Gli archivi senza confini
dell’immaginaria Canterbury

Elton Dean, Steve Miller, Pip Pyle
Home Brewed
Formazione:
Elton Dean (sassofoni),
Steve Miller (piano),
Pip Pyle (batteria, percussioni)
British Progressive Jazz, 2022

Elton Dean, Steve Miller, Pip Pyle
Home Brewed
Formazione:
Elton Dean (sassofoni),
Steve Miller (piano),
Pip Pyle (batteria, percussioni)
British Progressive Jazz, 2022


Prosegue la meritoria impresa dell’etichetta British Progressive Jazz con la pubblicazione di Home Brewed. L’album aggiunge una nuova tessera al policromo mosaico di collaborazioni tra i musicisti della galassia canterburiana, tanto che ci sarebbe ormai materiale sufficiente per rinfoltire le fronde del family tree disegnato da Peter Frame, ben noto ad addetti e appassionati di quelle musiche. Un vero e proprio albero genealogico/musicale che venne pubblicato nel 1977 nel booklet a corredo della retrospettiva Triple Echo dei Soft Machine.
Questa volta si tratta della pubblicazione di registrazioni davvero inedite come altrettanto lo è la formazione all’opera: un trio formato da Steve Miller (ex Delivery, Caravan), Pip Pyle (ex Delivery, Gong, Hatfield and The North) ed Elton Dean (ex Soft Machine) riunitosi nel 1976 per una session privata in uno studio a Sawbridgeworth nel sud est dell’Inghilterra. Il nastro, come racconta nelle note di copertina un autentico esegeta di quella scena, il dotto Philippe Renaud, proviene direttamente dall’archivio personale di un altro cultore della materia, il compianto Mike King (scomparso il 2 marzo 2015), noto per essere stato il curatore, come ingegnere del suono, di molti dischi dell’etichetta statunitense Cuneiform, nonché fondatore della Reel Recordings e autore di Wrong Movements, libro dedicato alla vita e alle opere di Robert Wyatt. Sulle sue attività, si può leggere l’intervista che Quaderni d’Altri Tempi gli dedicò nell’ormai lontano 2010 dove, oltre a considerazioni sul mercato discografico di allora, passava in rassegna i titoli più importanti del catalogo della sua etichetta che già comprendeva un’anticipazione di Home Brewed.
Si trattava di un concerto risalente al 1985 dello Steve Miller Trio (Miller, Tony Moore, Eddie Prevost) con ospite Elton Dean e che includeva, come extra proprio un brano proveniente dalla session di Sawbridgeworth, One For Three, rielaborazione di One For You, composizione contenuta in Miller/Coxhill – Coxhill/Miller pubblicato ai tempi dalla Caroline nel 1973, album assurto nel tempo a rango di cult. Peccato che anche questo brano, forse perché già uscito, non figuri in Home Brewed, che ne comprende quattro, tutti originali e firmati dal trio, che documentano una fase ben precisa nell’evoluzione artistica dei musicisti coinvolti, quella di Miller soprattutto, consistente nel passaggio verso modelli espressivi più liberi, aperti e vicini al free di cui Dean era già un paladino fin dai tempi della militanza nei Soft Machine. Ne è un esempio il blues destrutturato di Crack Le Whip che anticipa scenari sonici di gruppi che verranno dopo come Ninesense, Soft Heap, Soft Head e altri. Un passaggio raccontato dallo stesso Miller in un’intervista riportata nelle note.

“All’epoca del Crisis Tour della Virgin del 1974-1975 (in cui Miller suonò in duo con il sassofonista Lol Coxhill, ndr) stavo vivendo la mia crisi personale. I limiti dell’essere un improvvisatore autodidatta, con solo una conoscenza primitiva della musica classica, del jazz e del blues, cominciavano a farsi sentire. Mi ritirai completamente. E dissi a me stesso: «non so suonare il pianoforte, le mie mani sono piene di cattive abitudini e quindi non farò alcuna performance finché non sarò in grado di esprimere compiutamente ciò che ho dentro». Mi ci sono voluti quasi dieci anni per eliminare le cattive abitudini. Ho disimparato la mia tecnica fino alla posizione di dover «ricominciare tutto da capo». E dopo un po’ ho scoperto che potevo mantenere alcuni dei trucchi che avevo inventato: facevano parte del mio essere musicista, quindi li ho sviluppati. Ma per un po’ di tempo mi trovai nella posizione infernale di non poter suonare. Alcune persone mi hanno tirato fuori di tanto in tanto, come Pip ed Elton”.

Una di queste occasioni fu proprio la session del 1976. Poi Miller in effetti scomparve dalla scena pubblica per quasi una decina d’anni. Riapparve nella prima metà degli anni Ottanta, in duo con il chitarrista Mark Hewins, insieme al fratello Phil, allora alla guida degli In Cahoots, e in trio con Eddie Prevost e Tony Moore. Nel 1986 verrà pubblicato dalla Matchless quello che sarà il suo ultimo album ufficiale, il doppio Miller’s Tale a firma dello Steve Miller Trio con ospite Lol Coxhill. A partire degli anni Novanta, le apparizioni di Miller si faranno sempre più rade anche se continuerà sporadicamente a coltivare l’arte dell’improvvisazione, apparendo in duo con il fratello Phil, il chitarrista Hag, Coxhill e con il collettivo K.Ostra. Prima della sua prematura scomparsa, avvenuta il 9 dicembre 1998, è rimasta nei ricordi di colleghi e followers la sua ultima esibizione pubblica al Vortex di Londra, il 28 giugno 1998, insieme, fra gli altri, ai vecchi colleghi dei Delivery, forse in previsione di una reunion. Anche in quel caso, Miller diede un saggio della sua arte pianistica ormai quasi scevra dalle scorie blues e romantiche dei tempi e sempre più introspettiva, minimalista, cupa e distante da ogni concessione alla melodia. Per certi versi sempre affascinante, ma non in grado di eguagliare le vette espressive raggiunte nei lavori dei primi anni Settanta in duo con Coxhill: un tocco magico che si ritrova anche in Home Brewed, nel brano d’apertura della session intitolato Molly’s Mild, una jazz ballad malinconica che echeggia i Delivery pre Hatfield and The Norh e dove, con il senno di poi, quelle cattive abitudini di cui parlava Miller negli anni Settanta, non sembrano poi così cattive.
Infine, a complemento dell’ascolto di Home Brewed, si consiglia una visita al sito philmillerthelegacy.com che raccoglie diverso materiale inedito (free download) del pianista, tra cui la registrazione di un concerto in duo con Lol Coxhill tratto dal Virgin Crisis Tour del 1974.

Ascolti
  • Steve Miller / Lol Coxhill, 1974.
  • Steve Miller’s Trio Meets Lol Coxhill, Miller’s Tale, Matchless Recordings, 1986.
  • Steve Miller Trio, Steve Miller’s Trio Meets Elton Dean, Reel Recordings, 2008.
  • Steve Miller, See Hear – Piano Solos, Crescent Discs, 2002.
  • Steve Miller K.Ostra – … “it’s out there”, Crescent Discs, 2002.
Letture

Claudio Bonomi, Reel Recordings, la mossa giusta di Mike King, Quaderni d’Altri Tempi, n. 25, 2010.