Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni

Napoli, 1931. Marzo sta per finire, ma della primavera ancora nessuna traccia. La città è scossa dal vento gelido e da una grave notizia: il grande tenore Arnaldo Vezzi – voce sublime, artista di fama mondiale, amico del Duce – viene trovato cadavere nel suo camerino al Real Teatro di San Carlo. A risolvere il caso è chiamato il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, in forza alla Squadra Mobile della Regia Questura di Napoli. Investigatore anomalo, mal sopportato dai superiori e dai sottoposti, Ricciardi coltiva nell’animo tormentato un segreto inconfessabile: fin da bambino vede i morti nel loro ultimo attimo di vita e ne sente il dolore del distacco.

È questo in sintesi il plot del romanzo d’esordio di Maurizio De Giovanni Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi, pubblicato nel 2006 con il titolo Le lacrime del pagliaccio per un piccolo editore napoletano, ed ora ripubblicato dalla Fandango Libri. Alla sua prima apparizione, il romanzo ha suscitato l’interesse e le lodi della critica specializzata e non, inducendo la Fandango ad offrirlo ad una platea più ampia.

Vivere su un confine tra il mondo reale ed uno metafisico è un’esperienza che, nella migliore delle ipotesi, produce un dolore costante, sia fisico sia mentale. Nel peggiore conduce alla follia. È questo che tormenta il protagonista di questo originale romanzo, scritto con una prosa fluida e visionaria. Chi è alla ricerca di una novità interessante, può trovare in quest’opera – a metà tra il giallo e il soprannaturale alla Joe Lansdale – una piacevole sorpresa. Da leggere, senza se e senza ma.

Carmine Treanni

Maurizio De Giovanni

Titolo: Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi
Editore: Fandango Libri, Napoli 2007

Pag. 208

Prezzo: € 10,00

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cyberpunk. Antologia di testi politici 
di
Raf Valvola Scelsi

Questo classico della stampa underground, riproposto a diciassette anni di distanza, compie, da una prospettiva interdisciplinare, un’analisi del cyberpunk, eterogeneo movimento degli anni Ottanta, in grado di adombrare, schiudendo il ventaglio delle proprie molteplici declinazioni, i tratti che poi avrebbero definito il media landscape del nostro presente.

Il libro ripropone il percorso del punk cibernetico in tutta la sua complessità, sottolineandone la capacità di rappresentare i processi reali e di percepire le spinte di un’ineludibile mutazione antropologica. Dall’orizzonte letterario all’ispirazione controculturale, dall’anima psichedelica alla dimensione più squisitamente applicativa, l’ampia rassegna di interventi dimostra come l’immaginario cyber abbia interpretato i percorsi di una tecnica non più proiettata ad espletare una funzione di mera estensione sensoriale, ma a trasformarsi in un sofisticato complesso di strumenti di creazione di ambienti virtuali, vissuti come uniche autentiche realtà. Nell’elaborazione di un’ideologia che ha assecondato il ritmo del progresso tecnologico, i cyber-tecnofili, profetizzando la liberazione dell’informazione da ogni vincolo e la diffusa socializzazione della merce immateriale, hanno avanzato ipotesi ardite, che, pur traducendosi concretamente nelle dinamiche di decentralizzazione dei processi di comunicazione, non hanno però trovato adeguato rispecchiamento nella costante affermazione di arcaici modelli di potere gerarchico.

Linda De Feo

Raf Valvola Scelsi

Titolo: Cyberpunk. Antologia di testi politici

Editore: Shake Edizioni Tascabili, Milano, 2007

Pagine: 235

Prezzo: € 9,50

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Luna d’ottobre. Quando lo Sputnik cambiò 
il mondo di
Romeo Bassoli e Federico Ungano

Il 4 ottobre 1957, l’Unione Sovietica inviò nello spazio lo Sputnik. Il fatto ha acquistato nel tempo una valenza quasi romantica ed è  un avvenimento che si è impresso nell’immaginario collettivo. È una storia che prese le mosse all’inizio del XX secolo, quando gli scienziati matti, visionari, esistevano davvero, quelli comicamente rappresentati con il razzo e altre strambe invenzioni nel giardino di casa. Tipi del genere erano infatti i tre geniali anticipatori dei viaggi spaziali – il russo Konstantin Tsiolkovsy, il tedesco Hermann Oberth e l'americano Robert Goddard – cui fecero riferimento i due artefici dell’esplorazione dello spazio: Wernher von Braun e Serghei Koroliov.

Il primo scippato ai nazisti condusse gli Usa  all’allunaggio, l’altro fu l’artefice dello smacco che sconvolse il mondo occidentale: il lancio dello Sputnik, appunto. Una storia che si legge tutto d’un fiato, come un romanzo e forse è stato anche questo. Protagonisti ne furono uomini fedeli a un sogno, inseguito a qualsiasi costo, che agirono dentro uno scenario segnato da avvenimenti come la guerra di Corea, i fatti d’Ungheria e quelli del canale di Suez, l’inizio del terrore nucleare e la destalinizzazione, giusto per ricordarne alcuni. Una storia all’ombra del titanismo, anche tragico, ma d’altra parte solo così si entra nel mito. Noi oggi ci accontentiamo di un’altra luna rossa, che veleggia sugli schermi. Quel gesto, anche eroico, invece, continua a trasmetterci qualcosa. Che cosa? Bip, bip, bip…

Gennaro Fucile

Romeo Bassoli e Federico Ungano

Titolo: La Luna d’ottobre. Quando lo Sputnik cambiò il mondo

Editore: Avverbi Edizioni, Roma 2007

Pagine: 186,

Prezzo: € 14,00