Belfagor - Il Fantasma del Louvre
Special Edition di Claude Barma
Un antico dio delle tenebre ha assunto sembianze umane e si manifesta fra i preziosi reperti del Louvre di Parigi. Niente può ostacolare il suo cammino e guai a colui che gli attraverserà la strada: il suo nome è Belfagor. I suoi occhi sono gialli e maligni, la sua figura è celata da un’inquietante maschera, da un mantello e da un cappuccio neri. I telespettatori italiani ne fecero conoscenza in un noto sceneggiato francese diretto da Claude Barma e giunto sui nostri teleschermi il 15 giugno del 1965. La storia prendeva spunto dal misterioso omicidio di un guardiano del Louvre e, mischiando atmosfere gotiche e gialle grazie a scenari e fotografia suggestivi, portava alla luce una setta di occultisti che si ispirava alla società segreta dei Rosacroce: una setta il cui tesoro, secondo la leggenda, era nascosto all’interno del museo. Belfagor venne poi replicato diverse volte negli anni successivi (nel 1966, 1969, 1975 e 1988), sempre con grande successo. Cosa accadeva, in realtà, fra i meandri del più celebre museo parigino? E qual’era la natura della misteriosa relazione tra l’affascinante Luciana Borel (un’algida e fascinosa Juliette Greco), affascinante donna spinta da un'oscura forza ipnotica e la setta dei Rosacroce? E quale la vera identità di Belfagor? Questi appassionanti quesiti catturarono l'attenzione di milioni di telespettatori italiani, ansiosi di conoscere la risposta a questi e a tanti altri interrogativi presenti in quella che può tranquillamente definirsi fra le migliori produzioni mai realizzate in Europa, tratta dal romanzo di Arthur Bernede e rielaborata dallo stesso regista e da Jacques Armand. Le radici occulte del dio-demone Belfagor si perdono nella notte dei tempi. |
Titolo Belfagor
Il Fantasma del Louvre Special Edition Regia Claude Barma
Paese Francia
Anno di produzione 1965
Principali interpreti
Juliette Greco, Christine Delaroche, Yves Rènier, Isaac Alvarez Prezzo indicativo € 39,90
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Belfagor, o Belphegor nella sua definizione più corretta, indicava il demone delle scoperte e delle invenzioni. Belfagor era adorato dai Moabiti, popolo discendente dal biblico Moab e stanziato nella regione ad est del Mar Morto, presso i quali si manifestava nella forma di una giovane e sensuale donna. Nel 1927 lo scrittore francese Arthur Bernède (1871-1937), già autore di drammi e libretti d’opera (un suo racconto, Saffo, fu musicato dal celebre compositore Jules Massenet), fece di questa figura mitologica il protagonista di un “feuilleton” ricalcante le medesime atmosfere di analoghi prodotti made in France (a partire dal celebratissimo Fantomas della coppia Pierre Souvestre/Marcel Allain): passioni ed intrecci fra personaggi enigmatici, il malessere psicologico dell’uomo moderno di fronte all’Ignoto, l’interesse per l’archeologia e per gli influssi più minacciosi delle antiche spiritualità. Il mistero Belfagor, la leggenda Belfagor, il terrore Belfagor. Pochi nomi come questo hanno saputo evocare una tale marea di suggestioni ed immagini, imbrigliate tra letteratura, religione, cinema e nuovi media: il terrore/suggestione per strani universi in bilico tra Passato e Presente, il trasporto di chi vorrebbe scrutare nei segreti della nostra zona grigia. Belfagor svolge la medesima funzione del mitologico Caronte, traghettando la nostra immaginazione alla scoperta delle sterminate lande della Cultura di Massa. Un viaggio “arduo e periglioso” ma non privo di bizzarre sorprese e curiosità... Il grande successo del programma rappresentò il viatico per tutta una serie di sceneggiati “del mistero” realizzati anche dalla RAI: da Il segno del comando a Ritratto di donna velata. Per festeggiare degnamente il 40° anniversario di questo caposaldo della storia della televisione, la Yamato Video ha lanciato sul mercato home video un cofanetto con l’edizione dello sceneggiato, mentre in parallelo la Yamato Edizioni ha pubblicato il romanzo per la prima volta in Italia, un volume di 300 pagine, arricchito dalle illustrazioni del disegnatore Corrado Roi (Dylan Dog, Martin Mystère). Ma non solo. Il cofanetto contiene anche, integralmente, la prima versione di Belfagor: un film muto del 1927 che venne sceneggiato direttamente dall’autore del romanzo originale, Arthur Bernède, e co-prodotto da un altro intenditore di misteri parigini: Gaston Leroux, il padre del Fantasma dell’Opera. Come era allora in uso, Belphégor venne proiettato in quattro parti: un’abitudine perduta del grande schermo, che anticipava il fascino degli sceneggiati. |
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Carmine Treanni |
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