Vengono
in pace, ma portano la guerra. Niente di nuovo sotto il sole. Lo dicevano pure i
latini: Si vis pacem, para bellum. E prima di loro il saggio troiano
Laocoonte che, davanti al cavallo di legno di Ulisse, ebbe il buon senso di
dire: Timeo Danaos et dona ferentes, temo i Greci anche quando portano
doni. Di doni i Visitors ne portano parecchi, a partire da quello recentemente
promesso anche da Silvio Berlusconi in un comizio elettorale: la cura per il
cancro. Non soltanto portano doni, ma li offrono anche con un inusuale
savoir-faire e un senso estetico invidiabile. C’è di tutto per sospettare! In
realtà sotto quella bella pelle c’è un mostruoso rettile mosso da fame
insaziabile e desiderio di dominio, evoluzione contemporanea di quel serpente
che tentò Adamo ed Eva nell’Eden riuscendo – con belle parole sibilate – a
corrompere per sempre il genere umano. Anche qui, dunque, niente di nuovo sotto
il sole. D’accordo: si tratta di alieni che per una volta, dopo aver schierato
le loro enormi astronavi sulle principali città terrestri, non si scatenano in
una furia distruttiva, ma tentano un’invasione silenziosa e diplomatica. Ebbene,
neanche qui c’è poi molta fantasia: ci avevano pensato a modo loro, nei primi
anni Cinquanta, non a caso in piena Guerra fredda, sia Robert Heinlein (Il
terrore della sesta luna) che, con maggiore fortuna, Jack Finney (L’invasione
degli ultracorpi). Gli alieni infiltrati negli Stati Uniti, indistinguibili
dagli ordinari cittadini, ma pronti a prendere il controllo del mondo, uscivano
pari pari dai peggiori incubi di McCarthy. Allora, qual è la novità di V,
a sua volta remake della fortunata e omonima serie degli anni Ottanta (da noi
nota come V – Visitors)? Nessuna. Il successo di questa serie come della
precedente non consiste nell’originalità, ma nell’essere riuscita meglio di
altre serie a catturare l’attenzione dello spettatore attraverso tematiche
riprese dall’immaginario di massa. Esattamente come Finney riuscì a fare nel
1955.
All’epoca erano i
comunisti, oggi i terroristi. Steven Spielberg ne faceva cenno nel suo La
Guerra dei Mondi (2005), quando, all’improvviso, gli enormi tripodi
degli alieni emergevano dal sottosuolo, autentiche cellule dormienti da
millenni. In V il tema è sempre in primo piano. Erica, la
protagonista, è un’agente dell’FBI che indaga, insieme al suo collega
(rivelatosi poi un visitor), sulla presenza di una cellula terroristica
dormiente negli States. La cellula dormiente esiste, ma non si tratta di
terroristi: sono proprio i Visitors che da tempo abitano sulla Terra sotto
sembianze umane per preparare il terreno all’invasione dei loro compagni
interstellari. A un certo punto Erica sbotta: “L’11 settembre non ci ha
insegnato niente?”, e il figlio Tyler (che non a caso è stato sedotto da
un’avvenente visitor), replica: “Dev’essere dura vedere terroristi ovunque,
eh?”. È dura sì, considerando che è ciò che fa l’America da nove anni a
questa parte, in alcuni casi nemmeno a torto tenuto conto degli ultimi
eventi (la strage a Fort Hood, in Texas, opera di un ‘infiltrato’ nelle fila
stesse dell’esercito americano, o il tranquillo automobilista che parcheggia
un’autobomba al centro di Times Square). Per fortuna le quinte colonne ora
non sono soltanto contro di noi, ma anche a nostro favore: un complotto per
distruggere i piani di Anna, l’affascinante comandante in capo dei Visitors,
è da tempo in atto nelle astronavi aliene e sulla Terra, con il fine di far
fallire il progetto di annientare l’umanità e depredare il pianeta. Insomma,
V si fonda tutto su una guerra silenziosa, fredda quanto il sangue
che scorre nelle vene degli alieni, completamente diversa dalle invasioni
devastanti a cui ci ha abituato la fantascienza e perfettamente in linea con
le mille paure cospirazioniste dell’Occidente.
A capirlo meglio di
altri fu, alla fine degli anni Novanta, David Icke, un inglese che dopo
essere stato portavoce del partito dei Verdi decise di rendere nota al mondo
la più grande e bizzarra cospirazione della storia umana: nel suo The
Biggest Secret (1999), Icke sostenne con assoluta convinzione
l’esistenza di un complotto millenario volto a instaurare un Nuovo Ordine
Mondiale retto nientemeno che dai Rettiliani, esseri alieni provenienti da
un’altra dimensione capaci di assumere fattezze umane grazie a un DNA
ibrido. Le più alte sfere del pianeta sarebbero nient’altro che grossi
rettili mascherati: proprio i Visitors! Assolutamente deciso a rendere
giustizia a chi, prima di lui, si fosse più avvicinato alla verità, Icke
scrive nel suo libro:
“Quello che più di ogni
altro film si è avvicinato maggiormente alla verità è il serial televisivo
americano degli anni Ottanta chiamato V. Esso racconta di una razza
di rettili extraterrestri che assumono il controllo del mondo grazie al
fatto di somigliare agli umani. Il film dipinge i rettili come esseri
coperti da qualche sorta di pelle in lattice, che non è come funziona in
realtà, ma il tema della serie è giusto…”.
Il corsivo,
naturalmente, è aggiunto qui. Che Icke sia o meno convinto di quello che
dica, non è chiaro e non è poi tanto rilevante. È rilevante piuttosto che il
volume abbia venduto milioni di copie, con sei ristampe in America nel giro
di dieci anni e traduzioni in ogni parte del mondo (in Italia è arrivato nel
2001, aprendo la strada a tutti i suoi volumi precedenti e successivi). Il
cospirazionismo di Icke passa direttamente dalla fantascienza alla realtà,
mescolando nelle oltre cinquecento pagine del suo libro tutti i temi più
cari degli appassionati di misteri e complotti. A oggi è difficile trovare
tra chi ufficialmente fa di mestiere lo scrittore di fantascienza un erede
più convincente di Philip Josè Farmer e del suo Wold Newton (vedi Quaderni
d’Altri tempi n. 20 e 23).
Tra i Rettiliani sotto
mentite spoglie ci sarebbero ben trentatre presidenti degli Stati Uniti, i
quali – osservando il loro albero genealogico – discenderebbero da due
persone: il re d’Inghilterra Alfredo il Grande, e Carlo Magno (entrambi
regnarono nel IX secolo). Sono Rettiliani i due Bush e anche il clan dei
Clinton, secondo alcune rivelazioni fatte da persone a loro vicine che Icke
non disdegna di citare come attendibili fonti; ce n’è anche per la povera
Lady Diana la quale, sospettosa nei confronti della vera natura della
famiglia del marito (“non sono umani!”, avrebbe esclamato a più riprese a
una sua confidente rintracciata da Icke, il quale glissa sul senso
metaforico della frase), è stata poi fatta fuori. Hilary Clinton è, secondo
David Icke, una delle autorità principali della gerarchia rettiliana,
apparentemente anche più importante del marito Bill (all’epoca in cui Icke
scriveva, Hilary era ‘semplicemente’ la First Lady, e Icke sarà stato
senz’altro compiaciuto di averla vista prima senatrice per due volte, poi a
un passo dalla Casa Bianca come presidente e oggi Segretario di Stato
americano). E ricordando il ruolo-chiave della Regina Vittoria nel garantire
al mondo una lunga fila di discendenti che hanno poi assunto numerose corone
in tutta Europa e oltre, c’è una netta predilezione per il matriarcato nella
stirpe dei Rettiliani, così come nei Visitors dove la comandante in capo è
Anna (le cui fattezze ricordano un po’, in bianco, Condoleeza Rice) come
nella vecchia serie era Diana.
I primi esemplari
terresti di questa subdola specie sarebbero gli Anunnaki, gli dei sumeri che
nell’ufologia sono spesso associati ad alieni, la cui provenienza viene da
Icke rintracciata nella costellazione del Dragone (Draco). Da qui
“l’origine del termine draconiano, una parola che coniuga le loro
attitudini e il loro programma”. E la leggenda del Conte Dracula discende
proprio da quest’inquietante realtà. Infatti i Rettiliani “amano consumare
sangue umano e non sono altro che i vampiri delle leggende…”. Il nome
‘Dracula’ richiama la provenienza astrale e la loro natura di draghi, ossia
vampiri; ‘conte’ indica l’aristocraticità data dalla linea di sangue che si
perde nei millenni. E perché gli Ariani erano, secondo i Nazisti, la razza
superiore? Perché Hitler e i suoi “conoscevano la storia e le loro
connessioni con i Rettiliani”. La loro base sarebbe infatti nelle montagne
del Caucaso, dove una porta dimensionale garantisce l’accesso degli alieni
dalla loro dimensione alla nostra. È infatti la regione caucasica ad essere
la patria d’origine della razza ariana. Tutto quadra!
Il punto di forza di
David Icke sta nel presentare le sue assurde teorie inserite in una cornice
di assoluta – o quasi – verosimiglianza storica, proprio come poco dopo di
lui farà Dan Brown nei suoi fortunati romanzi. Quegli errori storici
inseriti qua e là per consolidare il quadro offerto dagli autori si perdono
all’interno di punti di riferimento ineccepibili e, soprattutto, noti anche
al grande pubblico, che così riesce a seguire l’argomentazione senza perdere
il filo del discorso. I riferimenti bibliografici offerti da Icke
consolidano il tutto. Non è per niente dissimile da quanto gli autori di
V cercano di fare nella loro serie televisiva. Inserire l’improbabile
arrivo degli alieni sulla Terra in una realtà quotidiana è l’elemento
tramite il quale, in molta fantascienza, si cerca di diluire l’effetto di
straniamento introdotto dalla novità. Ciò è tanto più importante nel cinema
dove la scena reale e quella immaginaria devono riuscire a fondersi nel
migliore dei modi. Spesso i registi hanno usato il tramite dei mass media
per ridurre la frizione tra questi due piani. In Independence Day
(1996) come in Contact (1997), o ancora di più Deep Impact
(1998), un ruolo importante è giocato dal giornalismo televisivo che
racconta il contatto con gli alieni (o il disastroso arrivo di un asteroide)
attraverso la familiare routine del mezzobusto. Non è un caso se in V
succede la stessa cosa, anzi uno dei protagonisti è proprio un giornalista,
Chad Decker, scelto dai Visitors per rendere più rassicuranti e accettabili
gli alieni agli occhi di quei terrestri che – come Laocoonte – ancora non si
fidano di loro. I mass media sono del resto spesso tirati in ballo dai
cospirazionisti per il loro ruolo chiave di diffusione del verbo del Novo
Ordine Mondiale. Anche uno dei volti più noti e rispettati del complottismo
made in Usa, Michael Moore, in Fahrenheit 9/11 (2004) sottolineava il
ruolo giocato da alcuni network (come Fox News) nel favorire la contestata
ascesa alla presidenza di Bush jr.
Attraverso i media e i
governi compiacenti, i Visitors assumono presto il controllo dei gangli
vitali della Terra. Difatti, non la invadono ancora: ma l’hanno conquistata
senza sparare un colpo. La strategia sotterranea dei Visitors si ritrova
tutta nelle pagine di David Icke:
“Dalle loro basi
sotterranee, i Rettiliani… stabiliscono una rete di umani-rettiliani
infiltrati a vari livelli nei complessi militari-industriali, negli organi
governativi, nei gruppi ufologici e del paranormale, negli ordini religiosi
e nelle confraternite, ecc. Questi ibridi, alcuni dei quali non consapevoli
delle istruzioni di ‘controllo mentale’ del loro codice genetico rettiliano,
esercitano i loro ruoli sovversivi come ‘agenti rettiliani’, preparando il
terreno per l’invasione guidata dagli alieni Rettiliani”.
Sono insomma le quinte
colonne dell’invasione che, nell’episodio di V intitolato Questo è
solo l’inizio, parte a bordo di migliaia e migliaia di dischi volanti
dal remoto pianeta natale dei Visitors. Questi ultimi non possiedono,
verosimilmente, nessuna maschera umana: sono i Rettiliani nudi e crudi che,
quando arriveranno sulla Terra, non avranno bisogno di mascherarsi perché le
loro avanguardie avranno già portato a termine il progetto di sterminio e di
conquista del pianeta. I centri del potere Rettiliano, secondo David Icke,
sono molteplici e partono dalla sua madrepatria, l’Inghilterra:
“L’Agenda centrale è
coordinata dalla City di Londra, che comprende il centro finanziario noto
come ‘Square Mile’ e le rive del Tamigi che scorre tra i quartier generali
della giustizia britannica, il Parlamento, i centri del governo e
l’intelligence britannica, fino a Buckingham Palace, la base della linea di
sangue rettiliana nota come i Windsor… Parigi è un altro centro-chiave della
Fratellanza Babilonese [come Icke spesso definisce la stirpe Rettiliana
infiltrata], così come il Vaticano… Da Londra, l’élite Rettil-Ariana detta
la sua politica e la sua Agenda ai suoi ‘direttori di filiale’, le famiglie
imparentate in ogni paese, che assicurano che l’Agenda coordinata da Londra
sia introdotta a livello globale… Negli Stati Uniti, i principali direttori
delle succursali come i Rockefeller hanno orchestrato un cartello di
famiglie e prestanome come i Morgan, gli Harriman, i Carnegie, i Mellon.. In
Sudafrica sono gli Oppenheimer”.
Quella di Icke è una
sorta di storia alla rovescia dei “Savi di Sion”, a dimostrazione di come
siano lontane le origini del cospirazionismo occidentale. Prima erano gli
Ebrei, ora sono – paradossalmente – gli Ariani. Prima i comunisti, oggi i
terroristi islamici. Domani, o forse già oggi, i Visitors.
:: letture ::
— Finney J., The Body Snatchers, 1954. Tr. It. L’invasione degli ultracorpi, Marcos y Marcos, Milano, 2005.
— Heinlein, R., The Puppet Masters, 1951. Tr. It. Il terrore della sesta luna, Mondadori, Milano, 1995.
— Icke D., The Biggest Secret, 1999. Tr. It. Il segreto più nascosto, Macro Edizioni, 2001. [I brani riportati sono stati tradotti dall’edizione inglese]
:: visioni ::
— Johnson K., V: The Original Miniseries, Usa, 1983-1984; V – Visitors, 1984.
— Johnson K., V: The Series, Usa, 1984-1985; Visitors, 1985.
— Moore M., Fahrenheit 9/11, Usa, 2004; Feltrinelli Real Cinema, 2004.
— Spielberg S., War of the Worlds, Usa, 2005; La guerra dei mondi, Paramount Home Entertainment, 2005.