Non è un supereroe in senso stretto. Non ha, quindi, poteri
soprannaturali (ma sicuramente superproblemi esistenziali). Ha
un suo codice morale che cozza inevitabilmente con la legge e la
giustizia ordinaria. Più che un eroe è un anti-eroe, ma
dall’indubbio fascino. Stiamo parlando di The Punisher,
conosciuto in Italia anche come Il Punitore, creato da
Gerry Conway, Ross Andru e John Romita Sr., nel febbraio del
1974 per la Marvel Comics ed apparso per la prima volta sulle
pagine di Amazing Spider-Man n. 129.
Come molti eroi destinati a diventare protagonisti
assoluti, The Punisher altro non era che un comprimario
del più noto Uomo Ragno. Nel caso specifico fu infatti
ingaggiato per uccidere il personaggio creato da Stan Lee. In
seguito, numerose furono le apparizioni di questo eroe che però
ci mise oltre dieci anni per ottenere una sua regolare serie a
fumetti.
Nella Collezione 100% Marvel, che presenta alcune delle più
belle proposte della recente produzione Marvel in una elegante
veste da libreria, è apparso il volume Punisher N. 8:
Barracuda in cui Frank Castle, il vero nome del Punitore, a
“in vacanza” a Miami e questa volta i suoi obiettivi sono dei
pezzi grossi della Dynaco Incorporated. Sulla sua strada
incontrerà il pazzo e violentissimo Barracuda, un personaggio
fuori di testa che ha già avuto l’onore di ottenere una
miniserie tutta sua negli States…
Non c’è
dubbio che il fascino di questo personaggio risiede nella sua
sete di vendetta – dovuta al fatto che dei criminali mafiosi
hanno ucciso tutta la sua famiglia - e nella violenza che riesce
ad esercitare, grazie al suo addestramento come soldato in
Vietnam. The Punisher si sostituisce alla legge e diventa
in un sol colpo giudice e boia. Il punto di forza del
personaggio sta anche nello sviluppo psicologico che gli
sceneggiatori hanno approfondito attraverso le storie. Frank ha
scelto di vivere da eroe solitario, a volte appoggiato e in
altri casi osteggiato dai poliziotti e dalla Legge. È per questo
che è anche osteggiato dagli altri supereroi che vedono in lui
ciò che non vorrebbero mai essere. D’altro canto, lo stesso
Punitore giudica troppo buoni i supereroi di turno, pronti a
perdonare anche il più efferato dei criminali.
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