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E non era l’unica funzione che svolgeva in quanto esso funzionava anche come assicurazione in
rapporto al cosiddetto “terrore della storia”, vale a dire di fronte al terrore
della ripetizione, dell’usura, della decadenza e in ultimo del nulla e della
morte.
Grazie a dei riti, a delle feste periodiche,
a delle istituzioni, l’homo religiosus riattualizzava un
avvenimento sacro che aveva avuto luogo alle origini, in un tempo primordiale.
In un tempo che era abitato dagli dei, in un tempo
caratterizzato dalla presenza di un Mondo puro
e forte, così come era stato
modellato, all’origine, dalle sapienti mani del Creatore. Attraverso quell’esperienza l’invisibile, il
sovrannaturale, l’alterità entravano in questo
mondo “profano” contaminandolo e cambiando la natura delle cose e degli esseri
che da esso erano periodicamente investiti.
Tramite la partecipazione rituale l’uomo religioso non solo si sottraeva alla fuga
minacciosa del tempo, ma realizzava anche il suo desiderio di un completo
ritorno alle origini. Egli letteralmente ri-nasceva realizzando il sogno
nostalgico della perfezione dell’inizio dei tempi,
della ri-partecipazione ad una situazione
paradisiaca.
Un’altra funzione essenziale del sacro,
compiuta sotto l’egida delle reificazione, era
l’efficacia della legittimazione del mondo sociale. Come più volte ha ripetuto Peter Berger,
la religione, ricollegando le fragili costruzioni delle società reali con la
stabilità o immutabilità della realtà ultima, le rendeva assolutamente
più solide e durature.
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Naturalmente l’uomo partecipava e riattualizzava attraverso il rito, un Mondo e un Tempo
creato da altri: dagli dei, dagli antenati o dagli
eroi. Altrimenti se non avesse fatto così, le sue legittimazioni sarebbero
state inefficaci, esse sarebbero state infatti
altrettanto fragili di quelle create ad
hoc dagli uomini stessi.
Quest’universo,
così magistralmente descritto da Mircea Eliade, è precisamente l’Universo della religione, la Sacra
Volta di cui parla Berger ed esso si fonda su di un
principio o su dei principi che sono esterni e superiori all’uomo. Sfuggono
alla sua presa! Nel senso che i valori e le regole che
guidano la condotta degli uomini sono già state scritte e dettate da altri in
un tempo (sacro) primordiale.
Il compito dell’uomo, l’unico effettivo
compito dell’uomo religioso consiste o meglio consisteva, nel riproporre e nel
seguire pedissequamente quanto già stabilito una volta per
tutte.
Va da sé che l’autonomia o meglio la
libertà umana in un universo siffatto è nulla. In compenso l’uomo, ogni uomo,
si sentiva perfettamente inserito in un Universo ordinato in cui ogni cosa, lui
compreso, era, senza possibilità di dubbio, al posto giusto.
Ebbene
è oramai luogo comune che il mondo moderno è un mondo che è desacralizzato. La
nostra modernità occidentale è caratterizzata da quello che Heidegger
chiama il depotenziamento degli dei (Entgòtterung) e il sacro non appare più come una
qualità delle cose ma al massimo come un sentimento soggettivo d’esso. Secondo Marcel Gauchet la modernità è infatti il culmine di un lunghissimo e altalenante processo
di autonomizzazione dell’uomo. Nel
senso che egli si sente finalmente
costruttore di quel mondo per secoli da lui stesso attribuito a mani altrui.
Gli uomini si sono finalmente riappropriati di quanto, per un periodo immemoriale, è stato, in vario grado, reificato.
Marcel
Gauchet cui debbo questa
definizione, vuol dire che nelle società autenticamente religiose, la vita
degli uomini e la loro organizzazione sociale e politica trovano fondamento in
principi, valori e leggi esterne all’uomo stesso (prodotte cioè da altri). In
poche parole, vi è stato un periodo assai lungo della storia dell’umanità in
cui gli uomini non si percepivano come artefici dell’Universo simbolico da essi abitato ma attribuivano ad altri (dei, antenati eroi)
la sua costruzione. E per questa ragione, essi si sottomettevano ad un ordine
che ritenevano fosse integralmente ricevuto, determinato cioè
prima delle loro esistenza e completamente al di fuori della loro volontà. In
poche parole il mondo dominato dal sacro è un sistema che si basa dice Gauchet sull’anteriorità radicale del principio di ogni ordine. Il che vuol dire che niente di ciò che tiene
assieme i gruppi, niente di ciò che quotidianamente gli uomini compiono
appartiene loro. L’unico compito riservato agli uomini è come abbiamo
accennato, preservare e trasmettere quest’eredità attraverso la continua ri-proposizione
rituale della sacra lezione che essi hanno ricevuto..
“Tutte le regole che ci tengono assieme vengono dal di fuori, da prima e da più
in alto di noi. Il potere al quale noi obbediamo rappresenta la legge
dell’aldilà tra di noi. La religione originariamente è
l’organizzazione dell’eteronomia”.
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