ASCOLTI / LIVE IN PARIS 28.05.1975
di Fripp & Eno / Dgm/Opal, 2014
Attenti! Riecco quei due
di Francesco Zago
Dopo (troppi) anni di attesa, finalmente Discipline Global Music e Opal pubblicano su cd l’unica esibizione documentata dell’unica tournée del duo Robert Fripp/Brian Eno. Siamo nel 1975, e i due hanno già avuto modo di dimostrare l’unicità (e l’eccentricità) della loro collaborazione con No Pussyfooting (1972). Con la clamorosa dichiarazione del chitarrista secondo cui i King Crimson avevano “cessato di esistere” – poco dopo il rientro della band dall’ultima tournée statunitense e prima dell’album “postumo” Red (cfr. "Quaderni d'Altri Tempi" n. 47) – Fripp pare intenzionato a lasciare i palchi del grande circo mediatico ed economico dell’industria discografica. Ma prima di abbandonare le scene per qualche anno, per ritornare nel 1978 con le sue solitarie Frippertronics e, nel 1981, con una versione del tutto rinnovata del Re Cremisi, riprende il filo interrotto con un altro celebre transfuga del pop dell’epoca, Brian Eno, a sua volta ex Roxy Music. Prima della pubblicazione dello stupendo Evening Star (cfr. "Quaderni d'Altri Tempi" n. 27), Fripp e Eno intraprendono una breve tournée europea: appena sette date tra Spagna, Francia e Gran Bretagna. L’attesa è febbrile, e tutti si aspettano un ritorno ai fasti di King Crimson e Roxy Music, un qualche improbabile ibrido tra Schizoid Man e Baby’s on Fire. Ma tali aspettative vengono puntualmente tradite. “È esattamente quanto volevamo evitare” afferma Fripp nel corso di un’illuminante intervista pubblicata nel 1975 sulla rivista Rock et Folk. Se da una parte questo è un aspetto positivo, perché “permette al pubblico di mostrarsi in disaccordo con personaggi che apprezzano”, dall’altra i due si dichiarano perfino sorpresi della favorevole accoglienza ricevuta, ad esempio, a Bordeaux e in Spagna: “Mentre suonavamo, il pubblico era tranquillo, così tranquillo che pensammo che qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Non capivamo. Poi ci rendemmo conto che era perché apprezzavano la nostra musica”. In altri casi la situazione è del tutto diversa, e si arriva a parlare di tradimento, truffa, raggiro. A Saint-Etienne il duo, sommerso dai fischi e dalle proteste del pubblico, deve abbandonare il palco, a causa anche di una serie di problemi tecnici insormontabili. Circostanze simili accompagnarono lo spettacolo di Turnbridge Wells, in Inghilterra.
Nei decenni successivi Fripp e Eno si sarebbero ritrovati in sala d’incisione spesso, ma solo per episodi occasionali (il più celebre, probabilmente, a Berlino, per la registrazione di Heroes di David Bowie), per le avventure soliste di Eno (Another Green World, del 1975) o per album in duo poco significativi come Equatorial Stars (2004) e The Cotswold Gnomes (2007). Le innumerevoli collaborazioni di entrambi sono solo un sintomo di una profonda insofferenza per i “gruppi”. Nella stessa intervista si legge: “Con quasi qualunque altro gruppo, sai già cosa stai per fare, e alla fine è noioso. Noi non sappiamo cosa stiamo per suonare prima di salire sul palco. È un esperimento”. Non solo, quindi, nella loro unione i due Dioscuri hanno modo di dare sfogo alla loro intima natura di ricercatori e sperimentatori, ma anche la performance dal vivo è un salto nel vuoto, un evento imprevedibile nei suoi esiti e nel rapporto con il pubblico. Ecco perché Live in Paris è un documento preziosissimo: la musica del concerto di Parigi che oggi è possibile ascoltare va contro ogni schema di un genere dal messaggio culturalmente e socialmente “libertario” ma estremamente “conservatore” dal punto di vista musicale quale è il rock, così gelosamente ancorato agli stilemi dell’intrattenimento – muscoloso, viscerale e sessualmente allusivo, “vampiresco”, come ama sentenziare Fripp.
Lo show allestito per questa tournée è essenziale e affascinante al tempo stesso, autentica fusione di sounds & vision. Le sagome dei due musicisti si intravedono appena, mentre sullo sfondo viene proiettato in loop il video Berlin Horse del regista d’avanguardia Malcolm LeGrice. Nella descrizione dello stesso Eno: “Abbiamo cercato di usare immagini che corrispondessero esattamente alla musica, che è molto ripetitiva, senza sorprese, la medesima cosa che torna, e che si può stare a guardare per ore. Segue con grande precisione il flusso della nostra musica”. Per poi sottolineare: “Ciò che volevamo evitare soprattutto era il lato psichedelico dei light shows”. Forse ciò che più colse di sorpresa il pubblico fu proprio l’approccio del duo, non solo “assente” sul palco, ma così distante dalla tendenza lisergica, psichedelica appunto, emersa con prepotenza a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, dai Pink Floyd ai Tangerine Dream, dai Doors ai Beatles. Fripp e Eno scelgono perciò di porsi “sul confine”, o comunque in un territorio inesplorato, tentando di inaugurare un percorso che purtroppo né loro né altri hanno proseguito. Un episodio, quindi, ma forse proprio per questo ancora più affascinante e misterioso. D’altro canto, Fripp ha già preso una decisione: alla domanda se ci saranno altri concerti, il chitarrista risponde con decisione che “No! Ho deciso di ritirarmi completamente dalla scena musicale. Ora voglio ritirarmi per un anno, a partire da settembre. Non ho ancora deciso se in seguito suonerò ancora dal vivo”. (Oggi, quasi quarant’anni dopo, conosciamo la risposta a questo dubbio…)
La strumentazione sul palco comprende vari registratori Revox controllati da Eno, mentre Fripp è libero di improvvisare, creando texture ipnotiche o disegnando assoli particolarmente ispirati, di volta in volta lirici, taglienti, feroci: “La musica è per metà improvvisata, per metà pre-composta. Ciò significa che utilizziamo musica già incisa su nastro, e Robert può suonare su questi sfondi sonori. Gran parte di quanto facciamo viene concepito spontaneamente. Utilizziamo un dispositivo che permette di ripetere all’infinito ciò che suona Robert, come nella musica di Terry Riley”. Si tratta in sostanza delle Enotronics già sperimentate quasi casualmente in No Pussyfooting: all’epoca Fripp non è a conoscenza della tecnica dei tape loop, che farà sua negli anni successivi e che adatterà alle proprie esigenze espressive, ribattezzandola Frippertronics. Nel concerto di Parigi si riconoscono frammenti di Swastika Girls, Discreet Music, Wind on Water, Evening Star. Il minaccioso incedere di An Index of Metals chiude lo show accompagnando l’uscita del pubblico.
L’esperienza nata con No Pussyfooting dovette avere un effetto “terapeutico” su un Fripp stanco e disilluso. “Suonare con Eno mi ha completamente trasformato” dichiara. Ma come spesso accade con una figura così controversa, la sfera personale e quella artistica si sovrappongono fino a confondersi. Lo scioglimento dei King Crimson fu necessario non solo per il profondo disagio del chitarrista, ma per motivi più ampi (cfr. "Quaderni d'Altri Tempi" n. 47): secondo Fripp era in corso “una transizione da quello che si potrebbe chiamare il vecchio mondo, il quale oggi è morto, in un nuovo mondo che sta nascendo”. E l’artista che opera in questo nuovo mondo è, secondo una definizione divenuta famosa, “un’unità piccola, mobile, indipendente e intelligente”. Nello specifico, “«Emerson Lake & Palmer» è un esempio della musica del vecchio mondo, e un esempio della musica del nuovo mondo è «Fripp e Eno» […] Infatti c’è una fondamentale somiglianza fra lui e me, anche se in apparenza sembriamo molto diversi. Entrambi troviamo difficile far parte di un gruppo di musicisti. Il Capitano Eno è un musicista solitario, mentre io ho sempre affermato di non essere un musicista, ed è per questo che lavoriamo così bene assieme. La cosa importante è che oggi Fripp e Eno siano considerati una nuova forma di organizzazione musicale e che i gruppi sono qualcosa che appartiene al passato”. Eno punta tutto sulla differenza e sull’eterogeneità, facendo lavorare insieme musicisti incompatibili fra loro, producendo nuovi attriti: “Il presupposto del mio lavoro è che la caratteristica dell’arte è il disordine, non l’ordine”.
ASCOLTI
— Robert Fripp, Brian Eno, No Pussyfooting, 2008 (cd).
— Robert Fripp, Brian Eno, Evening Star Dgm, 2008 (cd).
— King Crimson, The Road to Red, Dgm/Panegyric, 2013.