Dalla New Wave al cyberpunk, ecco tornare anche Bruce Sterling, benché con una presenza sempre più attiva fuori dal genere, sia come giornalista, promotore di iniziative e commentatore di costume e delle tendenze nel settore delle nuove tecnologie, che come scrittore di fantascienza. Intorno al 2000, Sterling esce con due importanti progetti antologici: nel 1999, Un futuro all’antica raccoglie i suoi migliori racconti degli anni Novanta, tra cui due vincitori del premio Hugo (Il riparatore di biciclette e Taklamakan), in cui progressivamente si discosta dalle tematiche più strettamente cyberpunk e dalle vertigini postumane de La matrice spezzata per regalare al lettore inquietanti irruzioni del futuro in quadri quotidiani molto vicini al suo presente; mentre Parco giochi con pena di morte è un volume che riunisce saggi suoi e di Gibson, insieme a interviste e brevi racconti di quest’ultimo, in una testimonianza diretta su un mondo al giro di boa del millennio, già in bilico sull’orlo di un futuro sempre più incerto. Dei suoi romanzi successivi, non sono stati tradotti né il techno-thriller The Zenith Angle (2004), su un esperto di cybersecurity che si ritrova invischiato nella guerra al terrorismo seguita all’11 settembre, né The Caryatids (2009), su un mondo minacciato dal cambiamento climatico e sul possibile ruolo che un gruppo di ragazze molto particolari, clonate dalla moglie di un criminale di guerra balcanico esiliato su una stazione spaziale, sono chiamate a svolgere per scongiurare la catastrofe globale. Ma almeno tre titoli devono necessariamente essere ricordati in questa sede ai lettori italiani: Il chiosco (2007) è un piccolo gioiello che ritrae una possibile rivoluzione economica del XXI secolo, basata sulla nanotecnologia e con epicentro in una disastrata città dei Balcani; l’antologia Utopia pirata – I racconti di Bruno Argento uscita per Urania nel 2015, che raccoglie i racconti di ambientazione italiana scritti dopo essersi trasferito a Torino, storie sospese tra il surreale, il fantastico e la fantascienza, tra universi paralleli e suggestioni New Weird; e, per finire, Robot tra le rose, un romanzo breve del 2017 che anticipa la riflessione sul possibile impatto dell’automazione nel mondo dell’arte, mai così attuale come in questi ultimi mesi dominati dal dibattito pubblico su IA e creatività, che, vale la pena ricordarlo, Sterling ha scritto espressamente per un progetto italiano, l’antologia definitiva del connettivismo Nuove eterotopie, uscita per Delos Digital quello stesso anno.
Il futuro che ci attende, nel cono d’ombra della storia
Negli ultimi anni John Shirley, di cui nel 2006 Hobby & Work ha ripubblicato in edizione rilegata da libreria per la defunta collana Valis il capolavoro Eclipse (1985), primo capitolo della trilogia Una canzone chiamata giovinezza, si è dedicato prevalentemente a novelization e romanzi tie-in ispirati a fumetti, videogiochi e cinema, ma nel 2001 ci ha regalato una scatenata galoppata immaginifica negli spazi del New Weird con Creature dell’Inframondo (tradotto per Urania da Silvia Castoldi), storia di un’inquietante invasione di creature spettrali provenienti da una dimensione parallela alla nostra. Vastissima la sua produzione breve, di cui un recente campione è giunto anche ai lettori italiani grazie a Independent Legions Publishing, che ha da poco dato alle stampe Stelle bollenti (2021), raccolta di ventuno racconti di ispirazione, dark, weird e horror. Benché con altri suoi lavori incarnasse la corrente umanista che negli anni Ottanta si pose su binari paralleli al cyberpunk, James Patrick Kelly fu selezionato da Sterling con il racconto Solstizio per partecipare a Mirrorshades, la leggendaria antologia-manifesto da lui curata nel 1986. Con opere in quel solco quali Il prigioniero di Chillon e Disfatto (quest’ultimo, del 2001, una brillante e scatenata space opera nella tradizione di Alfred Bester e Cordwainer Smith, condita da espedienti tipografici che richiamano anche Harlan Ellison e Samuel R. Delany, inclusa nell’antologia del meglio dell’anno Scorciatoie nello spaziotempo) e altre che invece si rifacevano a temi più classici di hard o soft science fiction, tra cui i racconti Pensare da dinosauri e 1 x 10^16, premiati entrambi con lo Hugo, Kelly ha continuato a oscillare tra le due sensibilità, trovando la via per una produzione capace di esprimere valori stilistici molto al di sopra della media e connotata da uno spessore letterario che lo conferma come una delle penne più raffinate della fantascienza postmoderna. Nel 2005 è uscito con un romanzo breve dalla forte carica politica, premiato due anni dopo con il Nebula: L’utopia di Walden mette in scena una violenta lotta di riconquista post-coloniale su un pianeta che i coloni umani hanno voluto consacrare a un’ideale eco-utopia. Questa società perfetta si regge tuttavia sulla negazione dei precedenti abitanti e prima o poi dovrà fare i conti con le contraddizioni di un isolamento in cui si specchia la situazione degli USA di quegli anni.
Il tema della decolonizzazione è uno degli assi portanti di un altro grande autore che emerse dal panorama degli anni Ottanta: Lucius Shepard (1943-2014). Sia nei suoi primi romanzi (Occhi verdi, Piste di guerra, Settore Giada) che nelle storie successive (Skull City, il pluripremiato Solitaire Station), gli ingredienti tipici del cyberpunk (potenziamenti del corpo, controllo della mente, il punto di vista degli oppressi contrapposto alle mire di dominio delle multinazionali e dei complessi militari) si fondono con le fascinazioni del realismo magico in un mix suggestivo e inconfondibile. Echeggiando le ambientazioni rurali di Clifford Simak e Theodore Sturgeon, musica e fantascienza si amalgamano nel romanzo breve Le stelle senzienti (2007), finalista ai premi Hugo e Nebula, affresco della provincia profonda americana trasfigurata in un’immaginaria comunità della Rust Belt, i cui abitanti presto scopriranno di dover pagare a caro prezzo i misteriosi doni ricevuti da un inaspettato intervento alieno.
Una guerra tranquilla e altri flagelli
Altri autori che avevano avviato le loro carriere negli anni Ottanta sono l’americano Walter Jon Williams e i britannici Paul J. McAuley e Ian McDonald. Il primo nel 2004 usciva con L’era del flagello, romanzo breve vincitore del Premio Nebula, che presenta un mondo post-scarsità in cui è stata finalmente debellata l’annosa piaga della fame, dove individui modificati geneticamente, tecnologie di backup della memoria e della personalità, clonazione e nanotecnologie sono parte integrante della quotidianità, ma che non può dirsi ancora pacificato. Purtroppo, rimane anche l’unico lavoro di Williams arrivato in Italia dopo il giro di boa del millennio: né degli otto romanzi che compongono la serie di space opera militare del Dread Empire’s Fall, né della trilogia fantathriller di Dagmar Shaw sono stati tradotti titoli, come manca all’appello anche il più interessante tra i romanzi standalone che ha scritto negli ultimi anni, Implied Spaces (2008), sulle conseguenze che la Singolarità Tecnologica potrebbe avere per l’umanità del futuro.
Paul J. McAuley, che dopo aver vinto all’esordio con La torre aliena (1988) il premio intitolato alla memoria di Philip K. Dick, negli anni Novanta si era distinto per romanzi in bilico tra hard science fiction e cyberpunk (Fairytale), planetary romance (Marte più), ucronia rinascimentale (Pasquale’s Angel) e speculazioni postumaniste (la trilogia di Confluence), purtroppo è del tutto scomparso dai radar dell’editoria italiana. Eppure, insieme a diversi romanzi riconducibili all’etichetta di techno-thriller (The Secret of Life, Whole Wide World e White Devils), ci sarebbero almeno due sequenze di titoli a cui guardare con interesse. Entrambe prendono le mosse da un pianeta Terra ormai prossimo al collasso globale a causa del cambiamento climatico e dell’esplosione di conflitti a medio-alta intensità tra le superpotenze, che portano un numero crescente di coloni a tentare la strada dell’esplorazione spaziale: la serie di Quiet War (quattro romanzi usciti tra il 2008 e il 2013, The Quiet War, Gardens of the Sun, In the Mouth of the Whale, Evening’s Empires, più un certo numero di racconti e novelle pubblicati prima e dopo, tra il 2000 e il 2023) ci porta nel XXIII secolo, fondendo scenari da space opera con temi caratteristici dell’hard science fiction (terraforming, ingegneria genetica), in uno scenario interplanetario di apprezzabile complessità, in cui i postumani che hanno colonizzato le lune dei pianeti esterni entrano in conflitto con ciò che rimane delle superpotenze terrestri; la serie dei Jackaroo (i due romanzi indipendenti Something Coming Through del 2015 e Into Everywhere del 2016, ambientati nello stesso universo di una mezza dozzina di racconti apparsi tra il 2006 e il 2012) sottopone invece l’umanità alla sfida rappresentata dagli insondabili secondi fini di una civiltà aliena che di punto in bianco concede ai terrestri l’utilizzo di una rete di teletrasporto interstellare, permettendogli di raggiungere quindici sistemi stellari abitabili disseminati nel resto della galassia.
È andata un po’ meglio con Ian McDonald, che ha dedicato un trittico di romanzi agli sconvolgimenti futuri nelle società dei paesi emergenti: l’India balcanizzata del 2047, attraversata da continue tensioni e segnata dalle contraddizioni di un progresso frenetico, dalle biotecnologie all’intelligenza artificiale, fa da sfondo a Il fiume degli dei (2004) e a un ciclo di racconti raccolti nel volume I giorni di Cyberabad (2009); Brasyl (2007) segue tre piani temporali tra l’esplorazione del cuore di tenebra dell’Amazzonia nel Settecento e l’introduzione delle prime tecnologie quantistiche intorno alla metà del XXI secolo; The Dervish House (2010) ci trasporta invece nella Istanbul del 2027, dove un attentato terroristico mette in moto le vicende di una galleria di personaggi alle prese con un mondo in bilico tra tradizione e modernità, mutato per effetto della robotica e della nanotecnologia, eppure ancora in ostaggio di striscianti conflitti religiosi. Nel 2015 McDonald ha dato alle stampe Luna Nuova, il primo volume di un trittico proseguito con Luna Piena e Luna Crescente, proposti da Urania Jumbo a cavallo tra il 2018 e il 2019. La vicenda è una saga familiare che segue i complessi intrighi di potere dietro le quinte dell’ascesa economica delle colonie lunari e ha attirato l’interesse dei produttori della CBS, che si sono assicurati i diritti per un adattamento televisivo. Per chi volesse prendere confidenza con i personaggi e l’ambientazione, il racconto Il quinto dragone (2014) funge da introduzione alla saga, anche antologizzato con altre due storie ambientate nello stesso universo nel volume Luna: Minaccia da Farside e altri racconti (2022 per Urania).
Applicazioni stradali di scienze dure da laboratorio
Un autore che invece ha sempre incontrato grande attenzione da parte dell’editoria nostrana, prima grazie all’Editrice Nord, poi a Fanucci e infine a Urania, è il canadese Robert J. Sawyer, che forse è il miglior erede di Asimov in circolazione. Le sue storie trattano spesso temi di frontiera della ricerca scientifica, come nel caso della coscienza e della sua replicabilità attraverso il processo di mind uploading, al centro di ben due opere del 2005: il romanzo Mindscan e il romanzo breve Furto d’identità. Raggiunta la popolarità anche al di fuori dei confini del genere grazie alla serie FlashForward, prodotta dalla ABC nel biennio 2009-2010 e tratta dal suo romanzo omonimo del 1999, Sawyer ha forse dato il meglio di sé nella trilogia del WWW, in cui una condizione di disabilità diventa la premessa concreta per una abilità diversa: i titoli sono WWW1: Risveglio, WWW2: In guardia e WWW3: La mente, usciti tra il 2009 e il 2011. L’esistenza degli universi paralleli, parzialmente accennata già ne I transumani del 1998, è il presupposto per la sua trilogia di maggior successo, la Neanderthal Parallax, in cui la Terra entra in contatto con una sua versione alternativa in cui la civiltà si è sviluppata appunto dai Neanderthal invece che dai Sapiens: i tre titoli della serie, tutti usciti per Urania tra il 2008 e il 2009, sono La genesi della specie (2002), Fuga dal pianeta degli umani (2003) e Origine dell’ibrido (2003). Un mondo parallelo fa da sfondo anche alla sua ultima grande fatica, L’alternativa Oppenheimer (2020), in cui il padre della bomba atomica deve riuscire a prevenire la distruzione della Terra per effetto di un gigantesco brillamento solare.
Si è mosso a lungo tra hard science fiction e cyberpunk anche l’australiano Greg Egan, che ha continuato a sintetizzare la vertigine del meraviglioso dalle sue ardite estrapolazioni scientifiche e teoriche (in senso sia matematico che filosofico): tra le altre citiamo La scala di Schild (2002), Incandescence (2008) e la Orthogonal Trilogy. Nel complesso ci sembra che gli esiti migliori non siano confrontabili, soprattutto sulla lunghezza del romanzo, con i capolavori con cui aveva riplasmato l’immaginario fantascientifico negli anni Novanta (La terra moltiplicata, Permutation City, Distress, Diaspora). Con qualche possibile eccezione: per esempio, il romanzo breve Singleton (2002, nel Millemondi Lo scudo di Marte), storia di Helen, la prima IA costruita su un processore quantistico (cui Egan dà il nome di Qusp, che evoca nell’immagine della “cuspide” la Singolarità stessa), e dei suoi “genitori” impegnati in una durissima lotta per difenderla dai pericoli del mondo. Qusp potrebbe essere infatti l’unica entità dell’universo svincolata dalla natura probabilistica della realtà e per questo provvista di libero arbitrio. Un bel paradosso, per i suoi creatori umani. Tra i racconti, Interi oscuri (2007) è un seguito di Luminous (1995), con il quale Egan esplorava le frontiere della matematica costringendo il lettore a guardare la realtà sotto una nuova luce. Per quanto non è necessariamente tra i suoi racconti migliori, è comunque una storia paradigmatica di un certo approccio alla fantascienza che potremmo definire senza compromessi e autoconsistente per le idee audaci, provocatorie e complesse che esplora. L’altro filone con cui Egan si confronta fin dai suoi esordi è il confine dell’etica e della morale umana: con I quattromila e gli ottocento (2016), ancora una volta una società umana apparentemente avanzata deve fare i conti con le sue contraddizioni interne.
Altri due autori che nel corso delle loro carriere si sono ritrovati spesso accostati al cyberpunk, influenzandolo direttamente o proponendo punti di vista originali sulle tematiche care al movimento, sono Vernor Vinge e Kathleen Ann Goonan, che ci hanno purtroppo lasciati da poco. Dal punto di vista della concentrazione produttiva, questi ultimi non sono stati gli anni più prolifici per Vinge (1944-2024), ma vale la pena citare alcuni titoli per tener vivo il ricordo di uno degli autori più visionari della sua generazione. Alla fine dell’arcobaleno (2006), che ha vinto sia il Premio Hugo che il Locus, descrive con taglio quasi documentaristico un mondo sempre più digitalizzato, non molto distante da quello a cui ci avviciniamo di un passo ogni giorno di più. The Children of the Sky (2011) si riallaccia al dittico che negli anni Novanta aveva portato il nome di Vinge alla ribalta fruttandogli tra gli altri anche due Premi Hugo (Universo incostante e Quando la luce tornerà), ma rimane inedito in Italia. Sulla distanza del romanzo breve, Vinge ha sfornato due gioiellini che hanno segnato i primi anni del nuovo secolo: Tempi veloci a Fairmont High (2001, antologizzato nel doppio volume dedicato dall’Editrice Nord alla narrativa breve dell’autore) prefigura con largo anticipo un tema come l’influenza delle tecnologie digitali sulle vite degli adolescenti, mentre I simulacri (2003) offre l’ennesima brillante incursione della fantascienza nella rappresentazione dei mondi simulati. Salita alla ribalta nella metà degli anni Novanta con un quartetto di romanzi ambientati negli Stati Uniti del sud, stravolti per sempre dalla proliferazione incontrollata di bio e nanotecnologie (e che hanno riscosso, fin dal capostipite Queen City Jazz, il plauso unanime dei colleghi, da William Gibson a Kim Stanley Robinson), Kathleen Ann Goonan (1952-2021) non è purtroppo notissima ai lettori italiani. Nel nuovo secolo alcuni dei suoi ultimi racconti sono apparsi sulle antologie dedicate al meglio della produzione fantascientifica breve dell’anno: tra gli altri, emblematico della sua produzione è senza dubbio Il ponte (incluso in Vennero dal futuro, Urania Millemondi, 2011), una storia hard-boiled che funge anche da antefatto delle sue Cronache Nanotech.
Trascendere la fantascienza
Come sa bene l’appassionato di fantascienza, non è fantascienza solo ciò che viene pubblicato sotto questa etichetta. E gli editori, soprattutto da qualche decennio a questa parte, sembrano voler fare di tutto per mascherare la produzione fantascientifica contemporanea sotto mentite spoglie, ricorrendo a etichette ora antiche ora nuove, dal mainstream alla letteratura di anticipazione, dalla distopia al New Weird, passando per la speculative fiction, guardandosi con crescente attenzione dal menzionare il genere dal cui alveo scaturisce, al cui immaginario attinge e al cui dialogo interno, in casi non rari, partecipa attivamente. Quasi a voler contraddire a tutti i costi la salomonica definizione che della fantascienza diede Norman Spinrad: “Fantascienza è tutto ciò che viene pubblicato sotto il nome di fantascienza” (in Sosio, 1998). E se questa linea può risultare comprensibile per gli ultimi lavori di James G. Ballard (1930-2009), che sulla scia di Cocaine Nights (1996) ha proseguito con Super Cannes (2000), Millennium People (2003) e Regno a venire (2006) l’esplorazione delle frontiere estreme delle psicopatologie indotte in una classe media sempre più alienata dalla società dei consumi, dal media landscape e dall’indole predatoria delle multinazionali, lo è molto meno in tanti altri casi. Che si tratti di esponenti integrati nella comunità o meno, fa poca differenza: i lavori di William Gibson e Margaret Atwood non vengono praticamente più presentati come fantascienza, anche se sono ambientati in mondi futuri, stravolti dalla tecnologia o dalle conseguenze di qualche catastrofe naturale o scatenata, direttamente o indirettamente, dall’uomo. In questo scenario, appare persino naturale che autori di fama internazionale accostatisi ai moduli e alle tematiche care alla science fiction si vedano pubblicati e in molti casi recensiti i loro libri senza che la controversa etichetta venga mai nemmeno distrattamente menzionata.
Doppia incursione: Philip Roth e Cormac McCarthy
Ecco quindi Philip Roth (1933-2018) e Cormac McCarthy (1933-2023), esponenti di spicco delle lettere americane e più volte nel corso degli anni in odore di Nobel, che ci regalano lucide incursioni nei territori dell’immaginario fantascientifico: il primo con Il complotto contro l’America (2004), insignito del Sidewise Award per la storia alternativa e trasposto in una miniserie televisiva da HBO nel 2020, ucronia ambientata nel quartiere ebraico di Newark in un 1940 alternativo in cui gli Stati Uniti si sono alleati con la Germania nazista e gli ebrei-americani si ritrovano a fronteggiare una crescente ostilità “istituzionalizzata”; il secondo, invece, con il post-apocalittico La strada (2006), premiato con il Pulitzer per la letteratura e adattato per il cinema da John Hillcoat nel 2009, offre una profonda e cruda riflessione sulla natura dell’umanità e le basi della civiltà. O ancora Paul Auster (1947-2024), che con attitudine postmoderna, in Uomo nel buio (2008), scava nelle inquietudini indotte dagli attentati dell’11 settembre per dipingere un’America alternativa, precipitata in una seconda guerra civile dalle tensioni sociali scaturite dall’elezione di George W. Bush. Il tema del collasso della civiltà affiora anche nel romanzo breve Il silenzio (2020), ultima prova letteraria ad oggi di un altro gigante americano, Don De Lillo, che già pochi anni prima si era misurato con inquietudini transumaniste nel romanzo Zero K (2016). Non si può parlare propriamente di fantascienza né nel caso di DeLillo né di Thomas Pynchon, che nel nuovo secolo ci ha regalato il tour de force fantastorico di Contro il giorno (2006) e una storia investigativa sul controllo paranoico ai danni dell’individuo (La cresta dell’onda, 2013), ma le suggestioni fantascientifiche, riconducibili di volta in volta ai classici Norman Spinrad e Philip K. Dick, o all’onda lunga del cyberpunk, sono innegabili e non occultabili alla sensibilità del conoscitore più esperto del genere.
L’influenza di Dick è innegabile anche sulle opere di un altro esponente di prima fascia della letteratura contemporanea americana, Jonathan Lethem. Tanto in lavori non direttamente riconducibili al genere come La fortezza della solitudine o Chronic City, quanto nei romanzi che attingono a piene mani dal nostro immaginario (a partire dalle incursioni degli anni Novanta con Concerto per archi e canguro, Amnesia Moon e Ragazza con paesaggio), la fantascienza è uno dei presupposti innegabili delle pagine dello scrittore newyorkese, praticamente una vera e propria condizione abilitante. Questo debito viene pagato nel 2020 con L’Arresto, ambientato in una comunità del Maine sopravvissuta a un evento che ha praticamente cancellato ogni traccia di progresso tecnologico. Fino all’arrivo in città di un visitatore inatteso, a bordo di un veicolo a propulsione atomica, con le sue improbabili storie sulle avventure vissute attraversando le strade di un’America postapocalittica.
Altre distopie
Sempre a Dick corre la mente quando si leggono le pagine di Matt Ruff, impostosi all’attenzione nel 1997 con Acqua, luce e gas. La trilogia dei lavori pubblici, che amalgama distopia, subculture urbane, critica sociale, dottrina capitalista e leggende metropolitane in un grande romanzo sul futuro degli Stati Uniti. Negli anni Duemila la sua esplorazione dell’immaginario fantascientifico prosegue con il viaggio nella mente distorta della protagonista di Bad Monkeys (2007) e la realtà alternativa di False verità (2012), due punti di vista complementari sul terrorismo. La disillusione di Ballard, a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, diventava nichilismo assoluto nel francese Michel Houellebecq, che pur muovendo da suggestioni simili (le tensioni sociali, il terrorismo urbano), a partire da Piattaforma (2001), forse il suo capolavoro, si è andato avvicinando alla fantapolitica con Sottomissione (2015) e Annientare (2022). Altra voce contigua al genere è il tedesco Frank Schätzing, autore di poderosi techno-thriller ambientati nelle profondità oceaniche (Il quinto giorno, 2004) o sulla Luna (Limit, 2009). Più scanzonata e dirompente è invece Rabbia. Una biografia orale di Buster Casey (2007) in cui, tra paradossi e ambiguità, Chuck Palahniuk amalgama fonde derivati dal cyberpunk, dall’horror e dalla distopia per ricostruire la storia del nemico pubblico n. 1 del governo americano, in un futuro imprecisato ma dietro l’angolo, attraverso i punti di vista delle persone che lo hanno conosciuto. La storia, frammentata e riportata in forma di “biografia orale”, quasi si trattasse di un documentario, ci lascia intuire cosa può essere successo al protagonista seguendo la trama delle diverse ipotesi fiorite sul suo conto e sul suo destino: dalla leggenda di essere un immortale figlio di sé stesso alla possibilità di essere invece un martire votato al sacrificio per la salvezza di sua madre e dell’umanità intera.
Torniamo dalle parti dell’ucronia con 1Q84 di Haruki Murakami, che dal 2009 trasporta i lettori in un mondo parallelo, sospeso e distorto, nel cui cielo splende una seconda luna verdognola e dove i protagonisti dovranno affrontare la minaccia di una setta misteriosa; così come con il romanzo premio Hugo Il sindacato dei poliziotti yiddish (2007) di Michael Chabon, affascinante detective story ambientata nel Distretto Federale di Sitka, in Alaska, che a partire dal 1941 ha offerto rifugio agli ebrei in fuga dalla persecuzione nazista in Europa. Mentre il premio Nobel Kazuo Ishiguro confeziona un mondo distopico in cui l’ingegneria genetica consente agli umani malati di sopravvivere grazie alle donazioni di cloni creati in laboratorio, tra cui i protagonisti dello struggente Non lasciarmi (2005), eletto dal Time miglior romanzo del 2005.
L’ingegneria genetica torna, mescolata con lo sfruttamento sessuale e il contagio epidemico, anche nell’acclamata trilogia di MaddAddam di Margaret Atwood, in particolare nel primo volume, L’ultimo degli uomini (2003), a cui hanno fatto seguito L’anno del diluvio (2009) e L’altro inizio (2013): Uomo delle Nevi è l’ultimo superstite della razza umana e si prende cura dei figli di Crake, la pacifica tribù di esseri umani bio-ingegnerizzati che ha ereditato la Terra dopo che un virus mutante ha scatenato una fatale epidemia di febbre emorragica. Ricorre qui anche il tema dell’ecoterrorismo, che si lega inestricabilmente a quello dell’autodistruttività della natura umana. L’autrice canadese, anche grazie all’eccellente adattamento televisivo che ne è stato tratto a partire dal 2019 con Elisabeth Moss nel ruolo della protagonista, è inoltre tornata all’ambientazione del suo capolavoro del 1985 Il racconto dell’ancella, con un seguito ambientato nell’agghiacciante distopia puritana di Gilead quindici anni dopo il primo romanzo: I testamenti (2019).
(continua)
- Autori vari, Cyberpunk. Antologia assoluta, Mondadori, Milano, 2021.
- Autori vari, Mirrorshades, a cura di Bruce Sterling, Mondadori, Milano, 2003.
- Autori vari, Nuove eterotopie, a cura di Sandro Battisti e Giovanni De Matteo, Delos Digital, 2017.
- Autori vari, Scorciatoie nello spaziotempo, a cura di David G. Hartwell, Mondadori, Milano, 2005.
- Autori vari, Lo scudo di Marte, a cura di David G. Hartwell e Kathryn Cramer, Mondadori, Milano, 2006.
- Autori vari, Vennero dal futuro, a cura di David G. Hartwell e Kathryn Cramer, Mondadori, Milano, 2011.
- Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella, Ponte alle Grazie, Milano, 2019.
- Margaret Atwood, I testamenti, Ponte alle Grazie, Milano, 2019.
- Margaret Atwood, L’altro inizio, Ponte alle Grazie, Milano, 2014.
- Margaret Atwood, L’anno del diluvio, Ponte alle Grazie, Milano, 2010.
- Margaret Atwood, L’ultimo degli uomini, Ponte alle Grazie, Milano, 2003.
- Paul Auster, Uomo nel buio, Einaudi, Torino, 2010.
- James G. Ballard, Cocaine Nights, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 1999.
- James G. Ballard, Millennium People, Feltrinelli, Milano, 2007.
- James G. Ballard, Regno a venire, Feltrinelli, Milano, 2009.
- James G. Ballard, Super Cannes, Feltrinelli, Milano, 2014.
- Michael Chabon, Il sindacato dei poliziotti yiddish, Rizzoli, Milano, 2014.
- Don DeLillo, Il silenzio, Einaudi, Torino, 2021.
- Don DeLillo, Zero K, Einaudi, Torino, 2016.
- Greg Egan, Diaspora, Mondadori, Milano, 2003.
- Greg Egan, Distress, Mondadori, Milano, 2002.
- Greg Egan, Incandescence, Mondadori, Milano, 2010.
- Greg Egan, Interi oscuri, Delos Digital, Milano, 2021.
- Greg Egan, I quattromila e gli ottocento, Delos Digital, Milano, 2021.
- Greg Egan, La scala di Schild, Mondadori, Milano, 2004..
- Greg Egan, La terra moltiplicata, Editrice Nord, Milano, 1998.
- Greg Egan, Permutation City, Shake Edizioni, Milano,1998.
- William Gibson e Bruce Sterling, Parco giochi con pena di morte, Mondadori, Milano, 2001.
- Michel Houellebecq, Annientare, La Nave di Teseo, Milano, 2022.
- Michel Houellebecq, Piattaforma, La Nave di Teseo, Milano, 2019.
- Michel Houellebecq, Sottomissione, Bompiani, Milano, 2016 .
- Kazuo Ishiguro, Non lasciarmi, Einaudi, Torino, 2016.
- James Patrick Kelly, L’utopia di Walden, Delos Books, Milano, 2008.
- Jonathan Lethem, Amnesia Moon, Minimum Fax, Roma, 2003.
- Jonathan Lethem, Chronic City, Il Saggiatore, Milano, 2011.
- Jonathan Lethem, Concerto per archi e canguro, Bompiani, Milano, 2014.
- Jonathan Lethem, La fortezza della solitudine, Bompiani, Milano, 2016.
- Jonathan Lethem, L’Arresto, La Nave di Teseo, Milano, 2021.
- Jonathan Lethem, Ragazza con paesaggio, Marco Tropea Editore, Milano, 2006.
- Cormac McCarty, La strada, Einaudi, Torino, 2014.
- Ian McDonald, Il fiume degli dei, Mondadori, Milano, 2013.
- Ian McDonald, I giorni di Cyberabad, Mondadori, Milano, 2022.
- Ian McDonald, Luna Crescente, Mondadori, Milano, 2019.
- Ian McDonald, Luna Nuova, Mondadori, Milano, 2018.
- Ian McDonald, Luna Piena, Mondadori, Milano, 2019.
- Ian McDonald, Il quinto dragone, Future Fiction, Roma, 2016.
- Ian McDonald, Luna: Minaccia da Farside e altri racconti, Mondadori, Milano, 2022.
- Haruki Murakami, 1Q84. Libri 1, 2 e 3, Einaudi, Milano, 2014.
- Chuck Palahniuk, Rabbia. Una biografia orale di Buster Casey, Mondadori, Milano, 2008.
- Thomas Pynchon, Contro il giorno, Einaudi, Torino, 2020.
- Thomas Pynchon, La cresta dell’onda, Einaudi, Torino, 2014.
- Philip Roth, Il complotto contro l’America, Einaudi, Torino, 2020.
- Matt Ruff, Acqua, luce e gas. La trilogia dei lavori pubblici, Fanucci, Roma, 2000.
- Matt Ruff, Bad Monkeys, Fazi, Roma, 2007.
- Matt Ruff, False verità, Fanucci, Roma, 2012.
- Robert J. Sawyer, FlashForward, Fanucci, Roma, 2009.
- Robert J. Sawyer, Fuga dal pianeta degli umani, Mondadori, Milano, 2009.
- Robert J. Sawyer, Furto d’identità, Delos Books, Milano, 2006.
- Robert J. Sawyer, La genesi della specie, Mondadori, Milano, 2008.
- Robert J. Sawyer, L’alternativa Oppenheimer, Mondadori, Milano, 2023.
- Robert J. Sawyer, Mindscan, Mondadori, Milano, 2007.
- Robert J. Sawyer, Origine dell’ibrido, Mondadori, Milano, 2009.
- Robert J. Sawyer, WWW1: Risveglio, Mondadori, Milano, 2011.
- Robert J. Sawyer, WWW2: In guardia, Mondadori, Milano, 2012.
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- Frank Schätzing, Il quinto giorno, Editrice Nord, Milano, 2005.
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- Lucius Shepard, Le stelle senzienti, Delos Books, Milano, 2009.
- Lucius Shepard, Piste di guerra, Delos Books, Milano, 2007.
- Lucius Shepard, Solitaire Station, Delos Books, Milano, 2006.
- John Shirley, Creature dell’Inframondo, Mondadori, Milano, 2005.
- John Shirley, Eclipse. Una canzone chiamata giovinezza, Hobby & Work, Milano, 2006.
- John Shirley, Stelle bollenti, Independent Legions Publishing, Trieste, 2024.
- Silvio Sosio, Definiscimi “fantascienza, Delos, 1998.
- Bruce Sterling, Il chiosco, Delos Books, Milano, 2008.
- Bruce Sterling, La matrice spezzata, Editrice Nord, Milano, 1995.
- Bruce Sterling, Un futuro all’antica, Fanucci, Roma, 2000.
- Bruce Sterling, Utopia pirata – I racconti di Bruno Argento, Mondadori, Milano, 2015.
- Vernor Vinge, Alla fine dell’arcobaleno, Mondadori, Milano, 2010.
- Vernor Vinge, I simulacri, Delos Books, Milano, 2005.
- Vernor Vinge, Quando la luce tornerà, Editrice Nord, Milano, 1999.
- Vernor Vinge, Tutti i racconti /2, Editrice Nord, Milano, 2007.
- Vernor Vinge, Universo incostante, Editrice Nord, Milano, 2007.
- Walter Jon Williams, L’era del flagello, Delos Books, Milano, 2005.