Un viaggiatore al Collége de France: Claude Lévi-Strauss | di Amato Lamberti | |
![]() L’antropologia, come la geologia e la
linguistica, come scienza delle relazioni invarianti, diventa una
disciplina capace di cogliere le strutture profonde, universali,
a-temporali e necessarie, al di là della superficie degli eventi,
sempre ingannevole, e al di là dell’apparente arbitrarietà degli
elementi che costituiscono ogni società. A queste strutture non si
accede attraverso la fenomenologia, la descrizione empirica, ma
attraverso la costruzione di modelli. Qui è evidente il riferimento
alla matematica di Evariste Gaulois e alla sua teoria dei gruppi e di
campi, come pure alla teoria olistica secondo cui il tutto precede le
parti. I modelli sono sistemi di relazioni logiche tra elementi, sulle
quali è possibile compiere esperimenti, ossia trasformazioni, in modo
da individuare ciò che sfugge all’osservazione immediata. I modelli, in
pratica, servono a mettere in luce le strutture che formano l’ossatura
logica della realtà. La struttura non è però una semplice forma, ma è il contenuto stesso colto in una organizzazione logica concepita come proprietà del reale.
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