una
collana
parallela, la Würm Series mettendo subito in chiaro il concept
da
declinare nella nuova serie: il Würm, appunto, ovvero la
quarta
glaciazione, l’ultima, conclusasi circa diecimila anni fa. Il
battesimo
del ghiaccio… è stato affidato a Gianluigi
Gasparetti, in arte Oophoi,
un progetto musicale nato inequivocabilmente sotto il segno di Klaus
Schulze e Steve Roach e poi personalizzato nel tempo. Il musicista
romano – già direttore della rivista Deep
Listenings, poi
purtroppo chiusa – è ormai (iper)attivo da una
dozzina d’anni,
considerata la già ragguardevole discografia. Oophoi,
inoltre, aveva
già partecipato con il brano Cold Sun a Cryosphere
(2006),
un po’ l’album/manifesto dell’etichetta.
In questa nuova fatica, la
suggestione glaciale viene condensata in una sola traccia di oltre
un’ora realizzata con synth e theremin. Così
equipaggiato Oophoi
innalza un autentico suono profondo a tratti impalpabile, sorvolando la
distesa artica avvolta in un silenzio abbagliante. Quieto e visionario,
animato da struggenti variazioni timbriche, venato di una gelida
tristezza. Torna alla mente l’interrogativo nietzschiano:
“Non andiamo
forse errando in un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio
vuoto? Non fa sempre più freddo?”. Un disco che centra pienamente il bersaglio. Pack ancora una volta elegante. Gennaro Fucile |
di Oophoi
titolo An Aerial View etichetta Glacial Movements Records/Würm Series
distributore
www.glacialmovements.com | |
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All Night Long
di Mike Osborne
Osborne
è scomparso lo
scorso settembre per un cancro ai polmoni, ma la sua lunghissima
assenza dalle scene ha tutt’altra causa. Smise di suonare in
pubblico
nel 1982, quando la schizofrenia paranoide diagnosticata nel 1974 lo
lasciò definitivamente tra le braccia dei suoi fantasmi.
Solista di
grande forza espressiva, era stato un protagonista del nuovo jazz
inglese. Il suo sax alto lo si ritrova in tutti i contesti chiave
dell’epoca, da Mike Westbrook alla Brotherhood of Breath.
Proprio dalla
comunità dei musicisti sudafricani esuli in Uk, provengono i
due
partner, Harry Miller al contrabbasso e Louis Moholo alla batteria,
protagonisti con Osborne di questo concerto registrato a Willisau il 13
aprile del 1975 e ora ristampato con l’aggiunta di materiale
inedito.
Ottima la rimasterizzazione. L’originale ellepì All
Night Long
si componeva di due scalette non stop una per facciata, flussi di temi
originali rielaborati furiosamente. Impressionante il lavoro armonico e
melodico svolto da Miller, che si concede momenti solistici di assoluta
bellezza, come nel bel mezzo di Round Midnight,
unico standard in scaletta, e in Waltz.
Altrettanto lodevole è l’inesauribile drumming di
Moholo. Una sezione
ritmica all’altezza della situazione considerato che
l’effluvio di note
prodotto da Osborne è davvero paragonabile ad un fiume in
piena.
Infine, le bonus track: una più feroce versione di Scotch
Pearl e la lunga scorribanda Now And Then, Here And
Now,
registrata forse nello stesso periodo. Anche qui il trio sfiora spesso
la collisione sonora, ma è un gioco rischioso che li vedeva
uscire
sempre vincitori.
Gennaro
Fucile |
di Mike Osborne
titolo All Night Long
etichetta Ogun
Distributore Ird |
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