Non è chiaro se i dischi volanti continuino a evitare atterraggi a Lucca, come sentenziarono Carlo Fruttero & Franco Lucentini, stigmatizzando il matrimonio impossibile tra immaginario nostrano e fantascienza, ma di sicuro in Italia gli incontri ravvicinanti con la fantascienza negli ultimi anni si sono moltiplicati.
Assistiamo a un nuovo boom dopo quello che segnò gli anni Settanta del secolo scorso del genere principe dell’immaginario tecnologico. Rispetto ad allora, una stagione che vide l’uscita dei primi grandi prodotti cinematografici di massa, rimanendo per lo più un genere letterario, oggi la diffusione è molto più capillare, senza nulla togliere allo zoccolo duro del fandom.
È lo scenario a essere profondamente mutato. Oggi siamo in presenza di una moltiplicazione dei sottogeneri e del loro reiterato intrecciarsi, di una proliferazione di media differenti e targettizzati e siamo immersi in un quotidiano sempre più high tech.
In questo scenario, mentre la città toscana ormai da decenni con Lucca Comics si è dimostrata un’ottima pista di atterraggio per alieni d’ogni sorta, ecco che atterra a Milano un festival interamente dedicato all’immaginario fantastico e di fantascienza, organizzato dall’associazione culturale Cineforum Robert Bresson: Oltre lo Specchio, denominazione schiettamente carrolliana che suona subito come una dichiarazione d’intenti.
Il festival è stato realizzato con il contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, il patrocinio di Comune di Milano e l’intesa con Università degli studi di Milano – Polo di mediazione linguistica e culturale e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. A fare da protagonista principale è il cinema, ma il programma mira a estendere il raggio d’azione della rassegna anche ad altri ambiti: letteratura, gioco e videogioco, fumetto, televisione, architettura, filosofia e scienze applicate.
In totale saranno proiettate diciassette lungometraggi, opere inedite e in anteprima in concorso nella sezione CineFuturo, dedicata a lungometraggi di finzione in anteprima italiana.
Si tratta di film in concorso che saranno premiati per le categorie miglior film, miglior regia, migliori effetti speciali e film più innovativo da una giuria composta da Luisa Ceretto (Cineteca di Bologna, critico cinematografico e saggista), Paolo Nizza (caposervizio contenuti editoriali sito Sky Cinema e coautore del canale YouTube Cuore Selvaggio) ed Emanuele Sacchi (giornalista, critico e saggista (FilmTV). Previsto anche un premio del pubblico.
High Life di Claire Denis (Francia/Usa/Germania/UK, 2018) selezionatao per la sezione Illuminazioni.
Ai film inseriti in CineFuturo si affiancano undici titoli nelle sezioni collaterali (quattro in Illuminazioni, dedicata a film e documentari dal taglio sperimentale, sei in Piccoli futuri rivolta al pubblico dei più giovani, anche in questo caso con lavori in anteprima italiana e l’omaggio extra Guida galattica per autostoppisti, in occasione dei quarant’anni dell’uscita del romanzo di Douglas Adams) e ventisei cortometraggi provenienti da venticinque paesi. Quest’ultimi sono stati suddivisi in cinque aree tematiche: Fantascienza, Fantastico, Bizzarro & Sperimentale, Fanta-Love e Game Video Essay.
Un menu per tutti i gusti
Nel complesso la proposta del festival offre una discreta varietà di temi, a iniziare dalle due pellicole inaugurali della manifestazione. Il primo è dichiaratamente fantasy ed è made in China: The Knight of Shadows: Between Yin and Yang di Vash Yan (nella sezione Piccoli Futuri, anteprima europea in collaborazione con Minerva Pictures) e vede Jackie Chan alle prese con forze oscure dell’antica Cina. Il secondo, sempre nella stessa sezione, è Endzeit – Ever After di Carolina Hellsgard, atipico eco-zombie movie tedesco tratto da un graphic novel di Olivia Vieweg.
Hoffmaniada di Stanislav Sokolov (Russia, 2018), anch’esso nella sezione Illuminazioni.
Non mancano i temi della più classica sci-fi: creature mostruose e alieni (in Lifechanger di Justin McConnell, Seeds di Owen Long, Monstrum di Huh Jong-ho, The Pool di Ping Lumpraploeng, Cutterhead di Rasmus Kloster Bro), viaggi spaziali e temporali (The Final Land di Marcel Barion, Cities of Last Things di Ho Wi Ding, Stray di Joe Still), altri mondi (Spell di Brendan Walter, Averno di Marcos Loayza), realtà aumentata e altre nuove tecnologie (Color Me True di Hideki Takeuchi, Precognition di Luke Tedder, Kin di Jonathan & Joss Baker), l’involuzione della specie umana (Involution di Pavel Khvaleev).
Tutte pellicole in concorso, a cui si aggiungono altri lavori inclusi in Piccoli Futuri per variare ulteriormente il repertorio dei temi: i superpoteri misteriosi (First Light di Jason Stone), i mondi impossibili (Homestay di Parkpoom Wongpoom), altri viaggi spaziali (White Space di Ken Locsmandi) e le distopie (Foxtrot Six di Randy Korompis, in anteprima internazionale). Una sola pellicola italiana presente (e qui Fruttero & Lucentini tornerebbero a dire la loro): Il cerchio delle lumache di Senesi Michele (come ama firmarsi il maceratese già autore di Bumba Atomika).
Twenty One Points di Pete Circuitt (Nuova Zelanda, 2018), cortometraggio incluso nella sezione Fantastico.
Il poker di lungometraggi calato nella sezione Illuminazioni include l’incursione nel fantascientifico di Claire Denis, il ballardiano High Life, che dopo il passaggio l’autunno scorso al Torino film Festival, ha perso il treno per una distribuzione nelle sale. In programma nella sezione anche Call for Dreams di Ran Slavin, che prende le mosse dal singolare annuncio messo su un giornale da una ragazza in cerca di sogni e Hoffmaniada di Stanislav Sokolov dedicato allo scrittore E.T.A. Hoffman, film d’animazione a passo uno che combina assieme i racconti La pentola d’oro, L’uomo della sabbia, Il piccolo Zaccheo e vicende biografiche del grande maestro del fantastico.
Gli eventi collaterali
Il quarto titolo è il documentario dedicato a Ursula Le Guin, Worlds of Ursula K. LeGuin di Arwen Curry. La proiezione di quest’ultimo sarà seguita da una tavola rotonda, dedicata alla sci-fi al femminile. È uno degli eventi collaterali in programma, che a loro volta spaziano in lungo e in largo sui temi dell’immaginazione e del futuro.
Hyperlight di Nguyen-Anh Nguyen (Canada, 2018) cortometraggio presente nella sezione Fantascienza.
Si va da un dibattito intorno a Il trono di spade, all’incontro Il cibo del futuro tra fantascienza e realtà, organizzato dalla Fondazione Umberto Veronesi, che collabora alla manifestazione, dalla tavola rotonda sulle metropoli del futuro Il futuro delle città tra progettazione e immaginazione, a incontri su distopie e fantasmagorie, collezionismo, letteratura e scrittura, fumetti di fantascienza con un focus sula produzione Bonelli e produzione low budget, illustrazione digitale, manipolazione delle immagini tra effetti speciali e realtà virtuale e altro ancora.
Infotainment, si potrebbe dire, perché nel segno dell’immaginazione ci sarà da apprendere e da divertirsi, com’è nell’intento della manifestazione.