RanXerox (1978 – 1985,
Cannibale, Il Male, Frigidaire; poi in volume per Il Grifo) di Stefano
Tamburini e Tanino Liberatore
Ranxerox,
il coatto sintetico, nasce nel 1978, con una serie di brevi
storie in bianco e nero pubblicate dalla rivista Cannibale.
Inizialmente si chiama Rank Xerox, come le macchine fotocopiatrici.
Cambierà nome nel 1980 a causa delle proteste dell'azienda dalla quale
aveva preso il nome, talmente preoccupata per il fatto che il proprio
marchio potesse essere accostato ad un personaggio "(...) le cui
imprese sono un concentrato di violenza, oscenità e turpiloquio" da
perdere l’occasione per procurarsi pubblicità gratis e – magari –
rendere più ricca e variegata la propria immagine.
Dopo essere stato ospitato per circa un anno (nel 1979) dalla rivista
Il Male, mise fine ai suoi vagabondaggi approdando a Frigidaire,
che ospitò le sue avventure fino alla fine del 1985, poco prima della
morte del suo creatore Stefano Tamburini. Qui si ferma la collaborazione
di Pazienza con i due autori di questo originale – e sicuramente più
scafato – anticipatore dei replicanti di Blade Runner (cfr.
scheda).
Le storie a colori pubblicate su Frigidaire, più lunghe e a
colori, consacreranno il personaggio nel panorama fumettistico mondiale,
permettendo agli autori di esprimere tutta la forza del personaggio e
dell’immaginario che vi è alle spalle.
Le avventure di Ranxerox partono da una Roma del futuro degradata e
marcia, popolata da personaggi del tutto privi di scrupoli e di etica.
E’ una Roma cyberpunk rugginosa e puzzolente, abitata da
tossicomani, ladruncoli, feccia, insomma, che si arrangia a sopravvivere
e a strappare qualche brandello di piacere quando e come può.
Ranxerox, per un difetto del suo cervello artificiale, è perdutamente
innamorato di Lubna, tredicenne ninfomane e tossicomane.
Mentre sono a caccia di droga per Lubna, la ragazza viene rapita e il
cybercoatto viene reso inoffensivo. Da lì cominciano le deliranti e
violente avventure di Ranx, che passa da Roma, a Palermo, a New York
alla ricerca della sua bella.
Tamburini e Liberatore riescono a mettere in scena un mondo
straordinariamente coerente nel suo degrado umano e ambientale. Un mondo
futuro se si vuole prevedibile, come sviluppo del nostro, che echeggia i
mondi che verranno presto descritti oltreoceano negli scenari da incubo
della narrativa cyberpunk (ricordiamo che Neruromante di
Gibson uscirà solo del 1984, cfr. scheda).
Uno dei pochi grandi esempi di una capacità visionaria e originale della
cultura di massa e della fantascienza italiana.
Davvero una pietra miliare.
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