L’incontro pubblico con il disegnatore, grafico pubblicitario e regista, l’ottantenne Bruno Bozzetto nella cornice di Stranimondi, la manifestazione milanese autunnale dedicata al fantastico, è stata l’occasione per la presentazione del libro Mini & Super Vip – Il mistero del via vai, disegnato da Grégory Panaccione su sceneggiatura di Bruno Bozzetto e Nicola Ioppolo. Una storia che viene da lontano: da cinquant’anni fa.
Mini e Super Vip appaiono per la prima volta nel 1968 in Vip-Mio fratello superuomo, dove si racconta la storia di due fratelli, nati dall’incontro tra il supereroe BaffoVip e una cassiera di un supermercato, con caratteristiche completamente diverse: SuperVip è forte e veloce mentre MiniVip è piccolo e debole, può volare al massimo a mezzo metro di altezza e la notte brilla di luce propria. Il film è il secondo prodotto e diretto da Bruno Bozzetto dopo West and Soda, realizzato nel 1965, un cartone animato con riferimenti ironici alla dimensione western (si era tra l’altro in pieno boom del genere all’italiana, grazie al successo delle storie di Sergio Leone) un film che, con coraggio e in solitaria rispetto alle produzioni italiane, si rivolge agli adulti e non ai bambini, come invece succedeva nella produzione del cinema d’animazione di allora.
Lo studio Bozzetto si occupa di pubblicità e comunicazione, e in quegli anni si dedica all’animazione come esercizio di creatività e sperimentazione. La riuscita del primo film porta allo studio gli interessi di alcune case di produzione americane per la realizzazione del film Vip, suggerendo l’aggiunta del fratello SuperVip, non prevista in una prima fase della storia. La conoscenza dei meccanismi di persuasione della pubblicità, le sue finte immagini, i suoi facili e ridondanti messaggi vengono utilizzati nel film fino all’estremo, dove missili ipnotizzanti, progettati da scienziati nazisti, inducono all’acquisto nei supermercati HB, proprietà del personaggio cattivo: Happy Betty.
Un film preveggente la corsa al consumismo che, in quegli anni del boom economico, comincia a definirsi con l’avvento della grande distribuzione e del suo spazio iconico: il supermercato. Anche il mondo del lavoro è estremizzato nella fabbrica di missili, sull’isola dove si trova il lavoro è controllato da videocamere, con pause calcolate in secondi, in condizioni di schiavismo per i lavoratori orientali. Una riflessione ironica sul sistema capitalista fatto di consumismo e alienazione, che si inserisce nel sentimento diffuso della contestazione al sistema economico e quindi anche politico del Sessantotto.
Amori, scontri, psicologia si alternano fino all’epilogo dove sarà il complessato MiniVip a salvare il mondo, riscattandosi al pari del fratello supereroe. Bozzetto si presenta con uno stile particolare, nuovo per l’animazione su grande schermo fino ad allora conosciuta. Un segno che rimanda più alle brevi animazioni delle pubblicità di Carosello o alle animazioni dei paesi dell’est che all’imperante stile americano. Con l’intenzione di realizzare un nuovo film d’animazione, il sequel della storia dei Vip, anni dopo Bozzetto con Ioppolo realizza la sceneggiatura di una nuova storia, ma i costi di produzione non ne permettono la realizzazione.
Sarà il disegnatore francese Grégory Panaccione che, conosciuto Bozzetto, si imbatte nella sceneggiatura e ne propone una versione a fumetti. Panaccione, classe 1968, a Milano dal 2000, artista di layout, regista di serie animate e illustratore, è un disegnatore capace di realizzare fumetti privi di dialoghi con un ritmo incalzante, come Match, storia che racconta un’avvincente partita di tennis o Il mio amico Toby, che narra le vicende del cane Toby e del suo padrone Marcel, pittore squattrinato, con un segno che riprende i disegnatori d’oltralpe, firme della bande dessinée, come Jean-Marc Reiser, Wolinsky o Gérard Lauzier.
La nuova avventura dei Vip è stata realizzata per il mercato francese dall’editore Soleil, nella collezione Métamorphose, ed è uscita in Italia per l’editore Bao il sette giugno, il giorno dopo la pubblicazione originale francese. Dopo una condivisione con Bozzetto, tagli di scene e rielaborazioni, il volume, composto di duecentottanta pagine a colori, è stato realizzato in soli otto mesi da Grégory. Si presenta con un’edizione prestigiosa: taglio delle pagine in rosso e copertina con vernice UV spessorata e finitura in oro a caldo. La discutibile tendenza alla variant cover ha fatto realizzare all’editore 1.500 copie a tiratura limitata con diversa copertina.
Vi si narra di una popolazione aliena determinata a invadere il pianeta Terra per sfuggire all’umidità del proprio pianeta. La terra è dominata dalle automobili, con una grande produzione di inquinamento e solo quando l’aria sarà completamente inquinata gli alieni potranno sopravvivere sul nostro pianeta. Per questo motivo, da millenni, questi alieni forniscono di nascosto ai terrestri invenzioni e idee che producano più inquinamento possibile. Mentre nel mondo la società ruota attorno all’auto, dai notiziari alla pubblicità, diffondendo un’autodipendenza che esclude chiunque non guidi, la comunità aliena, capeggiata dalla “immortale, malvagia, prepotentissima sua Fertilità”, vive in una dimensione dittatoriale, alle prese con le uova prodotte dalla mostruosa creatura, un po’ come avviene in Alien, e dalla pioggia incessante, che invece rimanda a quella di Blade Runner. Il “via vai”, uno strumento di teletrasporto degli alieni, una specie di torcia, finisce nelle mani di MiniVip che, intento a costruire un improbabile oggetto che gli permetta di avere “tutta la forza che gli manca”, è sul punto di diventare genitore con Nervustrella, mentre SuperVip è stato lasciato dalla fidanzata Lisa. L’alieno Terminator ha il compito di recuperare il “via vai” perduto, Willie il piccolo alieno vuole fuggire in solitaria sulla Terra, un regista e il gorilla Sing Song sono gli altri personaggi che appaiono nella storia.
Nelle tavole dai colori grigi, neri e marroni spiccano i due personaggi nel loro costume rosso che, ovviamente, eviteranno l’invasione, riportando la pace. Il fumetto corre veloce verso l’epilogo senza particolari colpi di scena e risente dei tagli alla sceneggiatura. Se si fosse realizzata la versione animata le sequenze sarebbero state più articolate ed efficaci e i personaggi maggiormente caratterizzati. Come per il lungometraggio del 1968 è presente la dimensione di denuncia al sistema, che in questo caso inquina l’atmosfera e alimenta l’uso sconsiderato dell’auto. In fondo, alla fine è ancora con il consumo scellerato che ci si ritrova a fare i conti. L’ironia e l’umorismo, presente nella storia dei Vip, ritorna in una favola ecologica semplice dalla scrittura capace del brillante autore milanese.
Abbiamo ancora bisogno di favole… e di Bozzetto.
- Bruno Bozzetto, Vip, mio fratello superuomo, San Paolo, 2016 (home video).
- Bruno Bozzetto, West and Soda, San Paolo, 2016 (home video).