Entropia (Entropy, 1960) di Thomas Pynchon

 

L’Entropia è un corollario della seconda legge della termodinamica, una funzione di stato che misura il grado di disordine ed inefficienza in un sistema chiuso. Per Thomas Pynchon questo concetto di fisica è una metafora dell’esistenza, della vita dei protagonisti del racconto Entropy, scritto dall’autore americano nel 1960.

La storia racconta la vita di due gruppi di amici, indipendenti uno dall’altro, che vivono su piani diversi di un medesimo palazzo: uno dei due gruppi è totalmente aperto agli scambi e il suo aumento di entropia è costante e senza freni. L’altro rappresenta invece un sistema chiuso costituito da una coppia che accudisce una piccola coltivazione all’interno di un appartamento completamente sigillato. Anch’esso però non riuscirà a combattere l’avanzata instancabile dell’aumento entropico. Entrambi i gruppi andranno incontro al caos.

Entropia ha segnato la svolta della letteratura contemporanea statunitense verso le tematiche della scienza e della fisica quantistica.

In Pynchon il concetto di entropia si evolve e diventa riferibile non solo all’energia che si perde da una macchina termica o un processo produttivo, ma anche all’energia che è insita nei rifiuti, un’energia che viene normalmente sprecata dall’odierna civiltà dei consumi e che per lo scrittore americano, invece, deve essere un’energia da recuperare per lo sviluppo sostenibile della nostra società. Dobbiamo imparare, ci dice Pynchon, a saper riutilizzare i rifiuti perché come sappiamo prima o poi le materie prime si esauriranno.

Thomas Pynchon è nato a Glen Clove (New-York) nel 1937. È considerato il narratore più rappresentativo del movimento “postmoderno”, una corrente letteraria che nasce agli inizi degli anni Sessanta e che esercita una riflessione attiva e sistematica su tecniche e forme del romanzo, dichiarando obsolete categorie e modelli che fino al termine degli anni Cinquanta venivano dati scontati, come l’idea dello scrittore romanticamente legato alla scrittura o la convinzione che uno scrittore non debba pensare ma essere ispirato. Il suo primo imponente romanzo, V (1963), è una rielaborazione fantastica della storia europea a partire dalla prima guerra mondiale, e nello stesso tempo una bizzarra analisi di quelle forze dell'"inerte" e dell''"inanimato" che minacciano oggi l'umanità. Tra gli altri romanzi ricordiamo L'arcobaleno della gravità (Gravity’s Rainbow) con cui ha vinto il prestigioso National Book Award, L’incanto del Lotto 49, Mason & Dixon e Vineland, che anticipa direttamente molte delle tematiche del movimento Cyberpunk.