Anime
dell’oltreumano:
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di
Claudia Di Cresce | |
Lo si intuisce già dal titolo, Neon Genesis Evangelion, il Vangelo
della Nuova Genesi, che sta per iniziare un viaggio particolare. “Entrare” in Evangelion
è un’esperienza da non prendere sottogamba: puoi essere quasi certo che
resterai totalmente stravolto, raggiunta la fine. Molto più di un seinen
manga[1], molto più di un anime[2]
di fantascienza. Dimenticate i grotteschi robot giganti dei primi anni ’80: i
piloti ragazzini di Evangelion guidano dall’interno dei colossi organici che
sono a tutti gli effetti degli esseri viventi, e combattono per salvare il
mondo dall’attacco di 17 angeli.
Neon Genesis
Evangelion è un
anime
giapponese in 26 episodi creato nel
1995 dallo
Studio Gainax,
sceneggiato e diretto da
Hideaki Anno. Dalla serie sono stati tratti
anche due
film:
Death & Rebirth
(che ne ripercorre la trama principale) e
The end of Evangelion
(che presenta un finale alternativo a quello della serie, provando a dare una
risposta a diversi interrogativi lasciati in sospeso). L’altisonante annuncio del titolo apre la strada ad una
serie permeata di riferimenti biblici, ebraici, mitologici e cabalistici, alla
luce dei quali la storia assume da un lato l’aspetto di un percorso di crescita
spirituale, dall’altro quello di un grandioso racconto di fondazione delle
origini di una nuova umanità. Interpretazioni assolutamente coesistenti e
compatibili, rappresentate emblematicamente dal duplice finale, una scelta che
consente di ricomporre all’unità le diverse direzioni in cui si ramificano i
molteplici significati di Neon Genesis
Evangelion. Alla base della maggior parte degli eventi, dei personaggi
e dei significati di Evangelion ci
sono le teorie cabalistiche, utilizzate come sistema concettuale di sfondo per
la costruzione di uno scenario fantascientifico e misticheggiante insieme. La Cabala è, in generale, la mistica ebraica in tutte le
sue forme; specificamente, la forma esoterica di teosofia manifestatasi nel
XIII secolo in Spagna e Provenza attorno allo Zohar (il Libro dello Splendore), da cui hanno tratto origine
successivi movimenti mistici ebraici. La Cabala spagnola medievale, la forma
più importante di mistica ebraica, era un sistema teosofico che spiegava la
natura del mondo divino e le sue connessioni occulte con il creato. Secondo la Cabala, oltre ogni contemplazione umana esiste
Dio quale è in sé: l’immutabile En Sof
(Infinito). Gli aspetti o attributi conoscibili attraverso la relazione di Dio
col mondo creato sono le emanazioni dell’En
Sof, configurate in dieci sefiroth
(regni o piani), e considerate archetipi del creato la cui comprensione
dischiude le dinamiche occulte dei cosmi e della storia. Le sefiroth corrispondono ad importanti
concetti metafisici, a veri e propri livelli all’interno della
Divinità. Ma contemporaneamente esse sono anche associate alle situazioni
pratiche ed emotive attraversate da ognuno di noi, nella vita quotidiana. L’albero delle sefiroth
o “albero della vita” è una figura fondamentale in Evangelion: compare infatti fin dalla prima puntata nella sigla di
apertura, ed acquista un’importanza ancora maggiore nella fase più saliente
dello sconvolgente The End of Evangelion.
Rappresenta infatti il sentiero di risalita attraverso il quale l’intero creato
può ritornare al traguardo cui tutto anela: l’unità del “grembo del Creatore”,
secondo una famosa espressione cabalistica. Percorrere le sefiroth, le “tappe” dell’albero della vita, è dunque l’unico modo
per elevarsi spiritualmente fino a raggiungere un vero e proprio stato di
divinità.
[1] I seinen
manga (letteralmente “giovane”) sono un tipo di
manga
che ha come
target
principalmente giovani tra i 18 e i 30 anni. Trattano di tematiche complesse,
con una grafica spesso ricercata. Vanno distinti dagli
shōnen manga, con cui spesso vengono
confusi al di fuori del Giappone: questi ultimi sono destinati a un pubblico
maschile in una fascia d’età che va dagli ultimi anni dell’infanzia sino agli
ultimi dell’adolescenza, e sono caratterizzati da una forte enfasi sull’azione
e sulla forza fisica (esempi: Ken il
Guerriero, Dragon Ball).
[2] Anime,
dall’abbreviazione di Animēshon,
adattamento giapponese della parola
inglese
animation, ovvero animazione, è il termine con il quale si
è soliti indicare le opere d’animazione
giapponesi.
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(1) [2] |