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Prism Of Eternal Now di White Rainbow White Rainbow è la creatura sonora più recente di Adam Forkner, chitarrista dell’Oregon messosi in luce sul finire dello scorso decennio con la band psichedelica Yume Bitsu e successivamente leader dei Surface of Eceyon (o Surface of Eceon). Qui Forkner fa subito centro. Se la grafica e il delirio/pateracchio posto sul retro di copertina fanno il verso a certa cultura avantgarde, a la LaMonte Young o al Dream Syndacate di Tony Conrad, l’idea musicale si estende ben oltre queste coordinate. Anzi, qui c’è un solo brano, For Terry, che esplicitamente omaggia Riley (e quindi i visionari dei primi anni Sessanta), prima evocandolo e poi simulandolo alla perfezione. Il resto lega con eleganza e ingegno psichedelia, cosmic rock, esperienze post industriali e atmosferiche. Pezzi come l’estatica April 25th 11:14PM, sospesa nel vuoto, oppure Mystic Prism sembrano la naturale evoluzione della trance elettronica messa con perfezionamenti successivi da Ash Ra Tempel prima e Zoviet France poi (in brani tipo Come To Infinite dallo splendido Shadow, Thief Of The Sun), ma sostanziata con storie più recenti come quelle dei Boards of Canada, mentre Waves ricorda lo Steve Roach meno etnico. In più di un passaggio, poi, emerge prepotente la lezione di Robert Fripp. Lavoro notevole, senza cadute di tono, che ripassa a memoria quarant’anni di viaggi della mente, senza alcuna soggezione nei confronti dei maestri, elaborando un sound dotato di personalità. Enjoy your trip. g.f. |
White Rainbow Titolo: Prism Of Eternal Now Etichetta: Kranky Distributore: Wide/Goodfellas
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The Sugar Factory di Fred Frith/Evelyn Glennie La scena è da manuale dell’archeologia industriale: l’interno di una fabbrica tedesca di zucchero abbandonata. I due suonano a circa trenta metri di distanza. Affascinante. Lei è una non udente, sente con il corpo grazie alla conduzione ossea. La dimensione magica della musica. Il brano è A Little Prayer, visionabile su YoyTube. Una struggente ballad utilizzata come videoclip per il film ideato dal regista Thomas Riedelsheimer e dedicato alla Glennie. Queste investigazioni sonore nascono proprio dall’invito a parteciparvi rivolto a Fred Frith da Riedelsheimer. Il disco, però, non ne costituisce la colonna sonora, pubblicata a parte come scrive lo stesso Frith nelle note di copertina, ma senza precisare da chi e quando. A Little Prayer funge dunque da denominatore comune. Qui è posta in coda all’ultima traccia (la sei), Walls Are Loosening, pirotecnica e ammaliante al tempo stesso. Aspre, invece, l’iniziale A Route Of Wolves e A Cast Of Hawks, le più aderenti al contesto industriale scelto per l’intera performance. Entrambi i brani si situano a metà strada tra ritualismi rumoristici in stile Z’ev e ruvide divagazioni di scuola AMM. Cinematica In The World To Change The World fatta di fulminee accelerazioni e una linea melodica improbabile viste le premesse. A Rag Of Colts vede fronteggiarsi da un lato la forza esplosiva delle percussioni e dall’altro i ricami sulle corde di Frith, più “chitarristico” nella successiva Scuttlebutt, danzante nel suo incedere. Queste sono vere good vibrations. g.f. |
Fred Frith/Evelyn Glennie Titolo: The Sugar Factory Etichetta: Tzadik Distributore: Demos
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Rain Falls In Grey di Radio Massacre International Gli inglesi Radio Massacre International sono Steve Dinsdale, Duncan Goddard e Gary Houghton. Sono un classico trio chitarra-basso-batteria, ma zeppo di apparecchiature elettroniche (sequencer, synth, ecc.). Si sono formati nel 1993, hanno ben 27 dischi all’attivo (incluso questo), quasi tutti autoprodotti. Nascono e crescono sotto il segno dei Tangerine Dream, quelli dell’era Phaedra, una cascata di suoni space analogici di cui sono maniacalmente innamorati. In questo secondo cd per la Cuneiform, però, svoltano decisamente, facendosi dare una mano dai fiati di Martin Archer e dal violino elettrico di Cyndee Lee Rule. “Questo disco è il nostro modo per dire addio e per ringraziare una persona che è stata davvero speciale” dicono le note di copertina. La persona è Syd Barret, il diamante pazzo dei Pink Floyd. La copertina riproduce un ritratto del suo volto come solarizzato, il titolo è prelevato dal testo di una canzone dello stesso Barret, Baby Lemonade. La copertina è stata disegnata da David Allen, l’inventore dei Gong, un’altra istituzione della psichedelia. Ne è scaturito un omaggio sentito, che apre proprio all’insegna dei Gong con Rain Falls in Grey... passa in rassegna tutta la storia dei Pink Floyd e l’intera stagione dello space rock, tra Ash Ra Tempel, Hawkwind e gli amatissimi Tangerine Dream e chiude come più pinkloydianamente non si potrebbe con …Far Away. Tutto con gran naturalezza, senza ricorrere a citazioni dirette. A Pompei suonerebbe magnificamente. g.f. |
Radio Massacre International Titolo: Rain Falls In Grey Etichetta: Cuneiform Distributore: Ird
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