Cosa ha prodotto di degno di nota la fantascienza del nuovo secolo? Prima di addentrarci in una panoramica necessariamente parziale, poniamoci un problema di metodo. Innanzitutto, per fungere da porta di accesso (o se vogliamo da vetrina) sulla science fiction contemporanea, una selezione di opere presentata a un lettore non necessariamente introdotto al genere dovrebbe offrire un certo equilibrio tra lavori più speculativi e altri più abbordabili, valorizzando l’eterogeneità tematica e stilistica che – come sanno bene i frequentatori assidui di questa vasta regione dell’immaginario – rappresenta la vera ricchezza della fantascienza. Inoltre, non possiamo non chiederci se abbia senso, come fatto nella precedente, embrionale apparizione di questo lavoro sulle pagine non più online di Prismo, mantenere in due liste distinte i lavori presentati sotto la famigerata etichetta di genere, e quelli, spesso a firma di autori esterni al settore ma non solo, che gli editori hanno portato all’attenzione del pubblico rifuggendo lo stigma associato alla science fiction.
Se la prima condizione è stata mantenuta, o se non altro ci siamo sforzati di farlo, per la seconda in questa sede abbiamo optato spesso per un approccio promiscuo, risparmiando ai lettori quella divisione che, benché potesse facilitare la fruizione delle nostre indicazioni, avrebbe rischiato di perpetuare, ancora una volta sebbene del tutto involontariamente, la fuorviante percezione che il corpus fantascientifico si divida tra una produzione alta e una bassa, solo ed esclusivamente sulla base delle firme apposte ai titoli invece che in ragione degli esiti effettivamente raggiunti. Un vincolo altrettanto importante per approdare a un elenco efficace è la reperibilità dei titoli proposti. Purtroppo, sono davvero numerose le opere meritevoli di attenzione finora ignorate dall’editoria italiana, che negli ultimi anni ha attraversato lunghe fasi di sofferenza. Come se non bastasse, anche tra i libri tradotti e pubblicati molti sono presto usciti dalla circolazione: esaurite le copie sugli scaffali o soppiantati dalle novità in cataloghi non sempre duraturi, hanno seguito la sorte delle collane dalla vita effimera in cui erano stati coraggiosamente proposti. Nei casi più fortunati, le edizioni in e-book hanno contribuito all’estensione della vita utile di alcune opere, sopperendo alla brevità del ciclo di permanenza sugli scaffali fisici. Eppure, opere anche significative continuano a passare inosservate, a prescindere dal formato di pubblicazione, per via della perdurante disattenzione delle pagine culturali dei periodici nei confronti degli e-book come pure del mass market. E in un paese in cui da oltre settant’anni il genere si regge sulla colonna portante di una collana da edicola come Urania (fondata per Mondadori da Giorgio Monicelli nel 1952, fino a pochi anni fa diretta dall’esperto Giuseppe Lippi, critico illuminato, saggista enciclopedico e traduttore versatile, e attualmente affidata alle cure di Franco Forte, autore di bestseller di ambientazione storica, editor e traduttore, dal 2011 direttore editoriale delle collane Mondadori da edicola), questo si traduce troppo spesso in uno svantaggio per opere che meriterebbero ben altra diffusione e considerazione.
Da qualche tempo a questa parte, alcuni segnali lasciano presagire l’arrivo di una nuova fase: è presto per dirlo, ma gli scambi tra Urania e le collane Mondadori da libreria (in particolare con la serie Oscar Fantastica e i rilegati degli Oscar Draghi, principalmente dedicati al recupero dei classici) e il fiorire di numerosi nuovi progetti dedicati alla produzione di genere lasciano ben sperare per l’accessibilità di un genere da sempre guardato con un misto di sospetto e sufficienza dalla cultura mainstream – quanto a un miglioramento dell’esposizione, saprà dirci il tempo. Anche per questo, il rispetto dei requisiti di reperibilità avrebbe necessariamente comportato di pagare pegno con l’omissione di molti, decisamente troppi, libri importanti usciti in questi ultimi anni, che auspicabilmente potrebbero comunque trovare spazio, in edicola o in libreria, nelle prossime annate. Nelle Letture elencate in chiusura di ogni articolo, qui e nei prossimi articoli il lettore troverà le coordinate utili per rintracciare i testi citati qualora fossero già usciti in edizione italiana, consapevole che in alcuni casi sarà necessario rivolgersi al mercato dei remainder. Laddove manchi ogni rimando a un’edizione italiana, chi è interessato ad approfondire dovrà cimentarsi con le edizioni originali, o affidarsi alla Provvidenza che talvolta consiglia anche le case editrici del Belpaese. Conclusa questa doverosa premessa, partiamo alla scoperta dei più recenti sviluppi del genere, alla volta dell’ultima frontiera dell’immaginario fantascientifico.
Paradisi perduti, visioni ritrovate
Se consideriamo il 2000 come uno spartiacque – benché del tutto fittizio – sicuramente il passo più logico per cominciare è di partire da quelle autrici e da quegli autori che già avevano fornito il loro apporto al genere negli anni (e nei decenni) precedenti. In quell’anno Ursula K. Le Guin dava alle stampe La salvezza di Aka, in cui metteva in contrapposizione due sistemi distopici, uno di stampo religioso e l’altro consumistico. Riprendendo a oltre vent’anni di distanza l’ambientazione dell’Ecumene condivisa dai suoi principali romanzi fantascientifici, tra cui pietre miliari come La mano sinistra delle tenebre (1969) e I reietti dell’altro pianeta (1974), Le Guin inscena due incubi avversi ma complementari, entrambi fondati sulla cancellazione della storia e l’azzeramento della memoria. Con alcune rare eccezioni, tra cui la notabile rilettura in chiave fantastica del mito di Lavinia (2008), la principessa italica figlia di Latino che si unì in matrimonio a Enea, Le Guin è andata diradando la sua produzione letteraria fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2018. Ma prima ha fatto per fortuna in tempo a lasciarci in eredità altre preziose testimonianze, come il discorso di accettazione della medaglia conferitale nel 2014 dalla National Book Foundation per il contributo distintivo dato alle lettere americane, un’appassionata arringa in difesa della letteratura e dell’immaginario di genere (cfr. De Matteo, 2024), e il romanzo breve Paradisi perduti (2002), in cui metteva l’equipaggio di una nave generazionale in viaggio nel vuoto interstellare di fronte alle insidie di un culto fiorito generazione dopo generazione, fino ad acquisire i tratti di una nuova religione che presto finisce per svuotare di qualsiasi significato tanto il ricordo della Terra lontana quanto quello della destinazione verso cui la missione è diretta, per riconoscere come unica realtà quella autoconsistente del viaggio.
Le Guin è anche una delle ventinove autrici che arricchiscono una delle antologie più importanti del nuovo secolo: curata nel 2015 da Ann e Jeff VanderMeer, Sisters of the Revolution: A Feminist Speculative Fiction Anthology (pubblicata in Italia nel 2018 con il titolo Le visionarie) è una ricchissima, approfondita, variegata panoramica dell’apporto poliedrico e stimolante assicurato all’immaginario fantascientifico da autrici talvolta dimenticate o eclissate dai colleghi uomini, restituita attraverso racconti e novelle apparse su pubblicazioni di settore e non, a partire dagli anni Sessanta. Con lei, numerose le firme di prima grandezza selezionate dai curatori: Alice Sheldon, Joanna Russ, Tanith Lee, Octavia E. Butler, Angela Carter, fino a voci più recenti ma destinate a lasciare il segno nel genere, tra cui Nalo Hopkinson, Vandana Singh, Nnedi Okorafor e Catherynne M. Valente. Se dovessimo indicare le antologie da non perdere tra le molte uscite dopo il 2000, questa sarebbe in cima alla lista.
Un altro vastissimo affresco cosmico che ha cominciato a delinearsi nel secolo scorso è quello della Cultura. Nel 2000, lo scozzese Iain M. Banks (1954-2013) lo riprendeva aggiungendo un nuovo tassello, Volgi lo sguardo al vento, che pur essendo il sesto romanzo della serie si ricollegava direttamente al primo volume, Pensa a Fleba (1987). Come per quest’ultimo, è Fanucci a darlo alle stampe offrendo al lettore italiano l’ultimo contatto con la rutilante civiltà galattica che ha sconfitto la scarsità e, grazie all’impiego delle intelligenze artificiali, è riuscita a raggiungere un controllo totale sullo spazio e la materia. Dopo questo titolo, per venti anni nessun nuovo lavoro di Banks è giunto nel nostro paese ed è stato un piccolo crimine, sia per la fantascienza strettamente detta (tanto con il proseguimento del ciclo, culminato nel 2012 nel nono romanzo, The Hydrogen Sonata, quanto con romanzi stand-alone, come The Algebraist), sia per la sua produzione meno inquadrata nel genere, il cui ultimo titolo (The Quarry) è uscito postumo nel 2013. Nel 2024 è toccato a Urania porre fine all’attesa, proponendo ai lettori italiani Matter nella collana Jumbo e dando così seguito a un rinnovato interesse che già Mondadori aveva concretizzato nel 2021 con il rilegato da libreria Il Ciclo della Cultura. Prima Trilogia, che riuniva i primi tre romanzi della serie (oltre al citato Pensa a Fleba, L’Impero di Azad e La guerra di Zakalwe, rispettivamente del 1988 e del 1990, ma a lungo rimasti irreperibili sul mercato italiano), mentre l’anno successivo Fanucci riproponeva La fabbrica degli orrori (1983). L’auspicio è che questo impegno non si arresti e permetta di valorizzare sempre più una delle voci letterarie più originali, impegnate e ambiziose degli ultimi trent’anni.
Sempre all’inizio del decennio, un altro maestro scozzese, Ken MacLeod, si cimentava con una serie di respiro galattico, coniugando il senso dell’avventura alla vena speculativa fortemente politica che caratterizza da sempre la sua produzione. I titoli della trilogia delle Macchine della Luce, arrivati anche in Italia grazie a Urania, sono La fortezza dei cosmonauti (2000), Luce nera (2001) e Engine City (2002). Tra i restanti lavori della sua ricca bibliografia, sono degni di nota il romanzo breve del 2002 Human Front, che mette in scena un’insurrezione comunista nei paesi dell’Europa occidentale in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica come effetto di una guerra calda con gli USA, mentre una presunta invasione aliena s’intreccia con questi presupposti fantapolitici; Learning the World (2005), che propone un interessante e originale aggiornamento di temi classici del genere, inscenando il primo contatto di una nave generazionale con una civiltà aliena in pieno sviluppo industriale; e soprattutto la trilogia delle Guerre Corporative (2016-2017), composta dai titoli, tutti usciti per Urania, The Corporation Wars: Dissidenza, The Corporation Wars: Insurrezione e The Corporation Wars: Emergenza, incentrati su una futura ribellione dei robot senzienti che porta a una guerra interplanetaria senza esclusione di colpi contro gli umani, ma che presto finisce per mettere ciò che resta dell’umanità di fronte alla natura predatoria e ai paradossi intrinseci del capitalismo.
Quando la science fiction si fa dura
Dopo aver scritto nel 1995 il seguito autorizzato de La macchina del tempo di H. G. Wells (in italiano per l’Editrice Nord, prima come L’incognita tempo e poi come Il secondo viaggio), il maestro britannico della hard science fiction Stephen Baxter si è trovato spesso a collaborare con Arthur C. Clarke negli ultimi anni di vita dell’autore del racconto La sentinella, ma ha anche portato avanti i suoi progetti personali. In particolare, aggiungendo nuovi capitoli e punti di vista alla sequenza degli Xeelee, un vertiginoso affresco cosmico sull’espansione umana nello spazio e la scoperta delle tracce di una sfuggente civiltà aliena provvista di una tecnologia in grado di produrre impatti su scala galattica. Intenzionata a ingaggiare con questa specie extraterrestre un conflitto per l’egemonia sulla Via Lattea, l’umanità stessa si cimenta in uno sforzo evolutivo per trascendere i propri limiti naturali e raggiungere un livello confrontabile con la dimensione semidivina degli Xeelee. Ai romanzi e racconti degli anni Novanta hanno fatto seguito nell’ultimo quarto di secolo cinque novelle e un certo numero di storie più brevi: tra le prime citiamo almeno Starfall (2009) e Gravity Dreams (2011), antologizzate in Xeelee: Endurance (2015). In Italia sono arrivati purtroppo solo alcuni sparuti racconti, raccolti nelle antologie del meglio dell’anno. Tra questi, appartengono alla sequenza degli Xeelee Il grande gioco del 2003 e Laghi di luce del 2005, entrambi selezionati da David G. Hartwell e Kathryn Cramer tra i migliori racconti dell’anno di uscita e presentati da Urania nei suoi Millemondi annuali (rispettivamente nei volumi L’altra faccia della realtà e Venti galassie).
In particolare, Il grande gioco rappresenta un valido esempio della maestosità di questo affresco cosmico e del talento visionario del suo autore, coniugando nello spazio di una manciata di pagine un punto di vista originale sul dibattito cosmologico intorno all’esistenza della materia oscura e una presa di posizione non meno rilevante sui pericoli della nuova ideologia imperialista che all’inizio del secolo infiammava la discussione politica sulle due coste dell’Atlantico. Quando si parla di hard science fiction, non si può non citare Gregory Benford. Dopo l’attenzione ricevuta negli anni Novanta, la sua produzione recente non è stata seguita con altrettanta costanza dagli editori italiani. Tra le rare eccezioni, menzioniamo se non altro l’originale scorribanda spaziale di Città di stelle (2004), in cui il respiro cosmico di Olaf Stapledon rivive nella penna di “uno scrittore scientifico fedele al fascino del meraviglioso”, secondo la brillante definizione che ne diede Giuseppe Lippi, e i racconti sparpagliati tra i vari Year’s Best della collana Millemondi, soprattutto quelli riconducibili agli sforzi di una futura società umana intenzionata ad aprire, attraverso i suoi scienziati e ricercatori, un canale di comunicazione con altre civiltà evolute della Via Lattea (Il muro di idrogeno del 2003 nel già citato Venti galassie, La sinfonia della Struttura Sigma del 2012 in Il futuro di vetro e altri racconti).
Echi di terre inabissate
Non è andata purtroppo molto meglio alla pluripremiata Gwyneth Jones, esponente britannica di una fantascienza femminista intellettuale ed esteticamente ambiziosa, che a partire dal 2001, fondendo elementi fantascientifici, horror e fantasy, ha dato vita a un ciclo ispirato ai titoli di Jimi Hendrix e noto, dal primo volume, come Bold as Love (2001): il ritratto di una Gran Bretagna futura, sullo sfondo di un mondo alle prese con crescenti tensioni politiche e sull’orlo della catastrofe ecologica. Dei cinque volumi della serie nessuno è giunto ai lettori italiani, che hanno potuto parzialmente compensare questa mancanza con la proposta di Pazienza divina (1984) per la collana Nuova Galassia, curata da Salvatore Proietti per Armenia, una delle sue primissime prove, e con racconti apparsi in antologie, soprattutto i Millemondi Urania, tra i quali menzioniamo l’affascinante ed enigmatico La Moglie della Tomba (incluso in Vennero dal futuro), in cui una navigatrice imbarcata su un cargo interstellare si ritrova a misurarsi con uno strano caso di… infestazione spaziale, o Collisione (incluso in Infiniti), che cala il lettore nell’affascinante mistero della tecnologia di transito spaziale citata anche nel precedente racconto.
Persino peggio è andata a Christopher Priest (1943-2024), che pure ha fornito l’ispirazione per un memorabile adattamento cinematografico a firma di Christopher Nolan con il suo romanzo del 1995 The Prestige. Nel nuovo secolo Priest ha continuato a esplorare in romanzi e racconti i temi del suo Arcipelago del Sogno, connessi soprattutto alla percezione della realtà, e tutti riconducibili a un’ambientazione che cominciò a delineare già nel romanzo del 1981 The Affirmation, purtroppo ancora inedito in Italia, come gli ultimi The Islanders (2011) e The Adjacent (2013). Possiamo solo parzialmente consolarci con le prime edizioni del citato The Prestige, a opera della piccola casa editrice emiliana Mirabilia, e di Esperienze estreme, romanzo di fine anni Novanta in cui la realtà virtuale gioca un ruolo decisivo nell’indagine privata della vedova di un agente dell’FBI rimasto ucciso in una sparatoria.
All’inizio del secolo il veterano Ian Watson ha collaborato con Steven Spielberg sulla sceneggiatura di AI – Intelligenza Artificiale, pellicola ispirata ai racconti di Brian Aldiss, un progetto a lungo accarezzato da Stanley Kubrick e alla fine portato sullo schermo dal collega statunitense nel 2001. Ha poi avviato una proficua produzione di racconti scritti a quattro mani con l’autore italiano Roberto Quaglia, inaugurando la serie nel 2006 con Una tomba per la mia amata, apparso sul numero 49 di Robot. Al 2003 e al 2004 risalgono le sue ultime fatiche di indiscutibile ispirazione fantascientifica, prima con il romanzo L’anno dei dominatori (tradotto da Cecilia Scerbanenco per Urania), serrata indagine nello spazio e nel tempo sulle reali intenzioni di una specie extraterrestre che ha impostato ricchi scambi commerciali con la Terra, prevalentemente ambientata in un Regno Unito distopico prossimo venturo, piagato dalla diffusione epidemica di una letale droga aliena, e poi con il delicato racconto Le farfalle dei ricordi (anche questo pubblicato da Robot, sul numero 43, nella traduzione di Elisabetta Vernier).
Reduce della New Wave, a cui aveva contribuito elaborando uno stile letterario e raffinato, successivamente declinato anche nella serie fantasy di Viriconium, nel 2002 M. John Harrison usciva con Luce dell’universo, che segnava l’inizio di una sequenza nota come trilogia del Fascio Kefahuchi, comprendente i successivi Nova Swing (2006) e Lo spazio deserto (2012). Nei romanzi della trilogia, vincitori di alcuni dei premi più prestigiosi del settore (James Tiptree, Jr Award nel 2002, Philip K. Dick Award e Arthur C. Clarke Award nel 2006), Harrison riprende elementi classici della fantascienza spaziale (astronavi intelligenti e resti di antiche civiltà aliene estinte), ibridandoli con un senso del mistero che a tratti sconfina nell’horror. Noir e decadente, tutta la serie è impregnata di una nostalgia paradossale, non verso qualcosa che abbiamo già perso, bensì per qualcosa che potremmo perdere affacciandoci sulla frontiera delle stelle e finendo per ricadere nelle trappole del passato. Non sempre di lettura immediata, questi romanzi non fanno sconti al lettore, anzi sembrano giocare con la sua attenzione tessendogli attorno una ragnatela di riferimenti. Di Harrison, nel 2020, è poi uscito quello che la critica ha accolto come il suo capolavoro: Riaffiorano le terre inabissate mette in scena, in uno stile denso che spesso sconfina nell’onirico, una sorta di trattato psicogeografico sul paesaggio urbano londinese e inglese modellato dagli effetti del cambiamento climatico, mentre strane forze sembrano cospirare nell’ombra contribuendo a incupire ulteriormente la già plumbea atmosfera che pervade il romanzo.
(continua)
- Autori vari, L’altra faccia della realtà, a cura di David G. Hartwell e Kathryn Cramer, Mondadori, Milano, 2009.
- Autori vari, Il futuro di vetro e altri racconti, a cura di David G. Hartwell, Mondadori, Milano, 2014.
- Autori vari, Infiniti, a cura di David G. Hartwell e Kathryn Cramer, Mondadori, Milano, 2015.
- Autori vari, Vennero dal futuro, a cura di David G. Hartwell e Kathryn Cramer, Mondadori, Milano, 2011.
- Autori vari, Venti galassie, a cura di David G. Hartwell e Kathryn Cramer, Mondadori, Milano, 2007.
- Autori vari, Le visionarie, a cura di Ann e Jeff Van der Meer, Nero Editions, Roma, 2018.
- Iain M. Banks, Il Ciclo della Cultura. Prima Trilogia, Mondadori, Milano, 2021.
- Iain M. Banks, La fabbrica degli orrori, Fanucci, Roma, 2022.
- Iain M. Banks, Matter, Mondadori, Milano, 2024.
- Iain M. Banks, Volgi lo sguardo al vento, Fanucci, Roma, 2004.
- Stephen Baxter, Il secondo viaggio, Editrice Nord, Milano, 2002.
- Gregory Benford, Città di stelle, Mondadori, Milano, 2006
- Giovanni De Matteo, Realisti di una realtà più grande, Holonomikon, 2014.
- John Harrison, Lo spazio deserto, Mondadori, Milano, 2014.
- John Harrison, Luce dell’universo, Mondadori, Milano, 2006.
- John Harrison, Nova Swing, Mondadori, Milano, 2010.
- John Harrison, Riaffiorano le terre inabissate, Edizioni di Atlantide, Roma, 2021.
- Gwyneth Jones, Pazienza Divina, Armenia Editore, Milano, 2008.
- Ursula K. Le Guin, I reietti dell’altro pianeta, Mondadori, Milano, 2014.
- Ursula K. Le Guin, La mano sinistra del buio, Mondadori, Milano, 2022.
- Ursula K. Le Guin, La salvezza di Aka, Mondadori, Milano, 2002.
- Ursula K. Le Guin, Paradisi perduti, Delos Books, Milano, 2013.
- Ursula K. Le Guin, Lavinia, Mondadori, Milano, 2023.
- Ken MacLeod, La fortezza dei cosmonauti, Mondadori, Milano, 2008.
- Ken MacLeod, Luce nera, Mondadori, Milano, 2009.
- Ken MacLeod, Engine City, Mondadori, Milano, 2009.
- Ken MacLeod, Human Front, Delos Books, Milano, 2009.
- Ken MacLeod, The Corporation Wars: Dissidenza, Mondadori, Milano, 2021.
- Ken MacLeod, The Corporation Wars: Insurrezione, Mondadori, Milano, 2021.
- Ken MacLeod, The Corporation Wars: Emergenza, Mondadori, Milano, 2022.
- Christopher Priest, Esperienze estreme, Fanucci, Roma, 2002.
- Christopher Priest, The Prestige, Miraviglia, Parma, 2012.
- Ian Watson, L’anno dei dominatori, Mondadori, Milano, 2005.
- H. G.Wells, La macchina del tempo, Einaudi, Torino, 2019.