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VISIONI / Alcune date fanno la storia: Lost 6,  promo Fox Italia
Trittico
della medialità universale

di Nunzia Falco Simeone
Il 23 maggio 2010 si è conclusa la serie televisiva cult per eccellenza, la serie che ha conquistato milioni di fedelissimi spettatori in tutto il mondo: Lost. Si è conclusa dopo 121 ore di programmazione, 114 episodi e sei stagioni. Un’ultima puntata intitolata The End (un deficit di fantasia proprio nel finale?), mandata in onda dall’ABC contemporaneamente in 57 Paesi, come si addice ad un evento mediatico imponente, di dimensioni planetarie, come si è rivelato nel tempo Lost.

In Italia, l’ultimo atto della saga è andato in onda alle sei del mattino sul canale satellitare Fox, il quale ha proposto anche un promo per promuoverne la messa in onda. Un piccolo gioiello già di per sé, che pone in relazione tre date e tre eventi ad esse collegate: il 20 luglio 1969 e lo sbarco lunare, il 9 novembre 1989 e la caduta del muro di Berlino, il 24 maggio 2010 e la data dell’ultimo episodio, appunto, della serie.

L’accostamento può sembrare irriverente, dal momento che si tratta di tre avvenimenti molto diversi tra loro, e che i primi due sono eventi storici che hanno cambiato il mondo, molto di più – immaginiamo – della conclusione di una serie tv. Eppure, qualcuno in casa Fox ha pensato di accomunarli e, a ben vedere, non si tratta di una scelta campata per aria.

Gli avvenimenti scelti sono innanzitutto eventi reali: anche se Lost tratta di finzione, la sua conclusione è un evento reale che ha raccolto milioni di spettatori davanti allo schermo della Tv, analogamente a quanto accadde il 20 luglio 1969: 600 milioni di persone, allora, assistettero alla passeggiata di Neil Armstrong, comandante dell’Apollo 11, il primo uomo a camminare sulla superficie lunare.

“Ha toccato: l'uomo è sbarcato sulla Luna” esclamò Tito Stagno, giornalista Rai, nella lunghissima diretta che incollò la notte del 20 luglio milioni di telespettatori italiani. Quella dello sbarco lunare fu una telecronaca storica, che coinvolse oltre duecento tra giornalisti e tecnici. Una telecamera slow-scan mostrava Neil Armstrong mentre scendeva la scaletta di superficie. La scansione lenta era incompatibile con il formato televisivo standard, quindi le immagini furono trasmesse su dei monitor e poi riprese con delle macchine da presa convenzionali, riducendo in modo significativo la qualità delle riprese, per poi trasmettere l’evento attraverso le televisioni di tutto il mondo.

Venti anni dopo, la televisione diventa fondamentale per la riuscita di un altro avvenimento. Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa, Günter Schabowski, il ministro della Propaganda della Repubblica Democratica Tedesca annunciò per televisione la notizia che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine segnato dal Muro di Berlino. In realtà, il passaggio poteva avvenire solo con un appropriato permesso, ma il ministro, che non era stato informato correttamente, dichiarò che il provvedimento avrebbe avuto efficacia immediata. Subito dopo aver ascoltato in diretta televisiva l’annuncio di Schabowski, decine di migliaia di berlinesi dell’Est si precipitarono verso il Muro, inondando i checkpoint e chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Non era più possibile rimandare indietro la folla, così le guardie di confine furono costrette ad aprire i checkpoint senza poter effettuare nessun controllo sulle identità di chi voleva attraversare il confine. Il 9 novembre 1989 è quindi considerata la data della caduta del Muro, anche se la Germania fu ufficialmente riunificata solo il 3 ottobre 1990. Die Mauer aveva diviso in due la città di Berlino per ventotto anni: tre metri di cemento avevano separato Berlino Est, capitale della Repubblica Democratica Tedesca, da Berlino Ovest, enclave della Repubblica Federale di Germania.

Lo sbarco sulla Luna e la caduta del muro di Berlino sono eventi storici che sono diventati eventi mediali, seguiti in diretta da milioni di persone quando il personal computer, YouTube e Google non erano ancora entrati nelle nostre case. I cittadini di tutto il mondo si riunirono davanti agli schermi delle Tv a tubo catodico per partecipare a fatti a cui solo in quel momento avrebbero potuto assistere.

Per Lost è l’opposto: si tratta di un evento mediale che si svolge nell’immaginario e diventa evento storico nella storia dei media. Ma non solo. Grazie alle tecniche narrative e promozionali messe in campo, fin dalla sua prima stagione, Lost si è proposto agli spettatori come storia vera. Gli autori non hanno solo realizzato una serie tv di elevata qualità, ma hanno creato un universo in cui la finzione di Lost si fonde con la realtà. Qualche esempio? La rete prolifera di Hoax Movie Sites legati alla serie, come quello della compagnia aerea Oceanic Airlines e quello del gruppo Drive Shaft, di cui fa parte uno dei protagonisti. La storia di Lost viene presentata come realtà anche grazie agli Alternate Reality Games organizzati tra una stagione e l’altra della serie per mantenere vivo l’interesse degli spettatori. Si tratta di giochi interattivi che si sviluppano sul web in cui si chiede ai giocatori di risolvere un enigma legato alla serie. Il primo ARG, The Lost Experience, ruota attorno al Progetto DHARMA, un progetto scientifico con base sull'isola, attivo tra l'inizio degli anni Settanta e i primi anni Novanta. Nell’ARG l’hacker Persephone metteva in dubbio quali fossero i veri scopi della Hanso Foundation, l’organizzazione responsabile di tale progetto. In questo modo, la Fondazione appare come reale, così come i personaggi che ne fanno parte e gli effetti che i suoi progetti hanno sui protagonisti della serie. I fan di Lost sentono l’esigenza di trasformare la finzione in realtà con i mezzi che hanno a disposizione, ed è così che internet diventa parte integrante del processo narrativo, influenzando a sua volta la narrazione stessa. È per questo motivo che l’episodio The End non ha segnato soltanto la fine di un telefilm, ma la fine di una storia in cui i fan si sono immersi completamente, travolti dalla croyance ben più di quanto avvenga normalmente al cinema. Eventi come l’incidente aereo che fa decollare la vicenda, l’Isola, gli Altri, il progetto DHARMA prendono vita e vanno oltre la finzione. Oltre al ruolo di definizione dell’evento, i media hanno un effetto di compensazione: la Tv cerca di coinvolgere gli spettatori a casa come se “fossero lì”. La Tv uniforma l’accesso all’evento mediale, annullando ogni differenza e offrendo una visione dell’evento da diverse angolature e punti di vista, cosa impossibile a un partecipante dal vivo. In più, uniforma gli eventi fra loro, annullando – nello spazio della finestra televisiva, il monitor – le differenze fra realtà e fiction. Gli eventi mediali sono cerimonie televisive che si riferiscono ad avvenimenti che si presume saranno notevolmente significativi, o cui, comunque, broadcaster, pubblico, poteri politici conferiscono un valore particolare (Katz Dayan, 1993).

Così, attraverso la ritestualizzazione dell’evento la televisione convince gli spettatori che ciò a cui stanno assistendo è un’esperienza unica e irripetibile. Perché, al contrario dei notiziari, che apparentemente non tengono conto dei contenuti ideologici dell’evento, le dirette televisive, attraverso opportune inquadrature attribuiscono ai personaggi che appaiono sullo schermo una connotazione romanzata, simbolica, quindi mitica.

La maggior parte degli eventi mediali può essere considerata rinforzante, poiché essi permettono alle società di rinnovare il loro legame verso valori, istituzioni e persone. Gli eventi mediali hanno anche una sorta di potere trasformativo, poiché tali eventi vengono proposti come soluzioni ad un problema che esiste da molto tempo e che è considerato irrisolvibile. L’annuncio dell’evento cerimoniale connesso a questo suggerisce la possibilità di cambiamento e crea forti aspettative. L’evento, visto come risolutivo, viene presentato con una particolare drammatizzazione espressiva. È qui che entra in gioco il mezzo televisivo, il cui compito è proprio quello di trasmettere e provocare sensazioni ed emozioni attraverso inquadrature di forte impatto emotivo.

Nel momento in cui gli eventi storici diventano eventi mediali, i mass media diventano non solo testimoni, ma anche protagonisti della storia, conferendo all’evento un valore maggiore. La realtà e la sua rappresentazione data dai media tendono a confondersi inestricabilmente in quella sfera verosimile rappresentata dalla fiction televisiva e cinematografica. In tal modo i contenuti televisivi possono essere considerati eventi osservati da una finestra magica, le cui immagini sono però costruite intenzionalmente.

In occasione di eventi che segnano la storia dell’umanità, come nel caso dell’allunaggio e della caduta del Muro, gli organizzatori televisivi che li organizzano e gestiscono costruiscono una vera e propria narrazione in cui rischia di perdersi lo scarto fra realtà e immaginazione. In questo senso anche l’evento storico trasmesso in diretta televisiva può essere inteso come fiction e può quindi essere abbinato ad un evento fittizio, quale un episodio di Lost, che, al contrario, grazie alla ricchezza e alla complessità dell’universo mediale che vi è stato creato intorno e alla “passione” dei fan, finisce per acquisire i connotati di una realtà – alternativa, ma non meno “solida” di quella della vita quotidiana.



Letture
× Dayan D., Katz E., Media Events. The Live Broadcasting of History, 1992,
trad. it. Le grandi cerimonie dei media. La storia in diretta, Bakerville, Bologna, 1993.
Visioni
× Lost: Stagione I (5 dvd), II (8 dvd), III (7 dvd), IV (6 dvd), V (5 dvd), VI (5 dvd),
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