Tutto il meglio di Carosello
a cura di Guia Croce
La Belle Époque, la Mitteleuropa, il Dreamtime: ognuno ha un’età dell’oro. Oh les beaux jours!, per dirla con Beckett. Noi italiani abbiamo Carosello, mondo abitato da personaggi fantastici e indimenticabili come Carmencita e Caballero, Calimero, l’ippopotamo Pippo, la famiglia dei cavernicoli Mammut, Babbut e Figliut, l’omino coi baffi, fino ai fantascientifici abitanti del pianeta Papalla e la Linea (della Lagostina), quasi un testimonial della Flatland di Abbott. Questa antologia di filmati – 51 episodi –, raccolta di grandi successi si potrebbe dire, 135 minuti zeppi di folgoranti intuizioni che hanno letteralmente fondato il senso della marca in Italia, è integrata da un volume dedicato alla vera storia dei carosellari: storie, testimonianze, aneddoti, un racconto corale, “polifonico” lo definisce Guia Croce che ha curato la raccolta e assemblato i testi. Il libro comprende anche due scritti di Edmondo Berselli e Aldo Nove. Un’iniziativa editoriale che completa le celebrazione del cinquantenario dello scorso anno e che soprattutto si integra alla perfezione con il Grande libro di Carosello di Marco Giusti, con cui Croce aveva già lavorato per una mostra sul tema in occasione dei quarant’anni della Sipra. Carosello è un’invenzione italiana, che coinvolse il meglio della cultura nazionale del tempo: registi e attori provenienti dal cinema e dal teatro, musicisti, disegnatori, sceneggiatori, scrittori, personaggi affermati e giovani di talento. Allora non si chiamavano creativi, ma lo erano. |
a cura di Guia Croce
titolo
Tutto il meglio di Carosello
editore Einaudi, Torino, 2008
libro pagg. xxx+210
Dvd 135 minuti
prezzo € 23,00
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Qualche nome: Eduardo de Filippo, Mina, Vittorio Gassman, Dario Fo, Sergio Leone, Totò, Luciano Emmer, Francesco Guccini, Ennio Morricone, Franco e Ciccio, Franca Valeri, Macario, Peppino de Filippo, Nino Manfredi, Nino Taranto, Raimondo Vianello, Carlo Giuffrè, Renato Rascel, Paolo Panelli, Age e Scarpelli, Gillo Pontecorvo, Lina Wertmüller, Dino Risi, Ermanno Olmi, Pupi Avati, i fratelli Taviani, Ugo Gregoretti, Tinto Brass. Infine lui, Mike Buongiorno, primo della fila in questa rassegna di apocalittici e integrati. Carosello: stagione irripetibile che si colloca in una twilight zone a metà tra il sogno e il desiderio il cui chiaroscuro oggetto era il consumare le meraviglie del nascente benessere. Dispositivo narrativo perfetto, capace di svolgere qualsiasi tema: da quello fantastico, alla commedia, dal poliziesco all’iperreale. Stagione (lunga un ventennio, forse il tempo necessario per mettere radici in Italia) iniziata il 3 febbraio 1957 e conclusasi con l’addio il 1 gennaio del 1977 affidato da Stock 84 a Raffaella Carrà. Uno show che andava in onda dalle 20 e 50 alle 21, dopo il telegiornale. Venne interrotto solo due volte, a causa dell’assassinio di John F. Kennedy e della strage di piazza Fontana. Si partiva con l’indimenticabile sigletta/rassegna di celebri piazze italiane, maschere, trombe e mandolini e poi loro, i prodotti, i testimonial e i personaggi di fantasia. Meccanismo pubblicitario impeccabile con quel codino finale (gli ultimi 30 secondi, al massimo, dei due minuti e mezzo complessivi) che segnava indelebilmente la marca, legandosi alla fiction che lo precedeva grazie a slogan memorabili, come “Alemagna… ullallà è una cuccagna”, “Cynar, contro il logorio della vita moderna”, “Falqui basta la parola”, “Con Omsa, che gambe!”, “Vecchia Romagna Etichetta Nera, il brandy che crea un’atmosfera”, “Una buona cera? Ottima direi… ho cera Grey” e così via. Cinema di finissima fattura: secondo Jean-Luc Godard, “il prodotto migliore del cinema italiano”. Episodi girati su pellicola 35 mm, rigorosamente in B/N. Cinema anche magnificamente parodiato. Citazionismo spesso naïf, ma sempre da manuale, tenuto conto dei tempi, come l’episodio posto in apertura del dvd. Si intitola Penne rosse, parafrasi del celeberrimo western girato da John Ford, e utilizza con accorto montaggio sequenze del film stesso. Due minuti e trenta che surclassano la lettura del voluminoso Postmodernism di Fredric Jameson, perché ne illustrano lo stesso concetto, ovvero la logica culturale del tardo capitalismo, ma sono uno spasso. Per la verità questi sono 135 minuti tutti irresistibili. Come si fa a restare impassibili mentre Gringo recita: “dal ridere la pancia mi tingo, sarebbe mi tengo, mannaggia alla rima con Gringo!”. Guardatevi queste meraviglie del possibile e dopo tutti a nanna. È la legge di Carosello. |
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Gennaro Fucile |
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