“Via quel sorriso da Krusty il clown
e dammi solo la risposta più drastica
sulla differenza tra bottiglie di plastica
in acqua e acqua nelle bottiglie di plastica”
(Caparezza, 2011).
Ce n’è voluto di tempo, ma alla fine qualcuno ha davvero risposto drasticamente alla provocatoria domanda che il rapper pugliese poneva nel suo brano Cose che non capisco. È Davide Mazzocco, giornalista e documentarista ambientale che nel suo ultimo libro, Geomanzia, mette perfettamente in luce il nesso tra l’inquinamento dei mari e il mercato delle acque in bottiglia. La questione è affrontata specificamente nel quarto e nel quinto capitolo, dove si trovano rispettivamente le aberranti cifre del fenomeno in questione e le subdole strategie pubblicitarie che ne sono la causa. Ma a dire il vero il testo di Mazzocco, uscito quest’anno per i tipi di Palermo University Press, va ben oltre. Geomanzia è infatti un saggio che offre un vero e proprio compendio di ecologia, una dettagliata panoramica su tutti i principali problemi ambientali articolata in quattro sezioni corrispondenti agli elementi naturali. Attraverso le categorie dell’acqua, dell’aria, del fuoco e della terra il lettore ottiene una visione d’insieme sulla crisi ambientale ma allo stesso tempo viene aiutato nello stabilire dei confini analitici in cui inquadrarla con più precisione.
Mazzocco, forte del suo background giornalistico, raggruppa una gran mole di episodi con cifre aggiornate e impressionanti che aiutano a quantificare il problema ambientale ma anche a comunicarlo. Il proposito dell’autore è infatti chiaro e dichiarato: il libro vuole scuotere il lettore e indicargli punto per punto ciò che sta minacciando la sua stessa sopravvivenza. Dal Polo Nord al Veneto, dalla California a Taiwan, dall’Amazzonia alla Bosnia e dai villaggi dell’Africa a quelli dell’Asia, Geomanzia consiste in un giro del mondo angosciante ma necessario, le cui tristi attrazioni sono gli scempi causati dal sistema capitalistico al Pianeta. Il riferimento al capitalismo non è peregrino ma assolutamente centrale nell’economia del libro. Mazzocco non solo sottolinea a più riprese, con dati e fatti alla mano, che la responsabilità di questa situazione suicida è del sistema produttivo e della politica compiacente, ma anche che la crisi ambientale riflette le diseguaglianze strutturali su cui si basa il capitalismo. Per quanto possa sembrare contro-intuitivo, inquinamento e cambiamenti climatici non colpiscono tutti allo stesso modo: sono i più poveri e i più fragili a farne le spese – reagendo come possibile, per esempio emigrando – mentre i più ricchi hanno (per il momento) le loro strategie di tutela, sopravvivenza e repressione del dissenso. Interessantissima, da questo punto di vista, la riflessione dell’autore sul collegamento tra emigrazione, sovranismo e cambiamento climatico:
“Dagli Stati Uniti all’Ungheria, dal Brasile all’Italia, le forze populiste sono riuscite a occupare posizioni di vertice negli esecutivi capitalizzando le proprie narrazioni imbastite sul consolidato canovaccio della sindrome d’accerchiamento. Quanti di loro hanno citato tra le cause dei flussi migratori la crisi climatica? Nessuno. Anzi, uno degli aspetti più paradossali è che siano proprio i più strenui difensori dei confini coloro che con maggiore forza negano i cambiamenti climatici”.
In questo senso, i tweet di Trump, così come le dichiarazioni di Bolsonaro e Le Pen, hanno fatto scuola. Ed è qui che entra in gioco il terzo e fondamentale aspetto di Geomanzia: il tema dell’informazione e della comunicazione ambientale. Da giornalista, Mazzocco conosce bene e denuncia apertamente i meccanismi con cui i media possono insabbiare, delegittimare o banalizzare le tematiche ambientali. Si tratta di un aspetto fondamentale, non solo del libro in questione, ma anche del modo in cui ci rapportiamo alla crisi ecologica. Se quest’ultima si trova in un’impasse è anche per problemi di informazione e comunicazione:
“Il sistema dell’informazione e dell’intrattenimento che veicola i valori del capitalismo si nutre di immagini e, per logiche algoritmiche di marketing, necessita di un’iconografia scioccante ed estrema”.
Succede allora che i problemi ambientali meno visibili, ma non per questo meno urgenti, vengano completamente marginalizzati nel dibattito pubblico a favore di eventi ad alto impatto visivo ed emotivo:
“Nell’economia dell’attenzione, ciò che non è rappresentabile e sintetizzabile con un’immagine (…) non può arrivare a uno spettro ampio di popolazione. Nell’era dell’eye tracking, una contaminazione che interessa cinquanta comuni e mette in pericolo la salute di 350mila persone vale meno dell’attentato terroristico in cui rimane ferita una persona”.
L’ecosistema digitale e social-mediatico, di cui Mazzocco ha già svelato gli aspetti più oscuri nel suo Cronofagia (2019), non fa che accentuare queste dinamiche, a tutto di vantaggio di quella che l’autore chiama, con un détournement, l’Internazionale Negazionista.
Che fare, allora? L’exit strategy di Geomanzia consiste in due passaggi principali. Innanzitutto “bisogna osservare ciò che ci circonda con uno sguardo più acuto e profondo, ascoltare la voce della terra e recuperare l’antica arte della geomanzia”. Data la sua dovizia di particolari, il libro di Mazzocco è in questo senso uno strumento preziosissimo. Conoscere i fondamenti dell’ecologia e degli elementi naturali, però, di per sé non è sufficiente. Occorre anche sviluppare un’ecologia del capitalismo per comprendere e opporsi alle dinamiche che caratterizzano questo ecosistema produttivo e comunicativo. Il focus sulle disuguaglianze e sulla disinformazione che caratterizza Geomanzia va esattamente in questa direzione, tenendo assieme una prospettiva scientifica e politica sulla questione ambientale.
A chiusura del testo si trova infine una ghost track incentrata sull’attuale pandemia in cui Mazzocco illustra come essa sia il frutto dello scellerato rapporto che la società iper-globalizzata intrattiene con il suo ambiente. Il prezzo che stiamo pagando è altissimo e sotto gli occhi di tutti. Per quanto drammatica, la situazione attuale rappresenta però una grande occasione per invertire la rotta, seguendo la strada che la crisi ecologica ci indica già da diversi decenni. Non accettare ora questa sfida, significa non accettarla mai più.
- Caparezza, Cose che non capisco, Il sogno eretico, Universal, 2011.
- Davide Mazzocco, Cronofagia, D editore, Roma, 2019.