Una strana confessione di Herculine Barbine

Il documento autobiografico di Herculine Barbin, è la testimonianza del dramma vissuto per la sua identità sessuale, per la quale all’anagrafe è dichiarata nata di sesso femminile e poi all’età di 21 anni si vedrà designato con un atto del tribunale di sesso maschile. I passaggi da un genere all’altro rappresentano per Camille la consapevolezza di vivere un’esistenza difficile, perché indefinita, ma pure speciale e maledetta perché la rende esclusa e inadatta al contesto in cui è vissuta ed è stata educata eppure quasi un essere eletto, destinato all’Oceano dell’infinito. La sua è un’esistenza che si può investigare in ogni piega, grazie al diario clinico di Camille e poi ai vari documenti ufficiali riferiti fin’anche all’autopsia cui fu sottoposta la salma di Herculine, suicida a trentanni. A Parigi. La Scienza poi, e ancora più quella medica del XIX secolo, esprime i suoi principi ordinatori e regolatori per riconoscere e riconoscersi nella normalità o nella patologia, generando interrogativi circa la corrispondenza tra morfologia sessuale, desideri, sentimenti ed educazione. Ed è proprio il sistema educativo e una certa educazione sentimentale e sessuale, che sembrerebbe essere chiamata in causa nella sua auspicata capacità di tener conto delle differenze.

A tratti torna in mente che Camille è Herculine che parla del suo vissuto da ermafrodito. La storia di Camille aiuta a riconciliarsi con le paure e con le sofferenze adolescenziali e forse anche con la necessità di riconoscere nel corpo e nei sentimenti, legittime forme d’essere-nel-mondo.

Maria D'Ambrosio

Herculine Barbine

Titolo: Una strana confessione. Memorie di un ermafrodito presentate da Michel Foucault

Editore: Einaudi, Torino 2007

Pagine: 120

Prezzo: € 9,00

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Annuario numero 2 di Kainos, (Dopo l’umano) 
di
A.A.V.V.

Quale umanesimo andiamo celebrando o ricercando mentre ci aggiriamo per le scene e i teatri di una umanità, la nostra, che qualcuno vede dissolta, liquidata (o liquida), disgregata, e qualcun’altro prova a ritrovare, tornando alla dimensione animale o, per altri versi, proiettandosi nel macchinico e nell’artificiale? Questo sembra l’interrogativo che attraversa i diversi saggi del secondo annuario di Kainos. Come se per l’uomo fosse possibile scindere Natura da Cultura, senza cogliere proprio nella loro continua e multiforme ibridazione, lo spazio in cui l’Umano si realizza e incontra il post-umano, ovvero una continua ridefinizione e rifigurazione dell’Umano stesso.

Di fronte alle sperimentazioni e alla ricerca applicata che innesta il biologico con il tecnologico chiunque è chiamato a rispondere di un’etica che vuole conservare e preservare o che, di contro, sceglie incondizionate vie di progresso. Il mondo, oltre che Natura, è soprattutto Cultura. Quel mondo cui appartiene l’uomo per natura, per sua naturale “manchevolezza”, per dirla con Arnold Gehlen, e quindi per sua naturale “creatività”. Dimensione, quella creativa, che, per quanto mai conclusa, rimanda alle nostre mutazioni antropologiche, all’homo technologicus. All’homo digitalis.

La caducità della materia, e in particolare della corpo umano, può essere inteso come il tema sotteso e fondativo rispetto al tema-pretesto del volume: il post-umano. La tecnica ridisegna l’orizzonte dell’Umano ed esprime come una necessità: di vincere sulla Morte, sulla Fine, sulla Rovina.

m.d'a.

A.A.V.V.

Titolo: Annuario numero 2 di Kainos, (Dopo l’umano)

Editore: Punto Rosso, Milano 2007

Pagine: 270

Prezzo: € 15,00

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un pacifico matrimonio di Doris Lessing

Più fantasy che fantascienza in questo romanzo non realistico del premio Nobel per la letteratura 2007 Doris Lessing, che indaga le ragioni del cuore femminili e maschili, qui incarnate dalla regina e dal re di due Zone interplanetarie, la Tre e la Quattro, contrapposte per idee e sentimenti, ma destinate all’incontro/scontro nel Pacifico matrimonio del titolo.

Pubblicato nel 1980 e inedito in Italia fino all’uscita dell’ottobre 2007 per i tipi Fanucci, è una (ri)scoperta dell’autrice come scrittrice di sf, o meglio, come preferisce definirsi, di space opera. Non molto amata da critica e pubblico in queste vesti, bisogna tuttavia riconoscerle una particolare maestria, questa volta da lei stessa definita quasi ispirazione, nel trattare l’utopia, quella femminista della realizzazione di una società matriarcale pacifica e fiorente, la Zona Tre, e quella psico-sociale della formazione dell’identità, individuale e collettiva, attraverso il confronto e il dialogo con il diverso, la Zona Quattro, maschilista e guerrafondaia.

Confluiscono nell’ apparente contesto estraniato e allegorico, composto da Zone extraterrestri confinanti, in cui ogni frontiera costituisce il pretesto per approdare in un mondo migliore, tutti i leit motiv della vita della scrittrice, dall’esperienza della colonizzazione in Africa, al femminismo, alla sua intensa attività letteraria, che ne hanno fatto una fuoriclasse della contaminazione dei generi nella narrativa postmoderna.

Daniela Fabro

Doris Lessing

Titolo: Un pacifico matrimonio

Editore. Fanucci, Roma, 2007

Pagine: 326

Prezzo: € 17,00