Biografia di un Visionario (1828 - 1905)

 

di Lamberto Pastore

 

Avventura e mistero: sono questi gli ingredienti principali dei romanzi di Jules Verne. Dagli abissi marini agli spazi lunari; dalle foreste indiane alle steppe della Russia degli Zar; dalle profondità della Terra al dominio dei cieli: ispirato dal progresso tecnologico, lo scrittore francese fu capace di tessere trame avveniristiche ed anticipatrici, dando una interpretazione poetica ed eroica della scienza, delle cui più moderne conquiste, specie nel campo dell'astronautica, fu un geniale cantore. Come egli stesso dichiarò, in un'intervista del 1902, fondava i suoi macchinari sull'attendibilità, basandosi su invenzioni già esistenti, già per metà acquisite dalla scienza, anche se  poco note, o su tecniche facilmente prevedibili.

Verne nacque a Nantes nel 1828, l'8 di febbraio, da Pierre Verne, procuratore legale di successo, e da Sophie Arlotte, agiata borghese.

A sei anni ebbe le prime lezioni da una vedova di un capitano di lungo corso e, due anni dopo, entrò in seminario col fratello Paul, dove cominciò gli studi che terminerà in una scuola di Saint-Stanislas.

Nel 1839, all'insaputa della famiglia, si imbarcò su di una nave in partenza per le Indie. Al primo scalo fu “recuperato”dal padre al quale disse di essersi imbarcato per portare una collana di corallo  alla cugina. Ai rimbrotti del genitore, affermò che avrebbe viaggiato in futuro solo in sogno. Cominciò probabilmente allora a covare quella voglia di avventure che “esploderà” poi nei suoi scritti.

Nel 1840 entrò nel Collège Royale di Nantes, dove rimase fino alla Baccalauréat. Alla sete di avventure ed alla passione letteraria si contrappose il dissidio col padre che per lui sognava una carriera legale e che, quindi, lo costrinse ad intraprendere gli studi di Legge, che dal 1848 continuerà a Parigi, dove si recò spinto anche dal suo amore per il teatro, conseguendo la laurea nel 1850.

Gli anni parigini furono decisivi per la carriera letteraria che Jules Verne imboccherà di lì a poco. In quegli anni, infatti, conobbe personaggi che lo accompagneranno in tutta la vita letteraria, come i fratelli Arago, Etienne il politico, François, il fisico e, soprattutto, Jacques l'esploratore, che gli raccontò i particolari dei suoi viaggi. Senza dimenticare il celebre fotografo Felix Tournachon, detto Nadar, che fu da modello per uno dei personaggi di Dalla terra alla Luna.

Conobbe anche Alexandre Dumas padre, da cui carpì la capacità di descrivere i personaggi dei suoi romanzi con stile fluido e brioso. Dumas gli consentì di rappresentare una commedia in versi nel suo teatro, che riscosse i consensi della critica. Il teatro e la letteratura erano oramai il suo mondo.

Nel 1852, dopo un’intensa attività come articolista per varie riviste, pubblicò finalmente il suo primo romanzo di avventure, Un viaggio in pallone, e divenne segretario di Edmond Sevestel, direttore del Teatro Civico, che, nel 1853, gli permise di rappresentare un'operetta lirica scritta con un amico. Non era la sua prima esperienza teatrale: era stato in precedenza segretario del Theatre Comique e, prima, del Theatre Hystorique, dove, grazie ad Alexandre Dumas e Victor Hugo, rappresentò “Les pailles rompues”, senza però grande fortuna.

 

    (1)  [2]