Prendete le atmosfere nere ed ambigue dei classici romanzi
hard boiled. Combinatele con l’estetica visionaria di un regista
cult come Quentin Tarantino. Aggiungete le torbide situazioni di
un certo fumetto erotico italiano e quelle dei b-movie italiani,
genere film poliziotteschi. Agitate e non mescolate e ciò che
otterrete è Kiss kiss! Bang bang!, la graphic novel
ideata dallo sceneggiatore Piero Viola, ma che ha visto al
lavoro un manipolo di otto giovani autori, tra sceneggiatori (lo
stesso Viola, Matteo Carnevale, Silvano “Tolin” Bertolin) e
disegnatori (Salvo Moscatt, Pierz, Emilio Lecce, Matteo Pirocco,
Gianluca Torda) della giovane e dinamica casa editrice
Cagliostro E-press.
Siamo davanti ad un fumetto difficilmente classificabile
eppure riconoscibilissimo a chi mastica l’estetica pulp
di cui Quentin Tarantino è diventato un maestro indiscusso: noir
con ricche dosi di humour e una spruzzata di action movie
made in Hong Kong.
I protagonisti delle quattro storie della graphic novel
fanno parte del pantheon di tale estetica: il killer, la femme
fatale - bella quanto pericolosa - la guardia del corpo, il boss
– nel caso specifico, ossessionato dal gioco del poker. Ma il
lettore non dia per scontato nulla.
Sesso,
sangue e pallottole fanno da sfondo ad una storia di tradimenti
e interessi in cui la ricerca della verità è solo un pretesto.
Blas, Mambo e Momo, i principali protagonisti dell’albo a
fumetti, sono i tre lati ineguali di un triangolo fatale in cui
si riflette l'immoralità e in cui nessuno ha paura di mostrarsi
per quello che realmente è. Blas è un killer senza scrupoli,
Momo è una femme fatale che non sa che cosa sia la moralità,
Mambo è una guardia del corpo, pronto ad offrirsi al migliore
offerente (il che vuol dire anche al più forte).
La forza di tali personaggi emerge sia nell’assetto grafico
sia negli scoppiettanti dialoghi. Come nei migliori noir,
nessuno e ciò che sembra e quando il lettore sembra aver
inquadrato un personaggio, ecco che lo stesso lo sorprende nella
pagina successiva. È la maledizione (o la bellezza) di questo
genere.
Il tratto grafico scelto dai disegnatori è essenziale e ben
si combina con il nero e il bianco dei disegni, regalando agli
occhi un insieme molto visionario.
Su tutto – ambienti, personaggi, storia e disegni – emerge
un’ambiguità dal colore nero (o noir?), che si riflette
nel chiaroscuro dei personaggi e delle ombre che popolano
Kiss kiss! Bang bang!
È evidente il debito con un fumetto come Sin City di
Frank Miller, ma la sensibilità tutta italiana degli autori
conferisce al fumetto un’originalità unica nel panorama dei
comics nostrani.
Un fumetto
che, siamo sicuri, diventerà un cult. E non ci sembra poco che
sia targato made in Italy.
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