Magma
incrocia nuovamente l’orbita terrestre. Alla saga del pianeta
Kobaia narrata dal gruppo francese mancava un capitolo (e, forse,
altri sono ancora nel cassetto), quello posto tra gli album
Mekanik Destruktiw Kommandoh e Kohntarkosz, ma la lacuna è stata
colmata con la pubblicazione di questo K.A, ovvero Kohntarkosz
Antheria, distribuito nei negozi specializzati nel 2005, ma
acquistabile anche direttamente sul sito dell’etichetta Seventh
(www.seventhrecords.com). Magma è un’avventura musicale
assolutamente unica e irripetibile (vedi anche in questo numero e
nel numero scorso di Quaderni, Suoni volanti e dischi terrestri),
caratterizzata da un rigore tematico che spesso scivola
nell’ossessione da parte del leader carismatico del gruppo,
Christian Vander, batterista e ammiratore devoto di John Coltrane.
Magma ha
prodotto negli anni un vero e proprio circuito autoreferenziale,
nella migliore tradizione del fandom fantascientifico, riuscendo a
salvarsi dal Kitsch grazie ad una musica straordinaria, congeniale
alla narrazione delle relazioni tra terrestri e kobaiani.
Librandosi sull’allora nascente jazz rock, agli inizi degli anni
settanta, la musica proposta dai Magma ha da subito mostrato
l’amore di Vander per musicisti colti come Stravinskij, Orff e
Messiaen oltre, naturalmente, la venerazione per Coltrane, la cui
ultima registrazione, ricordiamolo, si intitola Interstellar
Space. Tempi dispari, insoliti poliritmi, intervalli di quinta
diminuita, sequenze armoniche reiterate fanno da base a melodie
appena sussurrate o maestosamente proclamate.
L’inedita
K.A risale ai primi anni 70 e sulla datazione del reperto non ci
sono dubbi, dal momento che possiede l’energia dei tempi migliori
(e non solo per i Magma). Si articola in tre parti per una durata
totale di 48 minuti, viene proposto in un’elegante confezione
digipack con accluso un libretto contenenti i testi (rigorosamente
in kobaiano) e foto dei musicisti.
La band si
presenta con i nomi terrestri e quelli kobaiani. Per intenderci,
Christian Vander è Zebëhn Straïn de Geustaah e Stella Vander si
chiama Tauhd Zaïa Uno dei pregi discografici è di proporre una
musica progettata trent’anni fa, ma incisa oggi con mezzi e
tecniche di registrazione di ben altro livello. Non è un aspetto
secondario, considerato l’ampio e costante impiego di tamburelli e
altre piccole percussioni che intarsiano un minuzioso lavoro di
accompagnamento delle voci di Christian e Stella Vander di
Isabelle Feuillebois, Himiko Paganotti e Antoine Paganotti. Tutto
ruota intorno al canto solista e corale con il raddoppio
inesorabile del drumming di Vander. Movimenti all’unisono per
esprimere con precisione maniacale il respiro cosmico del gruppo.
Ancora una volta i Magma lasciano il segno, riaprendo le porte di
un universo sonoro inconfondibile, lontano dal pop, distante dal
jazz, solo confinante con le fonti colte da cui muove. Musica
senza compromessi da trent’anni a questa parte. Coraggio d’altri
tempi.
Formazione
Stella
Vander - Tauhd Zaïa: canto, percussioni
Isabelle
Feuillebois - Enör Zanhka: canto
Himiko
Paganotti - Okita Sgëhmka: canto
Antoine
Paganotti - Wöss Këmkah: canto
James Mac
Gaw - Staiïss Ësslëhnt': chitarra
Emmanuel
Borghi - Iüsz dëh Dzeuhr Ëmëhnëtt: piano, Fender
Frédéric d'Oelsnitz
- Loï Dëwëhlünn: Fender
Philippe
Bussonnet - Gëhnohr Dügohnn': basso
Christian
Vander - Zebëhn Straïn de Geustaah: batteria, canto, percussioni
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