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Hic sunt canales TV | |
di
Maria D'Ambrosio | |
Hic sunt leones. Compariva sulle carte geografiche dell’antica
Roma per indicare territori non ancora esplorati o comunque ritenuti
particolarmente pericolosi. Ma, attualmente, crediamo tutto sia mappato, almeno
se riferito al pianeta Terra, e, soprattutto, raggiungibile e percorribile.
Fatte salve le tante e troppe zone del mondo in cui i leones sono rappresentati da guerre civili, etniche o religiose, si
può ben dire che ‘nessun luogo è lontano’! Soprattutto nessun luogo è lontano
allo sguardo umano se di continuo siamo sollecitati da immagini e informazioni
che si riferiscono a paesi, città, territori, isole, mari e oceani cui dobbiamo
una grande produzione di immaginario sull’oltre e sull’altrove. E proprio
rispetto a quest’immaginario, si può ripensare alle forme di viaggio possibili
e quindi alla ricca e vasta fenomenologia del viaggiatore, e in particolare del
viaggiatore ‘globale’. Gli immaginari si mescolano e il viaggiatore assume
anche qualcosa dell’esule, del nomade, del migrante, esibendo un’identità
ibrida e più aperta delle altre al dialogo tra culture e ai loro possibili
rimescolamenti e passaggi di confine. Insieme ai confini (territoriali,
nazionali, politici) segnati da antiche carte geografiche, sembra svanire e
dissolversi qualsiasi forma di limite alla deriva esotica, e a tratti ancora imperialista, del
cittadino globe trotter. Lost e Lost in
Translation[1] – oltre
che il titolo della serie TV americana di culto l’uno e titolo del film d La voce ‘viaggi’ è una costante dei palinsesti TV, delle rubriche di riviste più o meno patinate e di reportage giornalistici, così come di annunci e spam pubblicitari che arrivano via Internet. Il marketing territoriale è sempre più un’importante voce delle agende politiche e orienta investimenti in direzione dell’industria del turismo e del divertimento, che sforna ‘pacchetti’ a basso costo oppure veri paradisi del lusso per soli vip. Esempio ne sia l’uscita, nella collana ‘Luxury’ dell’editore Teneues, del volume Luxury Private Islands in cui compaiono circa 200 isole paradisiache in vendita o in affitto per chi è alla ricerca di qualcosa di veramente unico, non importa se naturale o artificiale, che restituisca il sapore di meraviglia e di straordinario a chi, senza badare a spese, pensa così di poter rompere con il già visto e con la noia del quotidiano.
[1] S. Coppola, Lost in Translation,
[2] D. Arcand, Le
invasioni barbariche, Canada/Francia, 2002.
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