ASCOLTI / PSICHEDELICA
di Piero Umiliani / Schema Records, 2016
Successo per caso? No, un motivetto c'è
di Stefano Gilardino
Provate a immaginarvi la scena: in uno studio di registrazione – probabilmente il suo Sound Workshop a Roma – Piero Umiliani sta approntando gli ultimi ritocchi a una colonna sonora, Svezia inferno e paradiso, e si ascolta quei due minuti di improvvisazione un po’ sciocchina che sono usciti fuori da una collaborazione con l’amico e collega Alessandro Alessandroni e sua moglie Giulia. Il pezzo in questione, chiamato in maniera scherzosa Viva la sauna svedese, si gioca tutto su un ritmo quasi bossanova e su quel “mah-nà, mah-nà” ripetuto in maniera costante e che finirà per diventare il vero titolo.
Poco convinto del suo valore, Umiliani non lo inserirà neppure nella colonna sonora del film, destinandolo solamente all’album Psichedelica, una raccolta di sonorizzazioni appena ristampato (assieme a moltissimi altri) dalla milanese Schema e di cui parleremo a breve. Il successo della pellicola di Luigi Scattini e la sua conseguente uscita nei cinema degli Stati Uniti convinceranno Umiliani a pubblicare anche una versione della soundtrack per il mercato americano. Saranno proprio i distributori locali a scegliere Viva la sauna svedese come singolo (rinominandola Mah-nà, Mah-nà) e a decretarne un incredibile ingresso nelle classifiche di vendite, trainato dall’utilizzo del brano prima nel Red Skelton Show e poi, come molti ricordano, nel Muppet Show. Da quel momento, nel 1969, il pezzo che nessuno voleva diventa la miniera d’oro della carriera di Umiliani, ristampato, coverizzato, stravenduto e ripubblicato ovunque, al punto tale da oscurare parzialmente una carriera che, invece, ha regalato decine di momenti davvero pregevoli e indimenticabili.
Tra questi possiamo annoverare la pubblicazione di Psichedelica nel 1968, una tra le migliori libraries del compositore che, a questo genere di dischi, ha dedicato una parte consistente del proprio tempo. Album incisi come sonorizzazioni di programmi televisivi, le stampe originali hanno da qualche anno conquistato una fetta consistente del mercato collezionistico di nicchia, finendo per raggiungere cifre iperboliche e, spesso, ingiustificate. Stampate in un numero di copie ridicolmente basso – a volte anche meno di cento, in fondo si trattava solo di musica da destinare alle sedi Rai per l’utilizzo interno –, erano pubblicate da piccoli editori e discografici che ne licenziavano parecchie decine all’anno. Lo stesso faceva l’etichetta Omicron, di proprietà dello stesso Umiliani, per cui uscì anche Psichedelica (tiratura di 200 pezzi, così narra la leggenda), racchiuso in una coloratissima copertina arancione e con un titolo decisamente fuorviante. Non ci si aspetti influenze californiane o inglesi, suoni alla Pink Floyd o alla Grateful Dead, neppure esperimenti troppo azzardati come in altri casi – soprattutto quando il Maestro utilizzava lo pseudonimo M. Zalla –, ma quattordici piccole gemme di artigianato sonoro, imitato in tutto il mondo e capace di influenzare generazioni di musicisti. Nel corso degli anni, molti hanno riciclato idee apparse la prima volta in questi dischi – sarebbe più corretto dire in questo sottogenere –, dagli Stereolab ai Demdike Stare, passando per la Cinematic Orchestra e finendo ai nostrani Calibro 35 e Dining Rooms.
Al di là di titolo e copertina, la musica qui contenuta è un campionario divertente e affidabile del “genio al lavoro”, ovvero della semplicità con cui Piero Umiliani si muoveva attraverso generi ed epoche, sperimentazione e musica popolare, influenze alte e basse, beat, pop e rock. In questo caso a convincere di più sono le due versioni di Hippies, la strepitosa Sequenza psichedelica (www.youtube.com/watch?v=kffmehdkHoc), Viaggio nell’inconscio, Nel cosmo e L’uomo integrato, alcuni di questi non a caso inclusi anche nella colonna sonora di Svezia inferno e paradiso, di cui abbiamo parlato in precedenza (le session furono le stesse). Il feeling di Umiliani con il cinema è uno dei temi forti della sua carriera e legati al mondo della celluloide sono alcuni dei classici della sua discografia. Sempre con il regista Luigi Scattini, il compositore romano ha collaborato per altre pellicole come La ragazza dalla pelle di luna, La ragazza fuoristrada, Il corpo, Angeli bianchi… angeli neri, ma sarebbe impossibile dimenticare lo score per uno dei molti film horror di Mario Bava, 5 bambole per la luna d’agosto, e le sue musiche jazz per capolavori come I soliti ignoti (www.youtube.com/watch?v=ylp-NGi5Ysg) di Mario Monicelli e Smog (accompagnato dalla tromba leggendaria di Chet Baker, www.youtube.com/watch?v=aBPvsG6DlCI&spfreload=10) o per Il vigile di Luigi Zampa, con protagonista Alberto Sordi. È proprio il jazz la sua prima passione musicale, assieme a quella per il giornalismo, la sua reale professione prima che la Seconda Guerra Mondiale lo costringesse ad altre scelte. Quando ancora la musica dei neri americani è considerata sconveniente o addirittura fuorilegge, Umiliani la ascolta e impara a suonarla, finendo per farne una parte fondamentale del proprio bagaglio artistico. Negli anni Cinquanta sarà uno dei primi, assieme a Gerardo Iacoucci, altro compositore di libraries avanguardistiche, e a musicisti celebri come Gianni Basso, Romano Mussolini o Franco Cerri, a sdoganarlo presso il pubblico italiano, prima nei dischi poi direttamente a Cinecittà attraverso le colonne sonore sopracitate.
Il talento del musicista, però, non conosce confini, tantomeno di generi, e grazie all’avvento delle sonorizzazioni, Umiliani si permette di sperimentare in ogni campo, finendo per incidere dischi incredibili e avanti coi tempi. La passione per il moog e l’elettronica lo guiderà verso una lunga serie di incisioni d’avanguardia come Synthi time, Problemi d’oggi – in cui incide quello che a tutti gli effetti è il primo pezzo techno della storia –, Mondo inquieto, Continente nero, Tra scienza e fantascienza, Il mondo dei romani, Omaggio ad Einstein, tutti ristampati e resi disponibili in tempi recenti da etichette italiane o europee.
Per vedere riconosciuto il suo smisurato talento, purtroppo, bisognerà aspettare i Novanta – dopo che un ictus avrà reso difficile il prosieguo della sua carriera musicale – e una prima serie di ristampe che riporteranno alla luce alcune perle del suo catalogo, specialmente quello più lounge e leggero, boccate d’aria fresca in un panorama in cui a dominare gli ascolti sono compilation retrofuture e stile Buddha Bar. Saranno in molti a citare Umiliani come influenza e a utilizzare nuovamente sue vecchie composizioni all’interno di colonne sonore di grande successo (vedi quella di Ocean’s Twelve), anche dopo la sua morte avvenuta nel febbraio del 2001.
Nonostante la buona reperibilità di parte della sua cospicua discografia, resta ancora difficile destreggiarsi attraverso una mole di materiale davvero imponente, senza contare partecipazioni ad altri progetti come Braen’s Machine, autori di alcuni album eccellenti. Se Psichedelica – così come tutte le recenti ristampe targate Schema, tra cui segnaliamo Synthi Time, Fischiando in beat, To-Day’s Sound, Il corpo (www.youtube.com/watch?v=_bvT9IDkNVA)
e La ragazza fuoristrada – è un’ottima introduzione al mondo del Maestro, consigliamo caldamente agli interessati un giro in rete (oltre che nei negozi di dischi, ci pare superfluo dirlo) alla ricerca di ulteriori informazioni: il sito ufficiale, www.umiliani.com, è il primo passo verso un universo ancora parzialmente inesplorato. Prendetevi il tempo che occorre perché le ricompense saranno soddisfacenti come poche altre volte vi sarà capitato.
ASCOLTI
Piero Umiliani. Discografia selezionata delle recenti ristampe
— 5 bambole per la luna d’agosto, AMS, 2013.
— Tra scienza e fantascienza, Beat Records, 2013.
— Il mondo dei romani, Beat Records, 2014.
— I soliti ignoti, Schema Records, 2014.
— Smog, Schema Records, 2014.
— Fischiando in beat, Schema Records, 2015.
— Synthi Time, Schema Records, 2015.
— To-Day’s Sound, Schema Records, 2015.
— Il corpo, Schema Records, 2015.
— La ragazza fuoristrada, Schema Records, 2015.
— Continente nero, Omicron 2015.
— Omaggio ad Einstein, Dagored, 2015.
— Problemi d’oggi (a nome M. Zalla), Black Sweat Records, 2015.