Tratteggiate in tenui tinte pastello e caratterizzate da un tratto semplice ed essenziale, le vignette dello scozzese Tom Gauld sono deliziosamente erudite e vivono sospese in un panorama culturale prossimo all’anacronismo. Le sue strisce, infatti, esistono in un mondo in cui la letteratura classica si confronta quotidianamente con l’immaterialità degli e-book, dove gli slanci futuribili della fantascienza si intersecano, senza apparente soluzione di continuità, con la campagna vittoriana e la nostalgia per un passato (mediale) caratterizzato da ritmi meno frenetici.
In cucina con Kafka raccoglie oltre 150 strisce a fumetti precedentemente pubblicate sulle pagine del The Guardian, The New Yorker e The New York Times, mettendo in mostra una comicità colta, delicata e profondamente auto-ironica.
L’amore di Gauld per la letteratura e la sua infinita passione per la lettura traspare chiara in ciascuno dei suoi brevi racconti. Il suo sguardo satirico non fa sconti, includendo i romanzi vittoriani, i misteri di Agatha Christie, le epopee fantasy del XX secolo, così come le principali opere contemporanee di autori come Jonathan Franzen o Neil Gaiman.
In cucina con Kafka, per chi ama i libri in qualità di lettore o di scrittore, è una lettura che ci sentiamo di consigliare apertamente. Questi fumetti mostrano un’allure letteraria che si interroga spiritosamente sul modo in cui la passione per i libri si possa sposare ai nostri tempi digitali, dove sembra esserci un’app pronta a soddisfare qualunque esigenza e in cui “i media digitali e il web hanno ridisegnato, in maniera evidente, gli assetti sociali, istituzionali, economici delle società contemporanee” (Amendola, Tirino 2017).
Questa raccolta di strisce non è soltanto una raccolta di fumetti a tema letterario quanto, piuttosto, una serie di strisce meta-letterarie. Sono strisce sulla scrittura, sulle tediose dinamiche del business dell’editoria, sulla natura cinica della pubblicità, sul modo in cui i libri divengono un prodotto nella società dei consumi, sulle mode del momento da assecondare, sui sistemi che le case editrici escogitano per incrementare il portato delle vendite (come pubblicare, appunto, un libro di ricette di Franz Kafka) ma, soprattutto, sui libri in quanto tali.
Gauld prende delicatamente in giro le avventure fantasy, i cliché letterari, i tropi romanzeschi ma anche i workshop rivolti a scrittori e al loro desiderio di essere, disperatamente, pubblicati. Lo fa con un umorismo incisivo e tagliente che pare, a volte, addirittura non aver bisogno del supporto illustrato per esporre le proprie gag; tuttavia, il suo tratto, semplice e naïf, crea accostamenti ingegnosamente deliziosi. D’altro canto, alcune delle sue migliori strisce sono composte da lunghe ed estese composizioni illustrate, prive di testo, che gli consentono di evocare ogni tipo di situazione in maniera ancor più convincente.
Tuttavia, il giovane fumettista britannico mostra il meglio di sé quando mescola generi e stili letterali, quando li rappresenta in maniera antropomorfa, costruendo situazioni paradossali che strappano un sorriso senza mai ricorrere a facili scorciatoie, mostrando rispetto e riverenza per il mondo della letteratura e per tutti coloro che apprezzano la narrazione stampata. Come quando, esibendo piena consapevolezza dello zeitgeist, suggerisce ai moderni narratori di crime fiction metodi innovativi per commettere un omicidio: far investire la vittima da un’auto a guida autonoma; far esplodere una sigaretta elettronica; strangolarla con il cavo di ricarica per smartphone; spingerla da una scogliera mentre cerca lo scatto perfetto per il proprio profilo Instagram. O ancora quando mostra la vera natura delle fascette e dei bollini promozionali sui romanzi, a partire da toni altisonanti come “la voce di una generazione” passando per un laconico “dall’autore di un romanzo molto più bello e famoso” fino al supplicante “no, davvero, non è così brutto come dicono”.
Ce ne sono anche per l’altra metà dell’universo letterario: i lettori, presi in giro per le loro manie, le librerie ricolme anche “solo per fare scena” o le valigie stracolme di volumi tanto da lasciare poco spazio per il necessario.
In cucina con Kafka è pieno di piccole perle ironiche che sicuramente delizieranno i fruitori di letteratura di qualsiasi provenienza. L’opera di Gauld non è soltanto intelligente e spiritosa ma accessibile a un pubblico trasversale e intergenerazionale. Essa coinvolge tutte le sfaccettature dell’industria culturale letteraria: dai classici, ai fumetti, alla narrazione di genere. Rappresenta, quindi, una testimonianza delle abilità autoriali, ma anche delle capacità istrioniche del medium letterario che, nonostante i continui mutamenti nell’attuale mediascape, continua a rivestire un ruolo di sostanziale importanza. In cucina con Kafka è un crescendo di strip argute e sarcastiche caratterizzate da un umorismo tipicamente british. Gauld, nella sua opera, dimostra quanto possa risultare divertente pensare “fuori dagli schemi”, schernendo, con rispettosa ironia, anche i mostri sacri della letteratura.
- Alfonso Amendola, Mario Tirino, (a cura di) Romanzi e immaginari digitali. Saggi di mediologia della letteratura, Gechi Edizioni, Salerno, 2017.