Fantascienza, il XXI secolo (4):
un genere per i nostri tempi

Quarta parte di una mappa della letteratura sci-fi del ventunesimo secolo. Autori nuovi e maestri del genere alle prese con il nuovo Millennio, tra rivisitazioni di temi storici ed esplorazioni inedite.

Quarta parte di una mappa della letteratura sci-fi del ventunesimo secolo. Autori nuovi e maestri del genere alle prese con il nuovo Millennio, tra rivisitazioni di temi storici ed esplorazioni inedite.


Dopo aver rivoluzionato il panorama letterario con Neuromante (1984) e i racconti dello Sprawl (La notte che bruciammo Chrome, 1986), dando prova di ciò che la fantascienza poteva fare intercettando le inquietudini che serpeggiavano sotto la superficie cromata degli anni Ottanta, e ciò che la letteratura mainstream doveva imparare a fare in termini di intersezione tra immaginario tecnologico e sottoculture urbane, lavoro sul linguaggio e critica al tardo-capitalismo, per mantenere il passo di una società in rapido cambiamento, William Gibson è assurto allo stato di autore di culto, nei cui panni non si è mai trovato particolarmente a suo agio. Nel 2003, dopo alcuni anni di silenzio dalla fine del suo secondo ciclo, conosciuto come trilogia del Ponte e incentrato sull’impatto della virtualità su una società in tumulto, scossa dalle ondate sismiche che si irradiano dal corpo ormai quasi spento del capitalismo (Luce virtuale, Aidoru, American Acropolis), torna al centro della scena con L’accademia dei sogni. Il romanzo segna l’inizio di una nuova fase nella sua scrittura, che mantiene l’essenzialità emersa in maniera sempre più netta nel corso del tempo ma rinuncia a un certo ermetismo che contribuiva al fascino dei romanzi precedenti. L’accademia dei sogni inaugura così il ciclo della Blue Ant, dal nome di un’immaginaria agenzia pubblicitaria che cerca di incidere sulle mode e i consumi di massa con tecniche di marketing innovative, quando non proprio aggressive, e sposta ancora più vicino al lettore il tempo della narrazione, portando a termine un progressivo slittamento sul presente già operato con i romanzi del Ponte, ambientati in un futuro imminente e molto più vicino a chi scriveva di quanto non fossero Neuromante e i suoi seguiti, Giù nel cyberspazio (1986) e Monna Lisa Cyberpunk (1988). Il ciclo della Blue Ant proseguirà con Guerreros (2007) e Zero History (2010), adattandosi di volta in volta ai codici del thriller e della spy story e recependo dalle cronache e dall’attualità quel sentimento di angoscia e paranoia che si accompagnava, negli anni Duemila, allo scontro di civiltà e alla guerra al terrorismo dichiarata dalle amministrazioni Bush. Ma è soprattutto il primo volume a spiccare, prefigurando in netto anticipo sui tempi una rete molto simile a quella che frequentiamo ormai quotidianamente: forte della sua innata attitudine per le subculture destinate a plasmare il mainstream (che per usare la terminologia coniata da Sterling, proprio nel citato romanzo breve Il chiosco, potremmo definire “senso del futuro”), Gibson s’immerge nei bassifondi del web, trascinando la sua protagonista Cayce Pollard (degna erede della Molly Millions dello Sprawl e della Chevette Washington del Ponte) in un tour de force alle prese con gli ambigui personaggi che si muovono intorno a un misterioso nuovo fenomeno di nicchia, legato alla diffusione delle sequenze di un film anonimo su cui in tanti vogliono mettere le mani.

Se c’è una cosa che Gibson ha dimostrato a ogni nuova uscita è che non bisogna mai credere di aver capito cosa aspettarsi dalla sua penna. E infatti, completata la sua terza trilogia, nel 2014 esce con un titolo che sarebbe impossibile non riconoscere come fantascienza, e di fantascienza a 360° si tratta: Inverso è un romanzo che coniuga fantapolitica e viaggi nel tempo, universi paralleli e realtà simulate, che addirittura torna a proporre un’estetica cyberpunk da cui l’autore si era intenzionalmente distaccato in gran parte dei lavori dei due decenni precedenti, e per finire arriva a sfiorare in più di una pagina le estrapolazioni tecnologiche e scientifiche care alla fantascienza più hard. Si potrebbe parlare quasi di un ritorno al passato, se non fosse uno dei libri più audaci, coraggiosi e innovativi usciti negli ultimi anni. Adattato da Scott B. Smith, con Jonathan Nolan e Lisa Joy (già autori di Westworld) nei panni dei produttori esecutivi e Vincenzo Natali ad alternarsi alla regia con Alrick Riley, in una serie televisiva prodotta da Amazon, che purtroppo non ha riscosso il successo che avrebbe meritato, complice anche il ritardo accumulato sulla scrittura di un’eventuale seconda stagione a causa dello sciopero degli sceneggiatori del 2023, The Peripheral (questo il titolo originale) apre l’ennesimo nuovo ciclo nella produzione di Gibson, proseguito nel 2020 con Agency (come il precedente uscito per Mondadori, anche in edizione economica Urania Jumbo da edicola), mentre l’annunciato terzo e ultimo volume, intitolato provvisoriamente Jackpot (dal nome dell’evento che segna lo spartiacque nel futuro dei protagonisti), non è ancora associato a una data di uscita.

Sorelle di Babilonia
Per scomodare un esempio appena citato, proprio come Gibson ha plasmato il volto della fantascienza, catalizzando con i suoi lavori la diffusione dell’immaginario cyberpunk e segnando in questo modo sia un punto di svolta che di non ritorno nell’evoluzione del genere, così Ted Chiang ha inciso profondamente nella sua percezione da parte dei lettori, introducendoli con una manciata di opere a tematiche tipiche della fantascienza hard (il primo contatto con una civiltà aliena, la scoperta di una tecnologia in grado di mettere in comunicazione gli universi paralleli, per citare solo due esempi) presentate con la sensibilità tipica della fantascienza soft: per capirci, immaginate un racconto di Greg Egan scritto da Ursula K. Le Guin, e non andrete lontano dagli esiti raggiunti da Chiang. E questo succede fin dal suo racconto di esordio, Torre di Babilonia (1990). A oggi la sua produzione consiste di soli diciassette racconti e un romanzo breve, con cui però ha vinto tutto quello che c’era da vincere, guadagnandosi l’ammirazione di critici e lettori. Le sue prime otto storie sono state raccolte nel 2002 nell’antologia Storie della tua vita: il racconto omonimo è datato 1998 e fu nominato in tutti i principali premi del settore, vincendo il Nebula. È anche uno degli apici assoluti della letteratura di fantascienza di tutti i tempi, in grado di coniugare una visione cosmica a una narrazione intimistica, che si insinua a fondo nelle emozioni e nei pensieri del lettore, lasciandolo irrimediabilmente cambiato – proprio come capita alla sua protagonista. Il romanzo breve Il ciclo di vita degli oggetti software (2010) riprende il tema dell’intelligenza artificiale per imbastire una parabola sulla nascita e lo sviluppo di un gruppo di esseri artificiali che, evolutisi come animali domestici virtuali, diventano gradualmente delle individualità, modificando conseguentemente l’esperienza degli operatori umani con cui interagiscono. Dopo Storie della tua vita, Frassinelli ha raccolto la rimanente produzione di Chiang in Respiro (2019), in cui spiccano il racconto che dà il titolo alla raccolta, con una brillante e – incredibile a dirsi, essendo una storia incentrata su una civiltà robotica – struggente riflessione filosofica sull’entropia che valse all’autore il premio Hugo nel 2009, e L’angoscia è la vertigine della libertà, in cui Chiang torna alla sua maniera, lucida, rigorosa, chirurgica, al tema del libero arbitrio.

Fin dai suoi primi passi nel genere, a esprimersi al meglio nella dimensione breve è anche un altro mostro sacro degli anni Ottanta: Paul Di Filippo. Dopo i suoi primi racconti, che segnarono una personalissima via al cyberpunk – o, per meglio dire, a quella sua particolare rivisitazione delle tematiche care al movimento dal punto di vista delle interazioni con la biologia, che lui provocatoriamente condensò nel Manifesto del Ribofunk (Di Filippo, 1998) –, con la Trilogia Steampunk (1995) arrivò a codificare praticamente da solo, benché sulla scia de La macchina della realtà di Gibson e Sterling (1990), un sottogenere gemello che avrebbe prodotto un’onda lunga, intrecciandosi con la moda e lo stile di vita delle culture alternative per le due decadi successive. Sono molti gli autori che hanno provato a replicare la sua ricetta, e non è un caso se tra i maggiori successi degli anni Duemila si annoverano anche serie young adult di ispirazione steampunk come la trilogia di Leviathan di Scott Westerfeld e la saga delle Macchine mortali di Philip Reeve. Tornando a Di Filippo, se Babylon Sisters (2002) raccoglie soprattutto racconti degli anni Novanta, l’antologia L’imperatore di Gondwana (2005) offre una panoramica variegata sulla produzione dell’autore risalente ai primi anni Duemila. Altri campioni della sua fantascienza sono fortunatamente di facile reperibilità: il romanzo breve Il demolitore di astronavi (2002) prende le mosse dagli sfondi di Earthblood (romanzo del 1966 di Keith Laumer e Rosel George Brown, inedito in Italia) per rivisitarne le suggestioni, trascinando il lettore in un cantiere extraterrestre di recupero per astronavi in dismissione; Smart Magma (2011) e Nuvole e fuoco freddo (2014) rappresentano invece nuove, originali incursioni nei territori promiscui del ribofunk: la contestazione e l’irriverenza del cyberpunk al servizio della biologia. Il suo capolavoro di questi anni è probabilmente il romanzo breve Un anno nella Città Lineare (sempre del 2002, il suo anno d’oro): una città confinata ai bordi di un’unica strada, stretta tra i Binari della ferrovia da una parte e le acque del Fiume dall’altra. E oltre questi confini il Lato Sbagliato dei Binari e l’Altra Sponda, rifugio di creature assurde prese in prestito da una bizzarra mitologia dell’oltretomba. Strada Maestra si estende per decine di milioni di isolati e nessuno sa davvero se abbia un inizio né una fine. Sotto le evoluzioni celesti del Sole Giornaliero e del Sole Stagionale, che incrociano le loro traiettorie nei cieli della città, si snoda un anno nella vita dello scrittore di Narrativa Cosmogonica Diego Patchen e dei suoi eccentrici amici. L’esplorazione del mondo lineare proseguirà nel 2011 con La principessa della Giungla Lineare, ma in questi anni Di Filippo non ha mai smesso di sfornare storie sorprendenti e anticonvenzionali, proseguendo una tradizione che possiamo far risalire agli albori della letteratura weird. Come lui, non ha problemi di prolificità neanche Robert Reed, un “creatore di mondi” con all’attivo quattordici romanzi e un centinaio di racconti. La sua opera più ambiziosa è il ciclo della Grande Nave, che conta una decina di titoli tra romanzi, novelle e racconti brevi, che vanno ad arricchire la prolifica tradizione fantascientifica degli artefatti spaziali di ignote civiltà aliene, anche noti come Big Dumb Object (di cui Incontro con Rama di Arthur C. Clarke, il ciclo di Titano di John Varley e L’altro universo di Iain M. Banks offrono alcune delle più significative modulazioni). Tra i romanzi brevi, sia il premio Hugo Un miliardo di donne come Eva (2006) che La verità (2008) ingaggiano il lettore in sfide concettuali fuori dall’ordinario, il primo trasportandolo attraverso la rete di universi paralleli accessibili dal Ripper, il secondo imprigionandolo in un mondo assoggettato alla minaccia fatale di un terrorista proveniente dal futuro.

Lo stesso discorso si applica a Nancy Kress, che negli ultimi anni ha continuato con verve immutata a presentare i suoi scenari di hard science fiction a base di ingegneria genetica, biotecnologie e occasionali incursioni aliene. Esemplari in tal senso Il trattamento D (2007) e Dopo la Caduta (2012), vincitori entrambi del premio Nebula per il miglior romanzo breve e pubblicati ancora una volta da Delos Books. Meno fortunata è stata Catherine Asaro, che pure a fronte di una produzione ricchissima si è vista tradurre solo La rosa quantica (2000), nella già menzionata Nuova Galassia, e il romanzo breve Un ponte sull’abisso (2004) per Delos Books, opere sospese tra romance e avventura sullo sfondo dell’Impero Skoliano, in cui si colloca gran parte della sua produzione. Sempre nell’ambito dell’avventura, Lois McMaster Bujold ha proseguito l’esplorazione del ciclo dei Vor, che ormai si appresta a varcare il traguardo dei trent’anni. Giunta al diciassettesimo romanzo e forte di due milioni di volumi venduti, la saga è valsa all’autrice quattro premi Hugo, due Nebula e altrettanti Locus. Fautrice di una space opera sofisticata, a base di intrighi, cospirazioni e colpi di scena, dopo i fasti degli anni Novanta (Il gioco dei Vor, Barrayar, I due Vorkosigan) Bujold ha ripiegato verso toni sempre più leggeri e avventurosi, con titoli come La criocamera di Vorkosigan (2010) e Il segno dell’alleanza (2012. Il primo trittico di romanzi, che getta le basi per la saga (Gravità Zero, L’onore dei Vor e Barrayar), è stato di recente pubblicato da Mondadori nella collana Urania Draghi, con il titolo Vorkosigan. L’inizio.

Avventure nello spazio e nel tempo
Attivo fin dagli anni Ottanta, l’americano Jack McDevitt è un solido narratore che ha fatto dell’avventura spaziale la dimensione abituale delle sue storie, spesso ambientate in un futuro remoto che tuttavia non rinuncia a rimandi ed echi del nostro presente. La sua è una space opera che potremmo definire minimalista, con romanzi autoconclusivi che talvolta portano avanti una trama di più ampio respiro, ma che continuano a poter essere apprezzati indipendentemente. Due le serie principali in cui si sviluppa la sua produzione: il filone incentrato sulle imprese della pilota spaziale Priscilla “Hutch” Hutchins, che in Cauldron, fornace di stelle (2005) prende la direzione del centro galattico, per poi tornare a esplorare nuovi mondi a distanza di oltre un decennio ne Il lungo tramonto (2017), e quello degli xenoarcheologi Alex Benedict e Chase Kolpath, che arriva ad aggiudicarsi il prestigioso premio Nebula nel 2006 con Seeker, in cui un misterioso reperto risalente a novemila anni prima mette i nostri sulle tracce di un’antica colonia umana perduta.
Al contrario, il britannico Peter F. Hamilton predilige fin dalla sua trilogia de L’alba della Notte (1996-1999) storie fluviali che proseguono per migliaia di pagine, imponendo spesso agli editori la scomoda scelta di doverli frazionare in più volumi (La crisi della realtà, L’alchimista delle stelle e Il dio nudo, per intenderci, diventano dieci libri per Urania). L’attitudine di Hamilton per i vasti affreschi galattici prosegue con la trilogia del Vuoto, che si sviluppa tra il 2007 e il 2010 in tre romanzi che diventano quattro volumi per Urania: Il sogno del vuoto, Il tempo del vuoto e L’evoluzione del vuoto (quest’ultimo apparso in due puntate), una scorribanda che non esita a giocare con la metafisica del buco nero supermassivo al centro della Via Lattea, nella realtà narrativa dei romanzi un manufatto di origine aliena. La maggiore paginazione di Urania Jumbo ha consentito ai tre romanzi della sequenza di Salvation (2018-2020) di conservare la partizione originale: l’indagine sul misterioso ritrovamento di un’astronave ci viene raccontata nei volumi Salvation: l’arca della salvezza, Salvation: la rovina dei mondi e Salvation: la fine dei tempi, fino al drammatico scontro con gli Olyix, la bellicosa e implacabile civiltà che, in ossequio a un dio alieno, ha deciso di condurre al Punto Omega le altre specie senzienti della Via Lattea. Con Pandora, preludio alla trilogia del Vuoto, persino Urania Jumbo ha dovuto cedere e spezzare in due volumi la storia della spedizione del Commonwealth Intersolare, la rete di seicento mondi collegati da wormhole, per indagare l’inspiegabile sparizione di un sistema stellare a mille anni luce dalla Terra.

Si iscrive al filone della New Space Opera anche l’americano Allen Steele. Conclusa la serie dello Spazio Vicino, dispiegatasi lungo gli anni Novanta (Orbita Olympus, 2049: Contea di Clarke, Discesa sulla Luna, L’ultimo giorno di William Tucker) e Fanucci (Nel labirinto della notte), nei primi anni Duemila comincia a prendere forma la saga di Coyote, dove una luna abitabile nel sistema di 47 Ursae Majoris viene colonizzata da una spedizione terrestre in fuga da un governo dittatoriale, con cui i pionieri (anarchici, libertari, collettivisti) dovranno presto tornare a fare i conti. In italiano, per Urania, sono usciti i primi tre volumi del ciclo (Coyote, Coyote Rising e Coyote. Estrema frontiera) e il successivo Galassia nemica.
Il canadese Peter Watts ha offerto a sua volta il suo interessante punto di vista sul primo contatto in Blindsight, romanzo del 2006 nominato all’Hugo ma mai arrivato in Italia, raccontato dal punto di vista di un postumano che si è privato chirurgicamente dell’abilità di provare emozioni, imbarcato su una nave spaziale capitanata da un vampiro spaziale. Insieme a loro, tra gli altri membri dell’equipaggio, si contano una linguista dalla personalità multipla e l’intelligenza artificiale dell’astronave. Se vi sembra di avere a che fare con un polpettone stellare, aspettate di sentire questa: visto il ruolo che gioca la neurologia nel romanzo, il testo è stato adottato in diversi corsi universitari, tra cui Filosofia della mente e Introduzione alla neuropsicologia. Di Watts, all’inizio del nuovo secolo, era approdato in Italia grazie alla collana Solaria di Fanucci Stelle di mare, il suo controverso romanzo d’esordio (1999), che segna l’inizio della cosiddetta serie dei Rifter, che proseguirà con Maelstrom (2001) e il romanzo conclusivo, diviso in due volumi per ragioni commerciali: βehemoth: β-Max (2004) e βehemoth: Seppuku (2005), tutti inediti in italiano nonostante le positive recensioni d’oltreoceano. La storia segue i Rifter, addetti alla manutenzione di impianti sottomarini di produzione di energia, selezionati tra criminali e psicopatici di varia natura, modificati biologicamente per poter sopravvivere alle condizioni estreme dei fondali oceanici. Di suo abbiamo avuto la possibilità di leggere in italiano alcuni racconti, tra cui L’isola (antologizzato anche da Millemondi nel volume Infiniti), sulla scoperta di un essere senziente formato da un invisibile strato di spessore millimetrico che avvolge l’intero sistema solare, e due folgoranti storie incentrate sul punto di vista altro: quello di una macchina da guerra in Drone di morte, e quello della creatura del racconto omonimo di John W. Campbell Jr. in Le cose.

Celebre per Guerra eterna, il classico della military sci-fi ispirato dalla sua esperienza in Vietnam, nel nuovo secolo Joe Haldeman ha continuato a scrivere romanzi più leggeri e scanzonati, come la sfrenata scorribanda di Cronomacchina accidentale (2007). Il suo libro più interessante dopo il giro di boa del 2000 è probabilmente I protomorfi, premio Nebula 2004, che racconta di due alieni mutaforma che si affrontano sulla Terra a seguito del ritrovamento al largo delle coste di Samoa di un incomprensibile manufatto extraterrestre. Dopo aver vinto il premio Philip K. Dick nel 1994 con Mysterium, inquietante affresco di un universo alternativo in cui gli USA si ritrovano oppressi da una dittatura fascista, e averci regalato nel 1999 con Bios uno dei più intriganti, audaci e cupi esempi di planetary romance in chiave hard sci-fi, Robert Charles Wilson ha continuato a produrre romanzi con cui si è sistematicamente segnalato nei principali premi di settore. Tanto I cronoliti che Blind Lake (rimasto inedito qui da noi) riprendono temi cari all’autore, ponendo i protagonisti di fronte a sfide che abbracciano le loro comunità (l’umanità intera nel primo caso e una base di ricerca in quarantena nella seconda storia), ma che hanno anche profonde ripercussioni personali. Entrambi arrivano finalisti al premio Hugo, rispettivamente nel 2001 e nel 2004. Premio che Wilson riesce ad aggiudicarsi nel 2005 con Spin, romanzo che fa una effimera comparsa sul mercato italiano e che segna l’inizio di una trilogia che proseguirà con Axis (2007) e Vortex (2011), in cui la Terra si ritrova circondata da una misteriosa membrana che causa un rallentamento della velocità del tempo, facendo sì che per ogni anno trascorso sulla superficie terrestre ne passino cento milioni per il resto dell’universo, Sole compreso. Un effetto che avrà conseguenze imprevedibili per i protagonisti chiamati a risolvere il rompicapo di questa interferenza artificiale con i cicli della natura.

La premiatissima Connie Willis
Tra le autrici più premiate di sempre (nella sua bacheca spiccano undici premi Hugo, sette premi Nebula e nove premi Locus), Connie Willis ha stabilito nel 1982 i presupposti dei suoi romanzi maggiori con un racconto che quell’anno si aggiudicò i due principali premi del settore: Squadra antincendio. Da qui scaturiranno negli anni Novanta i pluripremiati L’anno del contagio (1992) e To Say Nothing of the Dog (1998), incentrati sulle avventure nel tempo (e nelle pieghe della filologia) degli storiografi del futuro dipartimento di storia dell’Università di Oxford. Nel dittico Blackout / All Clear (2010), vincitore sia dello Hugo che del Nebula, tre storici del 2060 fanno ritorno al periodo più buio della Seconda guerra mondiale, dove scopriranno di poter cambiare il corso degli eventi. Dovranno capire come fare ritorno al loro tempo. Estremamente godibili anche le prove dell’autrice su lunghezze più brevi: La voce dall’aldilà, premio Hugo nel 2005 per la migliore novella, racconta il tentativo di smascheramento di una medium da parte di uno scettico, che presto scopre di trovarsi alle prese nientemeno che con lo spirito reincarnato del critico, intellettuale, giornalista e polemista di inizio Novecento Henry Luis Mencken. Tornando ai viaggi nel tempo, non si può trascurare il lavoro di Kage Baker (1952-2010), che con la sua Compagnia del Tempo ci ha regalato a partire dal 1998 raffinate e divertenti variazioni su uno dei temi più riconoscibili del genere. Mendoza è una specialista in botanica che lavora per la Compagnia, com’è familiarmente conosciuta la Dr. Zeus Inc., la multinazionale del XXIV secolo che promette ai suoi clienti l’immortalità e controlla la tecnologia del viaggio nel tempo grazie a un esercito di cyborg. Le loro missioni: recuperare preziosi manufatti e materiale genetico dalle epoche del passato per consentirle di sviluppare i costosi servizi dell’azienda. Ma Mendoza, che proviene dalla Spagna del XVI secolo, non è tipo da lasciarsi manipolare, tantomeno dal suo datore di lavoro: non dopo il suo brutale reclutamento. Arriverà così a dichiarare guerra alla Compagnia, una guerra combattuta senza esclusione di colpi, tra i meandri della storia, fianco a fianco con il suo amante Alec Checkerfield, un altro cyborg in cui convivono tre diverse personalità (Il figlio della macchina).

Ambigue eterotopie 1: Kim Stanley Robinson
Fin dai suoi esordi negli anni Ottanta, Kim Stanley Robinson ha legato la sua reputazione all’impegno ambientalista, alla responsabilità della divulgazione e all’importanza delle ricadute sociali della ricerca scientifica, attestandosi come uno dei giganti contemporanei sulle cui spalle si ergeranno gli scrittori del futuro. Voce autorevole nel panorama culturale tout court, poliedrico e complesso al punto da risultare difficile da classificare, Robinson si esprime da sempre trasversalmente tra i sottogeneri della fantascienza (ucronia, distopia, hard SF, space opera, planetary romance), affidando spesso il punto di vista delle sue storie a esponenti della comunità scientifica (cfr. De Matteo, 2017).
Nella serie della Scienza nella Capitale, composta dai titoli Forty Signs of Rain (2004), Fifty Degrees Below (2005) e Sixty Days and Counting (2007), tutti inediti in Italia, il tema centrale è la problematica del riscaldamento globale, affrontata dagli scienziati della National Science Foundation e dai politici e lobbisti di Washington. I tre romanzi hanno anticipato di un buon decennio l’attenzione crescente che oggi circonda la cosiddetta cli-fi o climate fiction, quel filone che affronta gli effetti del cambiamento climatico, e sono stati raccolti nel 2015 in un omnibus intitolato Green Earth, che rappresenta una sorta di writer’s cut. Affreschi grandiosi del futuro dell’umanità sono 2312 (2012) e Aurora (2015), in cui vengono messe in discussione le basi stesse del nostro sistema economico (2312 presenta un’umanità interplanetaria fondata su un’economia pianificata, assistita da IA quantistiche) e della nostra società (Aurora aggiorna il classico viaggio della nave generazionale illustrando i conflitti e i rischi che possono minare la convivenza in una comunità segregata in un ambiente artificiale), puntando i riflettori sull’unicità dell’habitat terrestre e sull’importanza della sua salvaguardia. Dalla convergenza tra scavo storico e ricerca scientifica nascono altri due libri rappresentativi della grandezza di Robinson: in Galileo’s Dream (2009) la figura del fisico e astronomo pisano è al centro di una trama che si articola tra l’Italia del Seicento e le colonie umane installate sui satelliti medicei di Giove, dove nel 3020 vengono individuate tracce di vita aliena sotto la crosta ghiacciata di Europa. Ancora più ambizioso è Gli anni del riso e del sale (2002): settecento anni di storia a partire dal 1348, anno in cui il flagello della Peste Nera si abbatte sull’Europa e ne decima la popolazione, seguono l’ascesa delle culture araba, indiana e cinese e l’impatto che su queste avrà il progresso scientifico, in uno sviluppo alternativo della nostra civiltà. Ma i lavori che hanno riscosso maggiore successo, guadagnandosi l’attenzione anche dei lettori italiani, sono New York 2140 (2017), che mette in scena una storia corale ambientata tra i canali di una Manhattan in gran parte sommersa dallo scioglimento dei ghiacci, e Il ministero per il futuro (2022), in cui scienziati e attivisti provano a mettere insieme le forze per contrastare il collasso del pianeta.

Ambigue eterotopie 2: Neal Stephenson
Forse l’unico altro autore in circolazione in grado di rivaleggiare con Robinson per completezza di visione e profondità speculativa è Neal Stephenson, il quale, dopo essersi divertito con Seveneves (2015, ancora inedito in italiano) a distruggere la Terra e a congegnare un immaginifico piano di sopravvivenza per la specie umana, in Termination Shock. Soluzione estrema (2021) ingaggia alla sua maniera la cli-fi, proponendo un rischioso intervento di ingegneria planetaria per contrastare gli effetti sempre più violenti e catastrofici del cambiamento climatico. Autore di volumi poderosi, dopo i fasti degli anni Novanta (Snow Crash e Cryptonomicon aprono e chiudono idealmente il decennio del post-cyberpunk) si è dedicato all’affresco storico, esplorando le radici tecnologiche e scientifiche della moderna società occidentale nella vasta cornice del Ciclo Barocco, composto dai volumi Argento vivo (2003), Confusione (2004, tradotto come il precedente da Rizzoli) e The System of the World (2004, rimasto inedito in Italia). L’interesse per l’alchimia che attraversa le storie del ciclo riverbera anche nel molto successivo The Rise and Fall of D.O.D.O (2017, inedito in italiano), incentrato sui tentativi di una misteriosa agenzia governativa segreta americana (il Department of Diachronic Operations, per l’appunto) di cambiare il corso degli eventi usando la magia, mentre alcuni personaggi immaginari che intervengono nei romanzi storici (oltre che nel Ciclo Barocco, anche in Cryptonomicon), rientrano in gioco in La caduta all’inferno (2019), che affronta il tema del mind uploading in un futuro prossimo e richiama il thriller Reamde (2011, pubblicato da Fanucci in due volumi: Gioco mortale e Gioco mortale. Guerra assoluta), incentrato su un gruppo di sviluppatori di MMORPG (i giochi di ruolo multigiocatore fruiti in rete da centinaia di migliaia di utenti) che rimangono invischiati in un intrigo internazionale con terroristi islamici, hacker cinesi e criminali russi. Ma il capolavoro di Stephenson rimane a nostro avviso Anathem (2008, anche questo pubblicato in Italia da Rizzoli in due volumi, Anathem – Il pellegrino e Anathem – Il nuovo cielo), opera monumentale, provvista di un accuratissimo e suggestivo worldbuilding e impreziosita da una temeraria inventiva linguistica. Sullo sfondo di una rappresentazione narrativa dell’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica e di una contrapposizione di visioni filosofiche che spazia da Gödel a Husserl, da Leibniz a Penrose, Anathem trasfigura la Terra a noi nota in un pianeta che ha vissuto un’evoluzione storica, scientifica e tecnologica solo parzialmente sovrapponibile alla nostra. Stephenson ha anche curato il Project Hieroglyph, iniziativa patrocinata dal Center for Science and the Imagination della Arizona State University, per sostenere una sinergia tra scrittori di fantascienza, ricerca scientifica e innovazione tecnologica, che ha raccolto l’adesione di numerosi colleghi, ed è inoltre uno degli ispiratori del Millennium Clock della Long Now Foundation, un orologio in grado di misurare il tempo per almeno mille anni senza richiedere manutenzione: un’idea del ricercatore e ingegnere statunitense William Daniel Hills per promuovere il pensiero a lungo termine e coltivare in forma creativa la responsabilità verso il nostro futuro.

(continua)

Letture
  • Autori vari, Infiniti, a cura di David G. Hartwell e Kathryn Cramer, Mondadori, Milano, 2015.
  • Catherine Asaro, La rosa quantica, Armenia, Milano, 2007.
  • Catherine Asaro, Un ponte sull’abisso, Delos Books, Milano, 2006.
  • Kage Baker, Benvenuto nell’Olimpo, signor Hearst, Delos Books, Milano, 2007.
  • Kage Baker, Il figlio della macchina, Mondadori, Milano, 2023.
  • Kage Baker, La Compagnia del Tempo, Mondadori, Milano, 2013.
  • Kage Baker, La Compagnia del Tempo: Coyote del cielo, Mondadori, Milano, 2016.
  • Kage Baker, La Compagnia del Tempo: Il figlio della Compagnia del Tempo, Mondadori, Milano, 2023.
  • Kage Baker, La Compagnia del Tempo: Il futuro in gioco, Mondadori, Milano, 2004.
  • Kage Baker, La Compagnia del Tempo: Il mondo che verrà, Mondadori, Milano, 2011.
  • Kage Baker, La Compagnia del Tempo: Mendoza a Hollywood, Mondadori, Milano, 2003.
  • Iain M. Banks, L’altro universo, Editrice Nord, Milano, 2004.
  • Lois McMaster Bujold, Il segno dell’alleanza, Mondadori, Milano, 2020.
  • Lois McMaster Bujold, La criocamera di Vorkosigan, Mondadori, Milano, 2012.
  • Lois McMaster Bujold, Vorkosigan. L’inizio, Mondadori, Milano, 2024.
  • Ted Chiang, Storie della tua vita, Frassinelli, Milano, 2017.
  • Ted Chiang, Il ciclo di vita degli oggetti software, Delos Books, Milano, 2011.
  • Ted Chiang, Respiro, Frassinelli, Milano, 2019.
  • Arthur C. Clarke, Rama. Il ciclo completo, Mondadori, Milano, 2022.
  • Giovanni De Matteo, Tutto su Kim Stanley Robinson, Il Tascabile, 2017.
  • Paul Di Filippo, Babylon Sisters, Elara, Bologna, 2012.
  • Paul Di Filippo, Il demolitore di astronavi, Delos Books, Milano, 2013.
  • Paul Di Filippo, La principessa della giungla lineare, Delos Books, Milano, 2017.
  • Paul Di Filippo, La trilogia steampunk, Mondadori, Milano, 2018.
  • Paul Di Filippo, L’imperatore di Gondwana, Mondadori, Milano, 2007.
  • Paul Di Filippo, Nuvole e fuoco freddo, Delos Books, Milano, 2014.
  • Paul Di Filippo, RIBOFUNK: The Manifesto, The Computer Lab, 1998.
  • Paul Di Filippo, Smart Magma, 40K Books, Milano, 2011.
  • Paul Di Filippo, Un anno nella città lineare, Delos Books. Milano, 2017.
  • William Gibson, L’accademia dei sogni, Mondadori, Milano, 2005.
  • William Gibson, Agency, Mondadori, Milano, 2024.
  • William Gibson, Aidoru, Mondadori, Milano, 1996.
  • William Gibson, American Acropolis, Mondadori, Milano, 2002.
  • William Gibson, Guerreros, Mondadori, Milano, 2008.
  • William Gibson, Inverso, Mondadori, Milano, 2023.
  • William Gibson, Luce virtuale, Mondadori, Milano, 1996.
  • William Gibson, Neuromante, Mondadori, Milano, 2023.
  • William Gibson, Trilogia dello Sprawl, Mondadori, Milano, 2019.
  • William Gibson, Zero History, Fanucci, Roma, 2017.
  • William Gibson e Bruce Sterling, La macchina della realtà, Mondadori, Milano, 2013.
  • Joe Haldeman, Cronomacchina accidentale, Mondadori, Milano, 2010.
  • Joe Haldeman, I protomorfi, Mondadori, Milano, 2006.
  • Peter F. Hamilton, Il sogno del vuoto, Mondadori, Milano, 2010.
  • Peter F. Hamilton, Il tempo del vuoto, Mondadori, Milano, 2011.
  • Peter F. Hamilton, L’evoluzione del vuoto/1 e /2, Mondadori, Milano, 2012.
  • Peter F. Hamilton, Salvation: l’arca della salvezza, Mondadori, Milano, 2021.
  • Peter F. Hamilton, Salvation: la rovina dei mondi, Mondadori, Milano, 2022.
  • Peter F. Hamilton, Salvation: la fine dei tempi, Mondadori, Milano, 2022.
  • Peter F. Hamilton, Pandora – prima e seconda parte, Mondadori, Milano, 2024.
  • Nancy Kress, Il trattamento D, Delos Books, Milano, 2009.
  • Nancy Kress, Dopo la Caduta, Delos Books, Milano, 2013.
  • Jack McDevitt, Cauldron, fornace di stelle, Mondadori, Milano, 2011.
  • Jack McDevitt, Seeker, Mondadori, Milano, 2006.
  • Jack McDevitt, Il lungo tramonto, Mondadori, Milano, 2024.
  • Robert Reed, Cronache della Grande Nave, Delos Books, Milano, 2017.
  • Robert Reed, La verità, Delos Books, Milano, 2010.
  • Robert Reed, Un miliardo di donne come Eva, Delos Books, Milano, 2008.
  • Philip Reeve, Macchine mortali, Mondadori, Milano, 2018.
  • Philip Reeve, Macchine mortali (2). L’oro dei predoni, Mondadori, Milano, 2019.
  • Philip Reeve, Macchine mortali (3). Congegni infernali, Mondadori, Milano, 2019.
  • Philip Reeve, Macchine mortali (4). Pianura oscura, Mondadori, Milano, 2019.
  • Kim Stanley Robinson, Aurora, Ubiliber, Roma, 2024.
  • Kim Stanley Robinson, Gli anni del riso e del sale, Newton & Compton, Roma, 2007.
  • Kim Stanley Robinson, Il ministero per il futuro, Fanucci, Roma 2022.
  • Kim Stanley Robinson, New York 2140, Fanucci, Roma, 2017.
  • Allen Steele, 2049: Contea di Clarke, Mondadori, Milano, 1997.
  • Allen Steele, Coyote, Mondadori, Milano, 2014.
  • Allen Steele, Coyote Rising, Mondadori, Milano, 2016.
  • Allen Steele, Coyote. Estrema frontiera, Mondadori, Milano, 2018.
  • Allen Steele, Discesa sulla Luna, Mondadori, Milano, 1995.
  • Allen Steele, Galassia nemica, Mondadori, Milano, 2011.
  • Allen Steele, L’ultimo giorno di William Tucker, Mondadori, Milano, 1998.
  • Allen Steele, Nel labirinto della notte, Fanucci, Roma, 2000.
  • Allen Steele, Orbita Olympus, Mondadori, Milano, 2000.
  • Neal Stephenson, Anathem – Il pellegrino, Rizzoli, Milano, 2010.
  • Neal Stephenson, Anathem – Il nuovo cielo, Rizzoli, Milano, 2010.
  • Neal Stephenson, Argento vivo, Rizzoli, Milano, 2004.
  • Neal Stephenson, Confusione, Rizzoli, Milano, 2005.
  • Neal Stephenson, Gioco mortale, Fanucci, Roma, 2012.
  • Neal Stephenson, Gioco mortale. Guerra assoluta, Fanucci, Roma, 2013.
  • Neal Stephenson, La caduta all’inferno, Fanucci, Roma, 2020.
  • Neal Stephenson, Termination Shock. Soluzione estrema, Fanucci, Roma, 2024.
  • Bruce Sterling, Il chiosco, Delos Books, Milano, 2008.
  • John Varley, Titano, Mondadori, Milano, 2011.
  • Peter Watts, Drone di guerra, Delos Books, Milano, 2014.
  • Peter Watts, Le cose, Delos Books, Milano, 2014.
  • Peter Watts, L’isola, Delos Books, Milano, 2014.
  • Peter Watts, Stelle di mare, Fanucci, Roma, 2001.
  • Scott Westerfeld, Leviathan. La trilogia, Einaudi, Torino, 2012.
  • Connie Willis, All Clear, Mondadori, Milano, 2021.
  • Connie Willis, Blackout, Mondadori, Milano, 2021.
  • Connie Willis, L’anno del contagio, Fanucci, Roma, 202.0
  • Connie Willis, La voce dall’aldilà, Delos Books, Milano, 2008.
  • Robert Charles Wilson, Bios, Fanucci, Roma, 2001.
  • Robert Charles Wilson, I cronoliti, Mondadori, Milano, 2023.
  • Robert Charles Wilson, Mysterium, Fanucci, Roma, 2000.
  • Robert Charles Wilson, Spin, Rocard, Napoli, 2018.