La carriera cinematografica di Catherine Elizabeth Coulson va di pari passo con quella di David Lynch. Negli anni Settanta, infatti, riveste il ruolo della protagonista nel cortometraggio intitolato The Amputee. Da quel momento passa dall’altra parte della cinepresa e, in qualità di aiuto regista dello stesso Lynch, contribuisce alla realizzazione del lungometraggio indipendente Eraserhead. Il suo primo marito è Jack Nance, personaggio principale di Eraserhead e noto agli ammiratori di Twin Peaks per aver recitato nel ruolo del taglialegna Pete Martell. Sempre da dietro le quinte, parteciperà alla realizzazione di film del calibro di Taxisti di notte (Jim Jarmusch), Star Trek II e L’ira di Khan (Nicholas Meyer).
L’idea di una donna misteriosa che portasse sempre con sé un ceppo nacque nel 1977, sul set di Eraserhead, quando Lynch la guardò e le disse: “quando ti vedo con gli occhiali, ti immagino stringere un ceppo tra le braccia. Un giorno reciterai per me in questa parte”.
L’idea iniziale era stata quella di realizzare una miniserie intitolata I’ll test my log with every branch of knowledge (Farò analizzare il mio ceppo dagli specialisti di ogni settore del sapere), in cui Catherine avrebbe portato il ceppo a vari professionisti sanitari, che lo avrebbero analizzato per filo e per segno.
Gli esperti si sarebbero rivolti esclusivamente al ceppo e il pubblico avrebbe ricevuto informazioni sul ceppo e sul settore di appartenenza dell’esperto. L’idea non funzionò, perché nessuno la volle produrre. Passano tredici anni e l’idea risorge dalle ceneri, svelandosi sotto un’altra veste: l’8 aprile 1990 il canale televisivo ABC trasmette la prima puntata di Twin Peaks. Il personaggio fa il suo ingresso in scena dopo un’ora e quattro minuti, subito dopo il ritrovamento del cadavere di Laura Palmer, inquadrato mentre accende e spegne le luci della gremita sala conferenze del municipio. Si tratta di un gesto che introduce alla perfezione il ruolo che ricopre nella serie Margaret Lanterman (il vero nome della Signora Ceppo), nel suo costante tentativo di gettare luci e ombre sull’intero plot. L’8 ottobre 2016, negli Stati Uniti è stato pubblicato un libro scritto da Mark Frost (co-autore di Twin Peaks insieme a Lynch) dal titolo The secret history of Twin Peaks, pubblicato in Italia lo scorso 18 aprile con il titolo Le vite segrete di Twin Peaks. Il libro rivela numerosi dettagli sulla vita della Signora Ceppo prima che la serie iniziasse. Scopriamo così che da bambina le fu diagnosticato uno stato acuto di sete e fame, in seguito alla scomparsa di due cari compagni di classe. Non a caso, in ogni sequenza in cui compare la Signora Ceppo, c’è sempre un dolcetto o una tazza di caffè o dei riferimenti espliciti a dolci pietanze:
“Adoro i matrimoni di Dougie. Dovete provare la torta, è buonissima”.
Oppure rivolta allo stesso Lynch nei panni dell’agente Gordon Cole:
“Perché non credi ai miracoli? Questa torta è un miracolo!”.
Ha sempre vissuto a Twin Peaks, dove si diploma e sposa il taglialegna Sam Lanterman, di cui rimane vedova durante la prima notte di nozze, in seguito a un incendio avvenuto nel bosco in circostanze misteriose. Il giorno successivo, Margaret si reca sul luogo dell’incendio e stacca un ceppo da un abete di Douglas caduto a terra. In molti hanno ipotizzato che suo marito fosse una delle vittime della Loggia Nera, una teoria corroborata da una sequenza del prequel Fuoco cammina con me in cui compaiono il Nano, Bob, la signora Tremond, il nipote e altri quattro uomini circondati dalle fiamme, di cui uno è proprio un taglialegna. Questa premessa ci consente di affermare che la Signora Ceppo è una donna che ha provato sulla propria pelle il senso della perdita, del mistero e della riflessione, che peraltro sono gli elementi su cui è costruita l’intera serie. Inoltre, giustifica la nostra percezione del personaggio, ossia il costante contrasto tra logica e illogica: “Porto un ceppo. Vi fa ridere? A me no! Dietro ogni cosa ci sono delle ragioni”.
Per quanto possa sembrare una persona bizzarra, la Signora Ceppo è probabilmente l’unica voce della ragione di tutta la serie. Pensare a Twin Peaks senza la Signora Ceppo sarebbe come pensare alla Divina Commedia senza Beatrice. Se nella Commedia quest’ultima è il simbolo della rivelazione divina, la Signora e il suo Ceppo in Twin Peaks appaiono come la rivelazione del mistero che avvolge la serie, come il medium che collega due dimensioni contrapposte, quella fisica e quella ultraterrena. Lo spettatore si aggrappa alla Signora Ceppo per raccogliere frammenti di verità. Non a caso è stato il personaggio scelto da Lynch per introdurre la serie alle nuove generazioni. Infatti, quando Twin Peaks fu acquistata e ritrasmessa nel 1993 dall’emittente statunitense Bravo, il regista optò per la realizzazione di brevi introduzioni agli episodi. Non si tratta di premesse esplicative sulla trama, ma di interventi che annunciano il tono e l’atmosfera della puntata.
Anche se molto spesso non la comprendiamo, la Signora Ceppo è la nostra guida nell’universo oscuro e tormentato dei boschi di Twin Peaks. L’escamotage narrativo con cui Lynch rende la Signora Ceppo un personaggio inconsueto e rivelatore al contempo è il non sequitur, ossia un commento che è assurdo o non ha relazione con la battuta cui fa seguito. Emblematica è la prima occasione in cui la sentiamo parlare, in un dialogo sconclusionato con l’agente Cooper, che poco prima discuteva con lo sceriffo di crostate e di Laura Palmer:
– “Scusate se mi intrometto. Stavate parlando di Laura Palmer. Un giorno il mio ceppo avrà da dire la sua su questa storia. Il mio ceppo ha visto qualcosa l’altra notte”.
– “Davvero? Che cosa ha visto?”
– “Glielo chieda”.
Assistiamo a tre secondi di silenzio e alle facce esterrefatte dei due agenti. Infine la Signora Ceppo afferma: “Sarà per un’altra volta” e offesa esce di scena. Siamo di fronte a un personaggio estremamente fedele all’oggetto che porta con sé. Nel caso del ceppo, forse non è nemmeno corretto parlare di oggetto, trattandosi di un elemento a cui la donna chiede di rivolgersi direttamente, come se si trattasse di un’entità viva e presente, una chiara derivazione dell’ammirazione di Lynch nei confronti dell’animismo. Molti critici associano questa fedeltà alla possibilità che il ceppo racchiuda l’anima del marito scomparso. In questo senso, la figura femminile della Signora Ceppo è stata spesso associata alla figura di Penelope dell’Odissea, la sposa fedele che aspettò venti anni il ritorno di suo marito Ulisse. La si potrebbe considerare un simbolo di estrema fedeltà coniugale, ma appare una teoria alquanto riduttiva.
Il ceppo sembra piuttosto un veicolo di esplorazione del mondo e di rivelazione dell’ignoto, una sorta di legame tra due universi opposti, tra la dimensione della presenza (del qui e dell’ora) e dell’assenza (dell’al di là senza tempo).
Il contrasto assenza/presenza contraddistingue l’intera serie, in un costante gioco di sovrapposizioni temporali, intersezioni indecifrabili e irruzioni visionarie in cui l’unico esorcista sembra essere proprio la Signora Ceppo. Il ceppo costituisce una specie di talismano profetico, una bocca della verità, un’estensione corporale del personaggio, un espediente narrativo che rende Margaret Lanterman un tramite divino totalmente vincolato agli scenari che preannuncia. Si tratta di una porta d’ingresso in dimensioni occulte inscindibile dal personaggio. La Signora Ceppo diventa così un vero e proprio oracolo, una Pizia in versione contemporanea e stravagante. Quella di Catherine E. Coulson è una di quelle storie cinematografiche che consentono di affermare che l’attrice si è immedesimata così tanto nel personaggio da diventare il personaggio stesso. Basti pensare che Catherine rifiutò di vendere il ceppo, che era stato valutato ben 275.000 dollari. In alcune interviste, la stessa attrice dichiara di aver viaggiato spesso in compagnia del ceppo:
“Prima dell’11 settembre 2001, la legge mi consentiva di viaggiare in aereo col ceppo. Ricordo gli assistenti di volo che dicevano di apprezzare molto il mio lavoro e di desiderare un autografo. Quando dicevo loro che cosa c’era nel vano bagagli, diventavano completamente matti e felici di viaggiare anche con il ceppo”.
A distanza di venticinque anni, intanto, è ritornato Twin Peaks, proprio come ci aveva promesso Laura Palmer in una delle ultime sequenze della seconda serie. Il 21 maggio, infatti, su Sky Atlantic è andato in onda il primo dei diciotto episodi della terza stagione, in contemporanea con gli Stati Uniti. Numerose le assenze, Donna Hayward, Josie Packard per esempio, ma in particolare a mancare è proprio Catherine E. Coulson, essendo deceduta nel 2015 nel corso delle riprese della nuova stagione. Eppure, Lynch ha trovato il modo di far aggirare a modo suo la Signora Ceppo anche stavolta, lasciando inalterato lo sconvolgente mandato delle sue parole, assurde ma non troppo:
“Quando si accende un fuoco simile a questo è molto difficile spegnerlo. Gli esili rami dell’innocenza bruciano per primi, poi si leva il vento e allora tutto il bene che uno ha dentro è in pericolo”.
- Mark Frost, Le vite segrete di Twin Peaks, Mondadori, Milano, 2017