Al TS+FF 2024 atterra
l’intelligenza artificiale

Trieste Science+Fiction Festival
Ventiquattresima edizione


Trieste 29 ottobre – 3 novembre 2024

Proiezioni:

Politeama Rossetti

Teatro Miela

Trieste Science+Fiction Festival
Ventiquattresima edizione


Trieste 29 ottobre – 3 novembre 2024

Proiezioni:

Politeama Rossetti

Teatro Miela


Sarà perché è il tema per eccellenza, fonte e spunto di dibattito talvolta anche superficiale per non dire pretestuoso, sarà perché quest’anno a rinforzare le schiere c’è Italcon (Convegno Italiano del Fantastico e della Fantascienza), oppure semplicemente perché la fantascienza non può esimersi dal congetturare scenari futuri a partire dai semi del presente, fatto sta che l’edizione 2024 del Trieste Science+Fiction Festival è ufficialmente all’insegna dell’intelligenza artificiale. Basti dare uno sguardo all’illustrazione disegnata quest’anno da Zerocalcare, suggestiva e inquietante al tempo stesso nel prospettare un futuro poco entusiasmante per l’essere umano declassato al rango di classe lavoratrice umilissima al servizio dei figli dell’IA generativa. La presenza di Zerocalcare al TS+FF non si limita a questa immagine, perché alle sue opere sarà dedicata una mostra negli spazi del Teatro Miela, visitabile gratuitamente durante tutti i giorni del festival. Il focus sull’intelligenza artificiale non sarà relegato al cinema ma si proverà a raccontarne le sfide e i timori evocati con eventi collaterali, performance e dimostrazioni live.

Illustrazione di Zerocalcare per TS+FF 2024.

Il festival è però innanzitutto cinema e anche quest’anno il programma appare attrezzato su tutti i fronti dell’immaginario, articolato com’è in oltre cinquanta anteprime tra corti e lungometraggi selezionati nel panorama mondiale, distribuite soprattutto nei tre concorsi principali: il Premio Asteroide e i due concorsi Méliès d’argent della MIFF, la federazione europea dei festival di cinema fantastico (Méliès International Festivals Federation). A conferma di quanto detto, nel programma fa capolino una sezione intitolata Artificial Universe composta da una pattuglia di nove cortometraggi realizzati con Aie. Passando in rapida carrellata i titoli selezionati per le sezioni maggiori si può affermare che anche questa edizione propone un cocktail di generi per tutti i gusti.

Orrori di ogni “genere”
L’horror declinato in varie salse, mescolato con il perenne timore che le tecnologie sfuggano al controllo, oppure frutto dell’ignoto si ritrova in lavori come The Substance di Coralie Fargeat, che vanta come protagonista Demi Moore: un body horror con al centro una star del fitness televisivo ed ex attrice premio Oscar giunta ai cinquant’anni che si ritrova licenziata dalla sera alla mattina per consentire un ricambio generazionale del personale. A quel punto deciderà di assumere la Sostanza, un liquido che se iniettato promette di fornire una migliore versione di sé. Nasce Sue alter-ego perfetto della donna, di cui può assumere le sembianze una settimana sì e una no. Ben presto le cose sfuggiranno dal suo controllo. Una ripresa in grande stile del dualismo tra il dottor Jekyll e il signor Hyde. Se The Substance rimanda alla storia di Robert Louis Stevenson, in Meanwhile on Earth di Jérémy Clapin riecheggia il classsico di Don Siegel, L’invasione degli ultracorpi, mentre The Invisible Raptor di Mike Hermosa ci riporta in qualche modo nel Giurassico con la ricostruzione di un raptor che non impiega tanto a sfuggire al controllo dei loro creatori. Ne vanno a caccia un paleontologo ridottosi a fare la guida a un DinoWorld e una guardia giurata che vanta un profilo da fallito. Sul fronte del grottesco si pone invece la commedia horror Monster on a Plane di Ezra Tsegaye. Qui una creatura nascosta nella stiva da un passeggero, prende possesso dell’aereo scatenando un putiferio sanguinario. Allucinazione e dimensione onirica fanno da coordinate invece per MadS di David Moreau, cronaca di una notte da incubo trascorsa dai ragazzi. Tutto narrato in un unico piano sequenza.

MadS di David Moreau.

Creature mostruose sono anche quelle raffigurate in The Complex Forms di Fabio D’Orta, storia ambientata in una villa dove le persone hanno l’occasione di cambiare il proprio destino vendendo il corpo a misteriose entità in cambio di denaro. Per alzare il tiro e tuffarsi nello splatter c’è Destroy All Neighbors di Josh Forbes che mette in scena uno scontro senza esclusione di colpi, davvero infernale tra due vicini di casa.

Crono escursioni
Anche i viaggi nel tempo sono presenti con una selezione variegata. Time Travel is Dangerous” di Chris Reading è una commedia dai toni fantastici con protagoniste due amiche che lavorano nel vintage e che trovata per caso una macchina del tempo e iniziano a viaggiare nel passato soltanto sulle prime senza conseguenze. Strizzando l’occhio a Bonnie e Clyde in Things will be different di Micheal Felker due fratelli dopo una rapina si rifugiano in un fienile che si rivela essere un portale per accedere a un’altra dimensione temporale. In After us, the Flood di Arto Halonen invece un fisico è l’incaricato dell’Onu per i viaggi nel tempo. Qualcosa andrà storto anche qui. C’è anche chi dal passato viaggia ai giorni nostri come il protagonista di A Samurai in Time di Junichi Yasuda, dove un samurai di Kyoto che, dal periodo Edo si trova catapultato ai giorni nostri finendo nel bel mezzo delle riprese di un film ambientato ai suoi tempi. Collaterale e anche il viaggio dimensionale ricco di azione che caratterizza Escape From the 21st Century di Yang Li, un wuxiapian contemporaneo dai toni fantascientifici Qui tre amici scoprono di avere il potere di viaggiare dimensionalmente avanti e indietro di vent’anni con uno starnuto, finendo così sull’inospitale Pianeta K. Non è amichevole neanche il mostro in cui imbattono un soldato giapponese e un prigioniero di guerra britannico in Orang Ikan di Mike Wiluan ambientato durante la seconda guerra mondiale nel Pacifico su un’isola deserta. Qui i due si ritrovano di fronte a uno spaventoso ibrido tra uomo e pesce, il mitologico Orang Ikan.

Animazione tecno-distopie e apocalissi
Lo scorso anno a far man bassa di premi fu un film d’animazione, Mars Express di Jérémie Périn. Quest’anno due lungometraggi arricchiscono la proposta del festival anche se fuori competizione. Il primo è Spermageddon di Ramsus A. Silversten e Tommy Wirkola, un film osé sull’origine della vita che segue due linee narrative: l’inizio della storia d’amore tra due goffi teenager che culmina con il loro primo rapporto sessuale e la burrascosa missione di Simen e dei suoi amici per andare a meta… ovvero raggiungere l’ovulo. Tutt’altro registro, una commovente rilettura dell’arca di Noè si ritrova in Flow di Gints Zilbalodis, in cui un gatto solitario, in un mondo sommerso dall’acqua dove la vita umana sembra essere scomparsa, trova rifugio su una barca insieme ad altri animali. Nasce da un precedente corto d’animazione Schirkoa: In Lies We Trust di Ishan Shukla, storia distopica che descrive una società ultra-regolamentata che obbliga i cittadini della metropoli Schirkoa a indossare sacchetti di carta in testa, imposti da un regime dittatoriale per eliminare tutte le possibili differenze. Ben presto però le voci su una mitica terra libera dove le persone vivono senza sacchetti cominceranno a stravolgere l’ordine costituito.

Flow di Gints Zilbalodis.

Tecnologie emergenti poco rassicuranti invece in Infinite Summer di Miguel Llansó, che racconta la vicenda di tre giovani donne che, durante le vacanze estive, vivranno una misteriosa avventura a causa di una app di meditazione, mentre in The A-Frame di Calvin Lee Reeder un fisico quantistico scopre una cura contro il cancro nei topi, per poi mettersi alla ricerca di cavie umane. L’apocalisse e la sopravvivenza non sono appannaggio del solo Flow sopracitato. In Survive di Frédéric Jardin l’improvvisa inversione dei poli magnetici scatena una violenta e improvvisa tempesta che fa risvegliare il mondo in un deserto post-apocalittico che fa da scenario per una storia che non risparmia la presenza creature violente, mentre in Year 10 di Benjamin Goodger ci troviamo in un mondo post-cataclisma tornato all’età della pietra in cui un padre cerca di sopravvivere insieme al proprio figlio in un mondo non solo precipitato in un nuovo Medioevo ma anche abitato da cannibali. Una panoplia di temi, come si vede, scenari e argomenti che ricorrono anche nei cortometraggi e che non risparmiano tecnologie minacciose o quantomeno non funzionanti, creature perturbanti, distopie e catastrofi.

I grandi classici restaurati
Altra storica sezione del festival che ritorna anche quest’anno è Sci-Fi Classix dedicata ai grandi classici rimasterizzati in alta definizione. In calendario troviamo la sonorizzazione di un classico del cinema espressionista tedesco, Le mani dell’altro (1924), un horror di Robert Wiene che sarà commentato dalla musica di kariti, artista che si muove tra dark e folk ambient. In occasione dei suoi primi quarant’anni il programma 2024 prevede la proiezione di Terminator di James Cameron, che non necessita di ulteriori presentazioni, così come un’altra pellicola quarantenne, La storia infinita di Wolfgang Petersen, anch’essa in un programma che include altresì la commedia horror di Roger Corman, La piccola bottega degli orrori (1960) e un cult ormai del cyberpunk: Tetsuo – The Iron Man (1989) di Shinya Tsukamoto.

Assalto alla Terra (1954), Gordon Douglas.

Ultimo dei lungometraggi in calendario è Assalto alla Terra (Them!) di Gordon Douglas, che con un taglio documentaristico raccontava nel 1954 di uno scomodo effetto collaterale provocato dalle radiazioni atomiche: per raccontare l’invasione da parte di formiche mutate in mostri giganteschi. Documentario a tutti gli effetti è invece l’ultimo dei titoli inseriti nella sezione Sci-Fi Classix, ovvero The Life and Deaths of Christopher Lee (2024) di Jon Spira, documentario dedicato all’icona del cinema di genere e premio alla carriera del TS+FF nel 2009.

Italcon e altri appuntamenti
Tornando agli appuntamenti extra filmici, quest’anno il calendario è davvero fittissimo, complice, si è detto in apertura, lo svolgimento di Italcom che torna nella città che ne vide il concepimento. Tutto prese il via nel luglio del 1972 quando a Trieste si organizzò la 1° edizione dell’Eurocon, convention di europea di primissimo piano dedicata alla letteratura di fantascienza. Passata alla storia anche come la prima convention in Italia dedicata alla fantascienza, vide allora la nascita di Italcon, che per la sua cinquantesima edizione torna nel capoluogo giuliano proponendo un programma davvero vasto di panel e presentazioni letterarie inaugurati da una giornata dedicata alla proto-fantascienza made in Trieste nel periodo precedente alla prima guerra mondiale. A questi incontri si sommano quelli previsti nell’ambito di Mondofuturo, organizzati nell’ambito della manifestazione triestina per dialogare con divulgatori, scienziati e comunicatori della scienza sul mondo di domani. Quest’anno inoltre si inaugura la prima edizione del Premio letterario Mondofuturo, riconoscimento per il miglior libro di fantascienza originale pubblicato in Italia (ovviamente, quest’anno si fa riferimento al 2023).