Nove volte sette (The Feeling of Power, 1958) di I. Asimov

 

Asimov pubblicò questo raccontino nel 1958 sulla rivista “If”, e in Italia apparve poco dopo, nel 1959, nell’antologia Le meraviglie del possibile, per poi riapparire in molte antologie.

Siamo in un futuro molto lontano, ed è in corso una guerra fra la Terra e Deneb, guerra che ormai è ferma da tempo in una situazione di completo stallo: le forze in campo si equivalgono, ad ogni progresso scientifico/tecnologico e mossa di uno dei due contendenti corrispondono un progresso e una mossa di uguale portata dell’altro. Il motivo è semplice. Tutti e due i pianeti si affidano alle macchine: alla loro capacità di calcolare, e di evolversi grazie a questa. E le macchine dei due pianeti progrediscono alla stessa velocità (e, dobbiamo pensare, nella stessa direzione).

Ma sulla Terra succede qualcosa che potrebbe cambiare in prospettiva l’intero andamento della guerra. Shuman, un Programmatore impegnato nei progetti connessi alla gestione della guerra spaziale, scopre che un suo sottoposto, il tecnico di basso livello Aub, è riuscito ad elaborare un metodo per fare i calcoli a mente, col solo aiuto di carta e matita.

Prevedendo i dirompenti effetti che una scoperta del genere potrebbe produrre, se applicata allo sforzo bellico, organizza un incontro con militari e politici per far conoscere Aub e la sua “scoperta”.

I burocrati, inizialmente diffidenti e increduli nei confronti di quella che appare una ciarlatanata da illusionista, alla fine si convincono, e accolgono entusiasti l’idea di lanciare su larga scala l’apprendimento della “nuova” scienza, che viene battezzata grafitica quando si rendono conto dei vantaggi economici che comporterebbe: navi spaziali più leggere, riduzione dei costi di produzioni delle “calcolatrici” che ogni nave deve ospitare per navigare nello spazio, etc…

La Terra si avvia trionfante a modificare completamente l’andamento della guerra a proprio vantaggio. Solo che… solo che una vittima sacrificale ci sarà: il povero Aub, che si uccide, lasciando un messaggio in cui dichiara che aveva sperato che la sua scoperta servisse a produrre benessere e progresso, non morte e distruzione…

Al di là del messaggio pacifista e anticonservatore che contiene, Nove volte sette è uno di quei racconti che mostrano appieno la capacità della science fiction di portare alle estreme conseguenze una possibile premessa ipotetica: Che succedrebbe se… In questo caso: Come cambierebbe il nostro modo di percepire i risultati della ricerca, se un giorno dimenticassimo che le macchine sono solo nostre protesi, che funzionano simulando il nostro funzionamento?