Un gioco da bambini (Running Wild, 1988) di James G. Ballard

 

Pubblicato da Baldini & Castoldi in un volumetto unico, la novella apparirà anche nella edizione completa dei racconti di Ballard attualmente in pubblicazione presso la Fanucci.
In un quartiere suburbano fortificato della Londra di un vicino futuro – anch’esso destinato a ricchi professionisti e alle loro famiglie – dove i residenti hanno tutto ciò che possono desiderare, una mattina uno dei dipendenti, prendendo servizio, scopre che tutti gli adulti sono stati massacrati, e che tutti i bambini sono spariti. Il caso è gravissimo: si pensa a un rapimento di massa, a traffici indescrivibili. Solo dopo un certo tempo una delle bambine viene ritrovata, ma non è in grado di raccontare nulla.

In controluce, però, lo scrittore fa intravedere la verità: sono stati gli stessi bambini a organizzarsi per eliminare tutti gli adulti e sparire, in cerca della libertà da genitori attenti solo agli oggetti e ai simboli dell’affetto e del benessere, ma del tutto dimentichi dei propri figli. Estremo sbocco di una richiesta di affetto e di attenzione che gli adulti non hanno saputo dare.
I villaggi artificiali di Ballard, partiti come la Seahaven di Truman Burbank, si sono trasformati in luoghi patogeni e malsani, quasi “istituzioni totali” di tipo nuovo.

Vengono subito in mente le riflessioni di Baumann a proposito del disorientamento dell’uomo contemporaneo di fronte alla rottura di tutti i confini e i limiti, alla confusione di razze e culture, al desiderio di separare e distinguersi. 
In Un gioco da bambini, secondo la sua stessa definizione “una favola nera”, insomma Ballard ci mostra come può diventare apocalittico e feroce nel portare al limite le conseguenze delle tendenze sociali contemporanee.

Alla svolta del millennio, ad accompagnare le inquietudini tardomoderne ritornano i modi tradizionali di rispondere alla paura dell'ignoto in attesa: il dono sacrificale, l'uccisione rituale.