Altri incontri ravvicinati,
quelli tra mostri e burocrati

Arkadij e Boris Strugatskij
La favola della Trojka
Traduzione di Andrea Cortese

Ronzani Editore,

Monticello Conte Otto (Vi), 2023
pp. 306, € 19,00

Arkadij e Boris Strugatskij
La favola della Trojka
Traduzione di Andrea Cortese

Ronzani Editore,

Monticello Conte Otto (Vi), 2023
pp. 306, € 19,00


Nel 2019, l’editore Ronzani ha pubblicato, in traduzione dall’originale russo, il romanzo Lunedì inizia sabato, dei fratelli Arkadij e Boris Strugatskij. Nei quattro anni seguenti abbiamo visto crescere progressivamente quella che potremo senza difficoltà definire una vera e propria italian renaissance per quanto riguarda l’opera dei due scrittori. In un così breve lasso di tempo si è vista difatti la pubblicazione di svariate prime edizioni, di molte ristampe e anche – soprattutto – di nuove traduzioni. La bibliografia italiana degli Strugatskij, per essere precisi, comincia negli anni Sessanta, con le Edizioni Fer, ma assume un carattere filologico solo più recentemente grazie, oltre a Ronzani, a editori come Carbonio e Marcos y Marcos. Questo accade principalmente grazie alla sopravvenuta possibilità di accedere alle edizioni critiche, che nel frattempo sono state pubblicate in Russia, e il completamento, nel 2022, dell’edizione integrale delle loro opere. Molte di queste difatti avevano visto la luce con titoli e testi anche molto diversi tra loro e gli uffici della censura avevano concesso il visto per la visto la stampa soltanto ad alcuni dei loro romanzi, e anche per questi era stato necessario presentarli negli adattamenti autorizzati dalla nomenclatura e dalla censura sovietica. Da un punto di vista critico, al di là del ruolo avuto dal meccanismo repressivo sovietico, anche in occidente per decenni la loro opera è stata relegata nella letteratura di genere, e solo dopo il successo mondiale del film Stalker di Tarkovskij, nel 1979 – tratto da un loro romanzo – si è iniziato a registrare un lento ma costante slittamento verso la letteratura tout court.
Venendo a La favola della Trojka, si tratta del seguito ideale del precedente Lunedì inizia sabato, ed è in linea con le malinconiche vicissitudini editoriali della coppia, visto che il romanzo è stato terminato nel 1967 e però ha visto la sua prima pubblicazione integrale solo nel 1987. Come commenta amaramente lo stesso Boris nella postfazione, “Da quel momento in poi, dopo La Chiocciola, anche per La Favola cominciava un lungo e triste periodo di inesistenza letteraria”, lo stesso calvario editoriale che ha colpito diversi dei romanzi scritti dai due fratelli. Tra i due romanzi il collegamento viene sigillato dalla presenza di un protagonista condiviso, Aleksandr Ivanovič Privalov, detto Sasha, ma questo non toglie che l’atmosfera sottostante alla scrittura tra i due fosse decisamente cambiata.

Lunedì è stato scritto da dei ragazzi di buon cuore, da dei mattacchioni pieni di gioia di vivere. La favola è stata scritta con bile e aceto. I ragazzi pieni di gioia di vivere avean perduto l’ottimismo, la loro bontà d’animo, disponibilità a comprendere e perdonare e s’erano fatti sferzanti e velenosi, inclini a una percezione malevola della realtà. E pure i tempi lì fuori avevano assunto una piega corrispondente”.

Dopo la denuncia dei crimini staliniani del XX congresso, la piccola primavera che era seguita aveva ormai esaurito il suo spirito e nel 1967 il clima era quello concretizzatosi nella repressione praghese dell’anno seguente. Le caratteristiche più nascoste di questi romanzi le vediamo emergere grazie al commentario scritto da Boris, ma soprattutto attraverso l’eccellente lavoro di traduzione e curatela, per entrambi i romanzi, di Andrea Cortese, esperto e profondo conoscitore dei fratelli Strugatskij e della loro opera. Una percezione adeguata della qualità del suo lavoro la si trae dal monumentale apparato di note presente in calce al testo, da cui si evince anche la profondità lessicale che caratterizza l’opera dei due scrittori. Qui Cortese decostruisce il testo, facendo emergere così la loro ricerca maniacale del dettaglio, lavoro a cui gli autori si dedicano in modo quasi pedante, applicandolo a ogni particolare, per quanto ai nostri occhi si presenti come apparentemente insignificante. Non sono molti gli esponenti del mondo accademico e della critica letteraria che – ancor oggi – si avvicinano senza difficoltà a quel mondo, a ciò che, fino a pochi anni or sono, era unanimemente considerato parte della letteratura di genere. Uno di questi, figure tra le più note e indiscusse dell’anglistica italiana, è Carlo Pagetti, il quale, nella sua recensione loda il valore critico dell’opera del curatore, e appunta, tra l’altro, come

“[…] l’apparato delle note costituisce un testo dentro il testo, talvolta più esilarante del romanzo stesso, e comunque indispensabile per la piena comprensione di molti passaggi”
(Pagetti, 2023).

I romanzi degli Strugatskji, anche in quei momenti e passaggi apparentemente più lontani dalla quotidiana presenza di limitazioni e vincoli a cui erano costretti, si scoprono intessuti della storia del folklore e della letteratura russa. Troviamo per cui citazioni e allusioni a tutti i grandi scrittori, da Aleksandr Puskin a Nikolaj V. Gogol, da Anton Čechov a Lev Tolstoj, e quasi infiniti sono i riferimenti alla mitologia e alla tradizione di quell’immenso e variegato paese. Non mancano inoltre nemmeno continui riferimenti alla grande letteratura europea, con rimandi a François Rabelais come a Jonathan Swift. L’amore per la loro terra – affiancato all’amore per la letteratura – che traspare dall’opera degli Strugatskji è una sorta di basso continuo, che la pervade tutta pervde per intero e che emerge continuamente, nei personaggi minori, positivi nonostante tutto, nel paesaggio, nelle ambientazioni descritte nei minimi dettagli, e La favola della Trojka non se ne discosta. Boris Strugatskji, sempre nel commentario, ha sottolineato quella che era la ferma volontà di entrambi di rivolgersi al pubblico del proprio paese, senza cedere alla tentazione di una scrittura sovversiva, che li avrebbe condannati alla clandestinità o all’esilio. Sarebbe stato facile, o almeno meno rischioso, sembra dire, fuggire in occidente, aggiungendosi al già folto gruppo degli esuli, di coloro che avevo abbandonato la Matuška Rossija, così come oggi è facile e semplicistico inserirli nella lista dei dissidenti tout court.

“[…] non avevamo mai elaborato piani e non avevamo mai desiderato pubblicare all’estero illegalmente. Azioni di questo genere ci erano sempre sembrate non solo pericolose, ma anche del tutto prive di senso. Il nostro lettore era qui, e noi dovevamo scrivere proprio per lui e per nessun altro, e per niente altro: così – o più o meno così – avevamo formulato per noi il succo della questione. Naturalmente senza condannare in alcun modo quelli che, non vedendo altra via di uscita, erano costretti a farsi pubblicare all’estero, alle volte perfino guardandoli con ammirazione per il loro coraggio e la determinazione di andare incontro ai più seri sacrifici, allo stesso tempo abbiamo ritenuto quella strada del tutto inaccettabile e non necessaria per noi”.

Fatto sta che La favola della Trojka si scopre all’altezza dei principali romanzi degli Strugatskji già tradotti e pubblicati da noi. Una surreale allegoria in cui appaiono personaggi di ogni genere. Alieni, insetti, animali preistorici, mostri vari popolano le pagine di questo mirabolante affresco, mettendo in ridicolo le umane necessità del potere e della organizzazione dello stato di fronte a quelli che appaiono come fenomeni inspiegati e per questo sottoposti al giudizio della Trojka. La lettura è un susseguirsi di scene satiriche ironiche e squisitamente divertenti, e chi lo apre si scoprirà trascinato in un vortice, navigando in questa successione senza sosta di pterodattili, piovre, telepati, cimici, delfini e quant’altro, per ben nove capitoli. Il lettore non avrà di che pentirsi.

Letture
  • Carlo Pagetti, L’alieno ha 4 occhi ma nessun documento: per la Trojka non è un extraterrestre, Tuttolibri, La Stampa, 18/11/2023.
  • Arkadij e Boris Strugackij, Picnic sul ciglio della strada, Marcos Y Marcos, Milano, 2022.
  • Arkadij e Boris Strugatskij, Lunedì inizia sabato, Ronzani Editore,
Monticello Conte Otto (Vi), 2019.